Elvis: 10 curiosità sul re del rock and roll protagonista del film di Baz Luhrmann
Aneddoti e retroscena su Elvis Presley, l'unico vero re del rock!
Nel corso degli ultimi anni le biopic sulle grandi star musicali hanno invaso le sale cinematografiche. Da Bohemian Rhapsody a Rocketman, il grande schermo ha omaggiato diversi miti assoluti. Tra questi mancava, però, un’opera su Elvis Presley, il re del rock. Un vuoto colmato dal film di Baz Luhrmann, per la gioia dei suoi innumerevoli fan ma anche per soddisfare la curiosità di chi ne sa poco , magari giusto le sue canzoni più celebri. Oltre ai pezzi senza tempo, c’è molto altro da raccontare, comprese alcune curiosità.
The King in 10 curiosità
Fin dalle prime performance Elvis ebbe tre mosse celebri: la “pelvis”, sfoggiata in diretta sulla CBS (quel dimenare delle anche che scandalizzò i benpensanti dell’epoca), le rubber legs (il movimento con le gambe) e il windmill (l’imitazione del mulino a vento roteando le braccia).
Nei filmati di repertorio lo vediamo sempre sfoggiare una folta chioma nera. Eppure, aveva i capelli biondi, il che era ben noto a chi lo aveva conosciuto quando il successo non lo aveva ancora travolto. E si barcamenava svolgendo lavori saltuari: guadagnò innanzitutto qualche soldo falciando i prati insieme a dei compagni di scuola. Quindi, si prestò come maschera in un cinema, assemblatore in un mobilificio e addetto alle consegne per un’azienda di apparecchi elettrici.
Alla musica si avvicinò giovanissimo, ma non nel modo convenzionale, bensì gli venne consigliata come terapia per la balbuzie. Lo si sente balbettare – ad esempio – in una registrazione dello show The Louisiana Hayride. A 11 anni gli fu regalata la prima chitarra, e da lì in poi ne ha possedute tantissime. Qualcuna è stata battuta all’asta a cifre record, tipo l’esemplare suonato tra il 1954 e il 1956, una Martin D-18 del 1942. La acquistò nel negozio O.K. Houck’s Piano Store, a Memphis, e il 22 luglio 2020 è stata venduta per 1,32 milioni di dollari.
Attraverso la fama, Elvis Presley seppe veicolare anche messaggi importanti. Nel 1956, prima della sua partecipazione memorabile all’Ed Sullivan Show, accettò di farsi vaccinare contro la poliomielite a favore di telecamera. In seguito, aumentarono in maniera vertiginosa il numero di persone che fecero altrettanto, magari ispirato . Nel giro di un ventennio i casi di polio diminuirono sensibilmente (nel 1962 furono appena 910, contro i 58 mila nel ‘52).
Un re ha bisogno di un regno per considerarsi tale e se parliamo di Presley il suo regno consisteva in Graceland. Qui rimane custodito il televisore al quale sparò un colpo di pistola. Come spiegò in un’intervista il cugino Billy Smith lo fece probabilmente per qualcosa reo di disturbarlo. Insomma, talvolta veniva fuori il lato irascibile. Se ne rese conto pure Brian Wilson dei Beach Wilson. Nel 1975 lui e Presley si incrociarono agli studi RCA di Hollywood, dove entrambi si trovava per registrare. Per attirare l’attenzione di The King, Brian – convinto che lo conosceva, intendeva giusto scherzare – cominciò a colpirlo con alcune mosse di karate sul braccio. Ma Presley non la prese bene e reagì andandosene subito.
Analogamente a parecchie altre star scomparse prematuramente, le teorie cospirazioniste sulla morte si sprecano. Una, piuttosto singolare, è legata al nome inciso sulla lapide: “Elvis Aaron Presley”, anziché Aron, registrato all’anagrafe. Tanto bastò per spingere qualcuno a sostenere che non fosse sepolto in quel luogo (in quanto seppellito altrove o, appunto, ancora in vita). In realtà, Presley iniziò a usare Aaron, invece di Aron, a partire dal 1966.
Infine, un modo carino per omaggiarlo può essere quello di prepararsi un gustoso Fool’s Gold (o Fool’s Gold Loaf), panino ipercalorico inventato a Denver, in Colorado, nel ristorante Colorado Mine Company, la cui fama è da attribuire al re. Si prepara con una baguette (ricoperta con margarina e fatta dorare in forno), un intero barattolo di burro d’arachidi, uno di confettura e pancetta fritta nell’olio. Inoltre, Elvis ne apprezzava una variante, a lui intitolata, che, al posto della confettura d’uva, contiene una banana tagliata a rondelle (o schiacciata).