Brian e Charles: David Earl e Jim Archer svelano i segreti dietro al film [VIDEO]
Intervista a Jim Archer e David Earl, regista e attore (anche sceneggiatore) di Brian e Charles, in sala in Italia dal 31 agosto 2022 per Lucky Red e Universal.
Arriva nelle sale italiane il 31 agosto 2022, distribuita da Lucky Red e Universal Pictures International Italy, una delle commedie più originali e divertenti dell’anno. Si chiama Brian e Charles, è diretta da Jim Archer e interpretata da David Earl e Chris Hayward, anche sceneggiatori. La storia è quella della calorosa e bizzarra amicizia tra Brian (Earl) e il robot costruito dall’uomo per superare la solitudine e gli strascichi emotivi di un duro inverno gallese, Charles (Hayward). Il film è presentato in anteprima nazionale al 52° Giffoni Film Festival.
In occasione della presentazione romana del film, Jim Archer e David Earl hanno accettato di fare quattro chiacchiere con la stampa. Per Jim Archer è improprio, nonostante l’empatia e l’assenza di cinismo con cui affronta temi come amicizia, amore e solitudine, parlare di Brian e Charles come di un film coraggioso o ribelle. “Abbiamo trovato persone che ci hanno sostenuto e ci hanno permesso di fare il film che volevamo, non lo definirei però coraggioso né particolarmente ribelle. Abbiamo cercato di realizzare una storia che si adattasse a tutti, senza indirizzarla verso una categoria precisa“.
Sul rapporto, sempre molto stretto, tra commedia e improvvisazione, la questione è che “ci sono state scene in cui abbiamo improvvisato, è vero” spiega David Earl “ma avendo a che fare con un personaggio come Charles, che è un robot, abbiamo dovuto frenarci un po’. In genere ci siamo attenuti parecchio al copione. Se c’è stata improvvisazione, è stata soprattutto da parte mia”.
Sul tipo di legame che intercorre tra i due protagonisti, l’umano e il meno umano, sempre David Earl. “Ci sono questi tre livelli nel loro rapporto, padre e figlio, fratelli e amici. Ma il modo in cui vengono fuori nel film dipende anche dall’interpretazione, non era tutto scritto in questo modo. Quando abbiamo preparato la sceneggiatura, per esempio, la dinamica prevalente era quella padre e figlio”.