Alice nel Paese delle Meraviglie: 10 curiosità sul classico Disney

Alice nel Paese delle Meraviglie è tra i film di animazione più iconici di sempre. Vi stupirà sapere che all’epoca della sua uscita nelle sale cinematografiche, la pellicola non ottenne il successo sperato, diventando un vero e proprio flop. Scopriamo insieme 10 curiosità sul 13º classico Disney.

Quando pensiamo ad Alice nel Paese delle meraviglie (Alice in Wonderland) la nostra mente vola subito all’iconico film di animazione del 1951 prodotto dalla Walt Disney Productions.      
La storia della piccola Alice che, stanca della solita routine, sogna di vivere in un mondo privo di senso, è il frutto dell’unione di due menti geniali: Lewis Carroll e Walt Disney. La pellicola trae infatti ispirazione da due opere dello scrittore britannico: Le Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie (1865) e Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò (1871).        
Il film – diretto da Clyde Geronimi, Hamilton Luske e Wilfred Jackson – è stato proiettato per la prima volta nei cinema statunitensi il 26 luglio del 1951, per poi essere presentato alla Mostra di Venezia.         
Scopriamo insieme 10 curiosità sul 13º classico Disney: Alice nel Paese delle Meraviglie.

1. Il consumo di ostriche nei mesi con la “R”

Nel corso della canzone che vede protagonisti il Tricheco e il Carpentiere, possiamo notare che alle spalle dell’ostrica più anziana è appeso un calendario, sul quale lampeggia in rosso la lettera “R” del mese di marzo (march). Questa breve sequenza fa riferimento ad un vecchio proverbio inglese che sconsiglia il consumo di ostriche nei mesi che non contengono la lettera “R”: maggio, giugno, luglio e agosto. Nei periodi estivi, infatti, i molluschi vengono a contatto con temperature elevate, che possono renderli nocivi per la salute.

2. Alice nel Paese delle Meraviglie: Il mancato Live Action Disney

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Proprio come Alice, anche Walt Disney era un incredibile sognatore: già nel corso degli anni Trenta aveva in mente di proporre al grande pubblico una sua versione cinematografica dell’opera di Lewis Carroll, alla quale era molto legato. Un lungometraggio ibrido, dal titolo Alice nel Paese della Meraviglie, che avrebbe dovuto combinare sequenze live action ed elementi animati. Un’idea molto innovativa per l’epoca!
Come sappiamo, gli eventi hanno poi preso una strada diversa, per due motivi principali: nel 1933 la Paramount Pictures distribuì un film omonimo, con attori in carne ed ossa; inoltre, Disney in quegli anni stava dedicando anima e corpo al film di animazione Biancaneve e i sette nani (1937), pertanto decise di accantonare momentaneamente il progetto.

3. Chi è il personaggio presente solo nel film della Disney?

Nonostante la versione animata del Paese delle Meraviglie sia piuttosto fedele a quella descritta da Carroll nei suoi romanzi – stessi personaggi, ambientazioni, filastrocche etc. – c’è un personaggio inedito nel lungometraggio Disney: il signor Serratura (Doorknob). La maniglia parlante – protagonista della scena in cui Alice cresce e si rimpicciolisce – è stata una simpatica aggiunta dei creativi, non essendo citata nell’opera originale.

4. Alice nel Paese delle Meraviglie: Da flop a icona

Alice nel Paese delle Meraviglie: 10 curiosità sul classico Disney

Seppur negli ultimi decenni il lungometraggio della Disney sia stato fortemente rivalutato e rianalizzato sotto le sapienti lenti della psicologia, all’epoca della sua uscita nelle sale cinematografiche venne accolto tiepidamente dal pubblico. In molti considerarono la pellicola troppo complessa per i più piccoli – a causa della presenza di numerosi giochi di parole e paradossi – e troppo stravagante per i più grandi. I fan di Carroll accusarono invece Disney di aver eccessivamente “americanizzato” l’opera, rovinandola. 
Alice nel Paese delle Meraviglie guadagnò 2,4 milioni di dollari: una cifra molto al di sotto delle aspettative. Solo dopo diversi anni il classico Disney venne riscoperto dal pubblico: negli anni Sessanta molti giovani si identificarono nella filosofia del film – che divenne una sorta di simbolo per quella generazione – come accadde anche per Fantasia (1940).

