Peter va sulla Luna: recensione del film d’animazione
Il film di Ali Samadi Ahadi è una colorata fiaba indirizzata ad un pubblico giovanissimo. Se la tecnica di animazione è lodevole, la trama risulta eccessivamente banale e priva di guizzi narrativi
Sembra che ci sia un rinnovato interesse nei confronti della misteriosa e affascinante Luna da parte della settima arte. Dopo il film d’animazione Netflix Over the moon (2020) e il disaster movie di Roland Emmerich Moonfall (2022) le sale cinematografiche tornano a proiettare una nuova avventura ambientata sul suolo lunare. Nei cinema italiani a partire dal 21 luglio 2022 Peter va sulla luna, film d’animazione di produzione austro-tedesca, diretto dal regista iraniano Ali Samadi Ahadi (Pettson and Findus) e distribuito da Koch Media. La pellicola – che unisce magia e fantascienza – è stata presentata Fuori Concorso nella sezione Elements +3 in occasione della 52ᵃ edizione del Giffoni Film Festival.
Peter va sulla Luna di cosa parla?
Peter è un bambino sveglio e gentile con la passione per tutto ciò che riguarda lo spazio, proprio come il suo papà scomparso prematuramente. La sua indole così razionale lo porta spesso a discutere con sua sorella minore, Anne, la cui mente vaga in continuazione per universi immaginari e fantastici. Una sera, la bambina cerca di convincere il fratello che Ronzolino, un anziano coleottero, ha urgente bisogno del loro aiuto: diversi anni prima, durante una guerra contro degli umani che cercavano di distruggere un albero di betulla – l’habitat naturale dei coleotteri – l’insetto ha perduto il suo braccio, la betulla e l’amore della sua vita, spediti per errore sulla Luna dalla Fatina della Notte. Secondo la profezia, solo due bambini puri di cuore e amanti degli animali saranno in grado di restituire a Ronzolino ciò che ha perduto. Peter, stanco delle assurde storie della sorella, la intima di lasciarlo stare e di tornare a dormire. Anne, dal canto suo, si offre di aiutare l’insetto anche da sola, perché il suo coraggio “vale per tre”, e di andare insieme a lui sulla Luna. Quando Peter si sveglia nel cuore della notte e non trova più la sorella minore, decide di andare sulla Luna per riportarla a casa. Il pericolo infatti è dietro l’angolo: Anne viene rapita dal malvagio Uomo Luna, che ha in mente di distruggere tutte le creature che abitano il suolo lunare. Un improbabile trio formato da Peter, lo scorbutico Uomo del sonno e Ronzolino, è l’unica speranza per salvare la vita di Anne e della Luna.
Una fiaba tra Disney e Méliès
Peter va sulla Luna è una rivisitazione in chiave moderna dalla popolare fiaba tedesca per bambini Il viaggio verso la Luna (1915) di Gerdt von Bassewitz. L’aspetto più interessante del film è senza dubbio la tecnica d’animazione: le sequenze ambientate nello spazio sono davvero incredibili, tra creature fantastiche – come l’Orsa maggiore e l’Orsa minore, o le deliziose stelle cadenti, qui sotto forma di bambine con grandi occhi e biondi capelli luminosi pettinati all’insù, stile punk -, corse sulla Via Lattea e antiche divinità.
Il punto debole della pellicola risiede invece nello sviluppo della vicenda: Peter va sulla Luna fatica infatti a trovare una sua strada. Da un lato, emula i classici tropi della Disney senza trovare dei propri tratti distintivi, dall’altro, strizza l’occhio alla fantascienza di Jules Verne e Georges Méliès, risultando tuttavia eccessivamente retrò.
Dalla Terra alla Luna e Viaggio nella Luna sono per noi opere affascinanti poiché in quegli anni l’uomo si divertiva ad immaginare quali meraviglie celasse il suolo lunare. Il film di animazione di Ali Samadi Ahadi è ambientato ai giorni nostri ma sceglie comunque di inseguire modelli narrativi datati, senza modernizzarsi.
Se Over the Moon di Glen Keane e John Kahrs risulta un prodotto interessante perché insieme ai classici espedienti del racconto unisce una forte componente folkloristica, che rende la pellicola unica nel suo genere, Peter va sulla Luna si limita ad imitare codici già visti.
I problemi continuano anche con la caratterizzazione dei protagonisti. Il giovane pubblico femminile faticherà a trovare delle eroine in cui identificarsi. Ad esempio, per tutta la durata della pellicola si cerca di sottolineare quanto Anne sia coraggiosa ma in realtà tutte le operazioni di salvataggio avvengono per opera di suo fratello Peter. O ancora, la Fatina della Notte, che in quanto sovrana dovrebbe essere anche la creatura più potente della Luna, appare come una divinità sbadata e capricciosa, che non aggiunge nulla alla vicenda. Infine, il trattamento peggiore è riservato alla Strega dei Fulmini. La donna – in collera con il mondo – cerca di guarire il suo senso di solitudine alleandosi con l’Uomo Luna, e finisce per innamorarsene. La Strega si pentirà di essere passata al lato oscuro nel momento in cui viene tradita. Triste e abbandonata, la donna troverà la forza di andare avanti solo grazie ad un nuovo e affabile interesse amoroso a cui rivolgere le sue attenzioni.
Vedere o non vedere Peter va sulla Luna?
Come sappiamo, l’espediente della storia è l’abbattimento di una bellissima betulla, casa di una comunità di coleotteri, per opera di uomini calcolatori e crudeli. Considerando che secondo la profezia di Ronzolino, solo due bambini puri di cuore e amanti degli animali saranno in grado di aiutarlo a riavere la sua casa e i suoi affetti, ci accorgiamo che manca qualcosa. Infatti, se il film ambiva a trasmettere un messaggio ecologico, di amore e rispetto per la natura, questo obiettivo non è centrato. La vicenda di Ronzolino passa infatti in secondo piano e lui stesso risulta inutile ai fini della trama. Un’occasione sprecata per inviare un bel messaggio educativo, specialmente per i tempi che stiamo vivendo.
In conclusione, Peter va sulla Luna di Ali Samadi Ahadi non ambisce a rivoluzionare il cinema d’animazione ma piuttosto a regalare ai bambini una nuova, divertente e semplice fiaba, in grado di farli sognare attraverso creature leggendarie e colori sgargianti.