Westworld 4 – Dove tutto è concesso: recensione della serie TV
Westworld 4 – Dove tutto è concesso, la serie televisiva ideata da Lisa Joy e Jonathan Nolan, è tornata con la stagione 4 nella notte del 27 giugno 2022, mentre arriva a partire dal 4 luglio 2022 su Sky e NOW, doppiata in italiano.
Westworld è una serie televisiva fantascientifica, approdata sul piccolo schermo nel 2016, riscuotendo un notevole successo dovuto non solo all’originalità produttiva ma soprattutto alle interpretazioni straordinarie e alla presenza di un cast da Oscar. La storia si svolge interamente negli anni ‘50 del XXI secolo in un parco divertimenti creato secondo le ambientazioni western e popolato dai cosiddetti androidi “host” programmati per soddisfare i divertimenti dei visitatori umani.
Westworld 4 – Dove tutto è concesso: una serie al passo con i tempi, che mette in scena le complesse relazioni con l’intelligenza artificiale
La trama si muove intorno a paradossi sempre uguali battendo ripetutamente lo stesso ritmo. All’interno del parco gli host ripetono quotidianamente azioni che sembrano seguire un ordine ciclico senza influire o condizionare la loro mente, del tutto incapace di autogestirsi e ricordare. Unico scopo è garantire il divertimento al visitatore, assecondarne ogni desiderio senza esprimere giudizi e senza assumere alcuna determinazione: tutto questo ad un costo elevatissimo. La giostra è manipolata da un’azienda, la Delos, che dal centro di controllo The Mesa si occupa delle riparazioni degli androidi e, soprattutto, imposta gli sviluppi narrativi e le dinamiche attrattive che giornalmente vengono offerti ai visitatori. Le prime tre stagioni hanno creato un puzzle intricato e complesso, all’interno del quale, nell’impostazione fantascientifica, gradualmente si è assistito ad una sorta di ribellione da parte degli androidi nei confronti di un controllo umano, fatto di dissonanze, paradossi, contrappassi, inganni e antagonismi.
Westworld 4 – Dove tutto è concesso: un cast stellare che ha sempre, o quasi, funzionato per le dinamiche della serie
Nelle prime tre stagioni, sicuramente a celebrare la serie hanno contribuito: Anthony Hopkins (Dr. Robert Ford), Ed Harris (L’Uomo in Nero), Evan Rachel Wood (Dolores Abernathy), James Marsden (Teddy Flood).
Nel finale della terza stagione, Dolores era morta dopo che il suo cervello era stato cancellato da Serac (Vincent Cassel) nella sua ossessiva ricerca per trovare la chiave del Sublime. Nel frattempo, Caleb (Aaron Paul) aveva distrutto il super computer che controlla il pianeta chiamato Rehoboam per fare il doppio gioco di Serac e guidare una rivolta di umani e Host. Nella scena post credit, Bernard si risveglia. William invece si reca a Dubai nella sede della Delos, dove i residenti vengono ricostruiti. Qui incontra Charlotte, che afferma di essere una persona diversa da Dolores e di non voler commettere gli stessi errori.
Episodi che possono considerarsi indipendenti tra di loro ma necessari per sospendere e aumentare curiosità e impaziente attesa in vista del finale.
A distanza di due anni il racconto riprende proseguendo secondo le dinamiche delle prime tre stagioni: una intelligenza artificiale che cerca di prendere il pieno controllo sull’uomo, sovrastandolo definitivamente.
Westworld – Dove tutto è concesso: nella stagione 4 una trama più chiara e lineare tra cambiamenti e nuovi personaggi
Sicuramente moltissimi i cambiamenti che risultano evidenti fin dal primo episodio di Westworld 4, tra tutti la presenza di Evan Rachel Wood che non interpreta più Dolores morta nell’ultimo lunghissimo episodio della stagione scorsa, ma veste i panni di Christina, una donna tremendamente romantica, autrice di narrazioni speranzose e a tratti surreali, ma inquieta nella sua interiorità e tormentata da un uomo che le rimprovera delle responsabilità che hanno causato la rovina della sua vita.
È una quarta stagione che riscrive nettamente i contesti, amplificandoli e distribuendoli in mondi nuovi, scuotendo temi profondamente contemporanei, come il libero arbitrio e i condizionamenti impliciti di una società univoca nelle scelte e nelle direzioni. Il fanatismo del perbenismo e della perfezione, il confronto tra un computer creato a immagine e somiglianze con i canoni imposti dalla moda e dalle correnti culturali, e l’imperfezione umana che si riversa nella vera libertà. La quarta stagione ha la responsabilità di intrecciare la trama ad un filo che appaia più chiaro e logico rispetto alle precedenti.
Una serie eccellente dal punto di vista ideativo che ha trovato non poche difficolta nella coerenza ad una trama di alto potenziale intellettivo. Alcuni abbandoni e alcune sostituzioni hanno aperto la possibilità di una immagine interamente perfetta. L’attore premiato all’Oscar e tra i talenti del cinema internazionale, Antony Hopkins abbandonando il cast nella seconda stagione ha sbilanciato il livello che la sua interpretazione aveva contribuito a dare all’intera serie, così come la mancata capacità di centralità nel ruolo da parte di Vincent Cassel. Un ordine che però sembra esser stato ritrovato nella quarta stagione che ci proietta temporalmente sette anni dopo la distruzione di Rehoboam e affida la scelta in mano alla mente umana, l’unica in grado di creare e di distruggere. Una sequenzialità trasparente che sembra essere di facile presa per lo spettatore e che si delinea in otto episodi più o meno dalla stessa durata.
Una nuova stagione che rappresenta la linearità di un storytelling, ogni episodio rispetta il precedente e il successivo, senza spaziare o divagare. Pochi i contrasti che sembrano apparire e che rivestono per lo più le esigenze d’effetto sceniche, l’antitesi ambientale e del design, e le apparenti libertà che preannunciano sistematiche prigionie fisiche e mentali.
Westword 4 arriva su Sky Atlantic dal 4 luglio 2022, per proseguire con otto appuntamenti fino al 15 agosto 2022.