L’ombra sulla verità: Philippe Le Guay spiega il finale del film
La nostra intervista a Philippe Le Guay, regista e co-sceneggiatore de L'ombra sulla verità, in arrivo nelle sale italiane il 31 agosto 2022 con Bim Distribuzione.
L’ombra sulla verità (L’homme de la cave) è il nuovo lungometraggio diretto e co-scritto da Philippe Le Guay (Molière in bicicletta, Normandie nue) con Gilles Taurand (La tenuta, Riparare i viventi) che affronta una tematica inusuale per il mondo cinematografico ovvero il negazionismo. Il titolo, vincitore del Premio del pubblico a France Odeon, vede nel cast la presenza di François Cluzet, Jérémie Renier, Bérénice Bejo.
La pellicola, che sarà distribuita nelle sale italiane il 31 agosto 2022 grazie a BiM Distribuzione, racconta la storia di Simon (Jérémie Renier) ed Hélène Sandberg (Bérénice Bejo), una coppia che vende la propria cantina al misterioso Signor Fonzic (François Cluzet) che inizia a viverci a loro insaputa. Nonostante provino a cacciarlo, l’uomo ha la meglio e piano piano inizia a mettersi contro tutto il vicinato a causa di alcune idee politiche controverse. Abbiamo avuto la possibilità di intervistare il regista Philippe Le Guay che ci ha raccontato molti retroscena del film.
L’ombra sulla verità: l’idea dietro il film e il segreto del finale
Abbiamo cominciato l’intervista chiedendo all’autore quale fosse l’idea iniziale che ha portato allo sviluppo de L’ombra sulla verità. “Sono partito da una storia vera, quindi da un lato si tratta di un racconto realistico, ma è al tempo stesso una metafora, una parabola, una sorta di simbolo. Ed è davvero raro che in una stessa storia, in uno stesso evento esistano questi due livelli: l’aspetto reale e l’aspetto immaginifico che mi permette di rielaborarlo”.
In seguito abbiamo domandato a Le Guay cosa voleva trasmettere con il finale del lungometraggio, che rimane volutamente in sospeso. “La fine non è ottimista, non potevo accettarlo, quindi ho scelto di lasciarla aperta, senza rilevarla. Qualcosa nel lungometraggio si risolve, ma mi premeva che fosse sottilineato il fatto che il tema della menzogna non ha una soluzione per noi esseri umani, nella nostra società esisteranno sempre degli impostori, dei manipolatori e dobbiamo sempre misurarci con il loro tentativo di distorsione della realtà”.
Philippe Le Guay e il rapporto con gli spettatori
Un’altra domanda al film-maker riguarda la libertà data agli spettatori, visto e considerato che il cineasta, nel corso della pellicola, lascia al pubblico la possibilità di interpretare al meglio quanto vede. “Quando scrivo una storia penso subito al pubblico e allo spettatore: mi chiedo cosa penserà rispetto ad un determinato personaggio o come reagirà vedendo un determinato evento che immagino di mettere insieme. È un’entità molto presente nella costruzione del film ed è il motivo per cui ho voluto creare un personaggio vulnerabile come Justine, la figlia, in modo che lo spettatore potesse identificarsi sia nella sua vulnerabilità, sia nel sentirsi preoccupato per lei. Volevo anche che lo spettatore subisse il fascino di Fonzic che all’inizio ha un fare molto seducente, solo alla fine si toglie la maschera e mostra il suo vero volto. Quindi diciamo che per me, quando scrivo una storia, il pubblico è un vero e proprio interlocutore: è come una partita di tennis dove amo sorprenderlo e stupirlo.”
L’ombra sulla verità: le tematiche e le ispirazioni
Abbiamo poi domandato a Philippe Le Guay come avesse gestito e costruito le tante tematiche della pellicola che, oltre al negazionismo, presenta tanti spunti di riflessione. “Nel cinema il negazionismo non è stato trattato quasi mai per un motivo molto semplice: lo si può definire un personaggio mentale, cioè colui che vuole distruggere un’idea sostituendola con un’altra idea quindi quanto più anticinematografico ci possa essere. Qui il tema si è potuto sviluppare grazie alla situazione di quest’uomo della cantina che crea una dinamica che porta poi a fargli abbandonare questo luogo oppure no. Vediamo poi l’intero condominio, tutti i condomini che hanno una differente idea su questo soggetto via via che il veleno penetra nella loro mente”.
Infine, l’ultimo quesito è incentrato sulle ispirazioni cinematografiche e letterarie dietro L’ombra sulla verità. “Il mio riferimento letterario principale è stato Edgar Allan Poe che nei suoi racconti ha spesso usate le cantine come luoghi simbolo, pensiamo al Pozzo e il pendolo o il Cuore rivelatore. Il mio riferimento cinematografico è indubbiamente Hitcock, ma anche Mr. Klein (Monsieur Klein in originale) di Joseph Losey, ambientato nella Franchia di Vichy che è stato fondamentale sia per l’ambientazione sia per la vicenda centrale con quest’uomo che alla fine va al campo di sterminio al posto del Signor Klein”.