Chi è Mario Paciolla e perché è stato ricordato al Giffoni 2022
Chi è Mario Paciolla e come è morto? Ripercorriamo brevemente la storia del giovane, ricordato al Giffoni Film Festival 2022.
La 52esima edizione del Giffoni Film Festival ha avuto inizio il 21 luglio nella città di Giffoni Valle Piana. Come da tradizione, il festival cinematografico ospita diversi talent e offre la visione (anche in anteprima) di cortometraggi, film e documentari, ma è anche un momento di condivisione, sensibilizzazione e interazione su diversi temi. In particolare, nella giornata del 24 luglio 2022 un annuncio ha scosso gli animi dei presenti. I genitori del giovane giornalista, attivista e volontario napoletano Mario Paciolla ritrovato impiccato nel suo appartamento in Colombia il 15 luglio 2020, Anna Motta e Pino Paciolla, si sono rivolti ai giffoners per chiedere aiuto nella speranza di conoscere la verità.
Chi è Mario Paciolla
Mario Carmine Paciolla nasce a Napoli il 28 marzo 1987. Dopo essersi laureato in Scienze politiche nel 2014 presso l’Università di Napoli, decide di trasferirsi in Colombia. La sua missione è quella di operare come volontario nella Peace Brigades International, l’organizzazione non governativa di ispirazione gandhiana che ha lo scopo di tutelare i diritti umani. Nel 2018 Mario inizia a collaborare con le Nazioni Unite in veste di volontario per la verifica e il controllo dello svolgimento degli accordi di pace tra Governo e Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia. A scuotere tutti è la sua morte, avvenuta all’età di 33 anni e in circostanze misteriose. Il 15 luglio 2020, viene ritrovato impiccato e ormai senza vita presso la sua casa, a San Vincente.
Mario Paciolla: come e perché è morto?
Fin da subito, le Nazioni Unite classificano il decesso di Mario come suicidio per via del corpo impiccato con un lenzuolo bianco. Ma i tagli, le ferite inflitte e il sangue fanno dubitare dell’autopsia rilasciata dal medico della missione e richiesta dall’ONU. Il cappio intorno al collo sarebbe stato stretto a morte solo per depistare e simulare un gesto volontario. Infatti, gli ultimi contatti e l’ultima sequenza di azioni di Mario escludono l’idea che avesse intenzione di togliersi la vita. Per esempio, ricordiamo una chiamata alla famiglia con lo stato d’animo allarmato in cui informa che sarebbe tornato presto a Napoli e pochi giorni dopo acquista il biglietto aereo per l’Italia in programma per il 14 luglio, esattamente un giorno prima della sua morte. I primi a negare l’ipotesi di suicidio sono stati la madre Anna e il padre Pino e, grazie alla Procura Italiana, è stata aperta una seconda inchiesta, ancora in corso.
Tuttavia, la giornalista colombiana e amica di Paciolla, Claudia Julieta Duque, ha condiviso alcuni importanti dettagli da non sottovalutare. Mario Paciolla è stato torturato e assassinato. A provarlo sono i documenti dei referti medici che descrivono il cadavere con, per esempio, coltellate e lesioni inflitte con chiari segni di reazione vitale. Chi e cosa abbia causato tutto ciò è ancora poco chiaro, ma è giusto che venga allo scoperto per chiudere il cerchio di questa controversa vicenda.
Il ricordo dei genitori al Giffoni Film Festival 2022: “Aiutateci a diffondere la storia di nostro figlio per arrivare alla verità”
In data 24 luglio 2022, il circolo Arci Marea di Salerno ha ospitato l’incontro di Anna Motta e Pino Paciolla con Rosita Gigantino, Paolo Battista e i giffoners della 52esima edizione del Giffoni Film Festival. Durante l’evento, la madre Anna si è rivolta ai presenti chiedendo aiuto perché teme che la storia di suo figlio possa passare in secondo piano ed essere dimenticata: “Cosa potete fare per noi? Condividere la storia di Mario, parlarne sui social affinché arrivi a tutti e non cada nel dimenticatoio”.
Infine, il discorso commovente di Anna Motta si è concluso con un messaggio di speranza verso i giovani: “sono dei sognatori con i piedi per terra, professionisti competenti e strutturati con tanti interessi, dalla scrittura al basket, dalle lingue al cinema fino ai viaggi intesi come strumento per conoscere gli altri e capirne i problemi“.
In particolare, la signora Anna si è rivolta ai presenti chiedendo di condividere quanto più possibile la storia del figlio Mario, ciò che teme di più è che tutto passi in secondo piano e venga dimenticato: “Cosa potete fare per noi? Condividere la storia di Mario, parlarne sui social affinché arrivi a tutti e non cada nel dimenticatoio”. La signora Motta ha poi continuato con un messaggio di speranza per i giovani che, come Mario: “sono dei sognatori con i piedi per terra, professionisti competenti e strutturati con tanti interessi, dalla scrittura al basket, dalle lingue al cinema fino ai viaggi intesi come strumento per conoscere gli altri e capirne i problemi”. Per ribadire che: “Mio figlio non aveva alcuna intenzione di suicidarsi. Aveva un biglietto in tasca e la valigia fatta. E gli unici a sapere che doveva partire erano proprio quelli dell’Onu a cui recentemente si è rivolta anche la Farnesina per chiedere maggiore collaborazione” .
In attesa di risposte, condividiamo la storia di Mario Paciolla, il giovane giornalista, attivista e volontario che ha fatto del proprio lavoro la sua passione, ucciso secondo la legge del “pesce grande che mangia il pesce piccolo”.