5. Una colonna sonora ricchissima

Non tutti sanno che la ricchissima colonna sonora del film è stata fortemente voluta da Walt Disney. Il produttore, animatore e regista statunitense commissionò per l’opera 30 canzoni – alcune più lunghe, altre più brevi – molto delle quali scartate in fase di montaggio.       
Nonostante l’eliminazione di diversi brani nella versione definitiva, Alice nel Paese delle Meraviglie è il film della Disney con più canzoni in assoluto. La colonna sonora fu curata dal maestro Oliver Wallace, che grazie al suo lavoro ottenne una nomination ai Premi Oscar del 1952.

6. Il legame tra Alice Nel Paese delle Meraviglie e Peter Pan

Alice nel Paese delle Meraviglie: 10 curiosità sul classico Disney

È un fatto curioso che i demo di alcune canzoni tagliate dal film sono stati poi utilizzati per altre pellicole; ad esempio, il brano Beyond the Laughing Sky è stato riadattato per il film di animazione Peter Pan (1953), rinominato con il titolo The Second Star to the Right. I due lungometraggi Disney sono stati anche i primi ad essere ambientanti nel Regno Unito, seguiti poi da altre pellicole, tra cui La carica dei cento e uno, La spada nella roccia e Robin Hood.

7. La misteriosa scena in bianco e nero

Alice nel Paese delle Meraviglie: 10 curiosità sul classico Disney

Nella celebre scena della festa di “non-compleanno” con protagonista il Cappellaio Matto, c’è una sequenza in cui Leprotto Bisestile colpisce violentemente l’orologio del Bianconiglio con un grosso martello. Ecco, molti di voi avranno notato che per poco più di un secondo l’immagine sullo schermo diventa in bianco e nero. Nonostante non ci sia ancora una risposta univoca che vada a giustificare questa curiosa scena, molti studiosi di cinema ipotizzano che la sequenza sia stata censuata per non impressionare il pubblico più giovane: se la pellicola fosse rimasta a colori, la marmellata rossa finita nell’orologio, al momento del colpo del leprotto, sarebbe schizzata fuori con un effetto splatter.

8. L’origine dello Stregatto

Alice nel Paese delle Meraviglie: 10 curiosità sul classico Disney

Lo Stregatto (Gatto del Cheshire, nella versione originale) è uno dei personaggi più iconici e amati di Alice nel Paese delle Meraviglie. Ebbene, questo strano gatto invisibile, dall’enigmatico sorriso, trae la sua origine da alcuni racconti popolari inglesi, che narravano proprio di strani gatti invisibili – gatti del Cheshire – che si aggiravano indisturbati per le zone rurali. Inoltre, ai tempi in cui Carroll scrisse il romanzo, era comune il detto “Sorridere come un gatto del Cheshire” (To grin like a Cheshire cat), che spiegherebbe il motivo del grande sorriso dell’animale fantastico immaginato dall’autore. Il Gatto del Cheshire – seppur illustrato attraverso una differente scala cromatica – appare anche nel film di animazione Il mio vicino Totoro (1988) di Hayao Miyazaki.

9. Alice nel Paese delle Meraviglie: Il mancato premio Oscar

Come scritto poc’anzi, Alice nel Paese delle Meraviglie ottenne un’unica candidatura ai premi Oscar, quella per la miglior colonna sonora a Oliver Wallace. In questa categoria vinsero poi Johnny Green e Saul Chaplin per Un americano a Parigi. C’è però da sottolineare che negli anni Cinquanta non esisteva ancora l’Oscar al miglior film di animazione, istituito solo nel 2002 e che ha visto come suo primo vincitore Shrek di Andrew Adamson e Vicky Jenson.

10. Kathryn Beaumont, la giovane musa di Walt Disney

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Disney scelse l’allora dodicenne Kathryn Beaumont come musa ispiratrice per la sua protagonista. La giovanissima attrice fu notata da Walt sul set del film Su di un’isola con te (1948), di Richard Thorpe e la assunse non solo come doppiatrice di Alice (nella versione originale del film) ma anche come modella per gli animatori. Beaumont presta anche la voce e l’aspetto a Wendy ne Le avventure di Peter Pan (1953). Nella versione italiana Alice è doppiata da Vittoria Febbi.

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