Dakota Johnson sulle riprese di Cinquanta sfumature di grigio: “Sono state complicate, ma non ho nessun rimorso”
L'attrice ha definito l'esperienza sul set come "psicotica": ecco il motivo!
L’attrice Dakota Johnson, in una recente intervista, ha parlato dell’ambiente di lavoro tossico sul set di Cinquanta sfumature di grigio
Se oggi Dakota Johnson è una star internazionale, lo deve principalmente al ruolo di Anastasia “Ana” Steele nella trilogia di Cinquanta sfumature. L’attrice, figlia degli attori Don Johnson e Melanie Griffith, in una recente intervista a Variety, ha parlato della realizzazione del primo capitolo della trilogia, uscito nelle sale nel 2015, e di tutte le difficoltà che lei ha dovuto affrontare a causa dell’influenza creativa dell’autrice dei libri, E.L. James, sulle riprese. “Quando ho accettato la parte, credevo di poter dare vita ad una versione del film diversa da quella poi realizzata. E.L. James aveva molto controllo creativo, era con noi tutto il giorno, tutti i giorni, e pretendeva che certe cose accadessero e basta. C’erano parti dei libri che non avrebbero funzionato in un film, come alcuni monologhi, che per altro erano incredibilmente scadenti. Non funzionavano se li recitavi ad alta voce. Era sempre una battaglia. Sempre“, ha dichiarato Dakota Johnson.
“C’erano molti disaccordi sul set. Non sono mai stata in grado di parlarne sinceramente perché volevo promuovere il film nel modo giusto. Sono orgogliosa di ciò che abbiamo realizzato alla fine e, dico davvero, adesso va tutto bene… ma è stato davvero complicato. Facevamo le riprese seguendo le indicazioni della James e poi facevamo le riprese del film che volevamo fare noi. La sera riscrivevo le scene in cui c’erano dei dialoghi in modo da poter aggiungere una riga qua e là. Era il caos. Se avessi saputo come sarebbe stato fin dall’inizio non credo che avrei accettato, mi sarei detta: “Questa è un’esperienza psicotica“, ha aggiunto l’attrice.