Quarto potere: 10 incredibili curiosità sul capolavoro di Orson Welles
L'esordio di Orson Welles è ricordato non solo per la sua grande qualità, ma anche per la sua peculiare storia produttiva e distributiva
Quarto potere segna l’esordio di Orson Welles come regista, sceneggiatore e produttore. Il film, nonostante non sia stato recepito particolarmente bene dai suoi contemporanei, è divenuto negli anni uno dei lavori più apprezzati del cinema americano ed è considerato da alcuni come il miglior lungometraggio mai realizzato.
Come nella maggior parte delle avventure cinematografiche di Welles, la pellicola ha raggiunto la sua forma definitiva solamente dopo un percorso travagliato e assolutamente non convenzionale, specialmente per i tempi in cui è stata prodotta. Similmente, anche la sua distribuzione si è distaccata notevolmente da quanto solitamente proposto per i film della Hollywood degli anni ’40. Scopriamo insieme alcuni dettagli che hanno reso indimenticabile la storia di questa opera seminale.
1. Prima di Quarto potere
Originariamente, il film d’esordio di Orson Welles sarebbe dovuto essere un adattamento di Cuore di Tenebra, il noto romanzo di Joseph Conrad. Welles, durante il suo lungo dialogo con Peter Bogdanovich, ha parlato a lungo del progetto, rivelando di avere pensato di realizzarlo utilizzando quasi esclusivamente inquadrature in soggettiva.
Come è noto, il libro di Conrad è stato portato sul grande schermo da un altro gigante del cinema americano: Francis Ford Coppola, che lo ha utilizzato come base per la sceneggiatura di Apocalypse Now.
2. Un allievo di John Ford
Orson Welles ha ribadito in più di un’occasione di essere un grande ammiratore dei registi che hanno lavorato a Hollywood negli anni Venti e Trenta e, in particolare, di John Ford. A riprova di questa sua grande riverenza verso il grande regista western, prima di avviare la lavorazione di Quarto potere Welles ha riguardato diverse volte Ombre rosse, che considerava un autentico manuale di buon cinema, in compagnia dei tecnici e degli addetti ai lavori con cui avrebbe diviso il set.
3. Totale libertà artistica
Sempre secondo quanto dichiarato da Welles, Quarto potere è il primo primo film prodotto da Hollywood per cui il regista ha goduto di totale libertà artistica. I responsabili della produzione non avrebbero infatti avuto accesso ai giornalieri, così come non avrebbero potuto mettere in discussione le scelte relative al cast, alle riprese e al montaggio. L’autore, che aveva raggiunto la fama grazie al suo lavoro come attore teatrale e speaker radiofonico, avrebbe rifiutato di dedicarsi al cinema sino all’ottenimento di queste incredibili condizioni.
4. Il più grande nemico di Quarto potere
Prima ancora della sua uscita, Quarto Potere fu ferocemente boicottato da William Randolph Hearst, il magnate della stampa da cui Welles aveva tratto ispirazione per creare la figura del protagonista Charles Foster Kane. Addirittura, facendo pressione sull’organo predisposto alla censura, Hearst ha provato a ottenere la distruzione della pellicola originale. Anche se non ottenne la sua eliminazione, Hearst ottenne di limitare fortemente la sua distribuzione.
5. Faccia a faccia
Orson Welles ha ammesso di essersi ispirato a Hearst per alcuni aspetti di Kane, ma ha anche ribadito di avere attinto anche a numerose altre fonti oltre che alla sua immaginazione. Quando si incontrò con l’uomo che aveva tentato di fare sparire il suo film, ebbe anche modo di fargli notare uno degli aspetti per cui il suo protagonista si distaccava dalla sua persona. In quell’occasione, infatti, gli disse solamente: “Charles Foster Kane avrebbe accettato”.
6. Un film itinerante
Come si è accennato nei precedenti paragrafi, Quarto Potere fu escluso da molte sale cinematografiche in seguito al boicottaggio. Per aggirare questa operazione, Welles propose alla RKO, che produceva e distribuiva la pellicola, di allestire dei tendoni simili a quelli del circo in cui proiettarla. Per promuovere questa inedita operazione di marketing, il regista propose lo slogan: “Questo è il film che non potete vedere nel vostro cinema locale”. Purtroppo, per motivi non noti, l’azienda decise di ignorare il suo suggerimento.
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7. L’altro autore
Negli anni Quarto potere ha fatto parlare di sé anche per via di alcuni articoli nei quali viene messa in discussione la sua paternità, attribuendola non a Welles ma allo sceneggiatore Herman J. Mankiewicz, che effettivamente collaborò alla stesura dello script. Nonostante la tesi sia stata confutata, la questione è tornata di moda con l’uscita del film Mank di David Fincher.
Nella già citata conversazione con Bogdanovich, Orson Welles cita il suo collaboratore e, pur rivendicando il suo ruolo di autore del film, non ha problemi ad attribuire allo sceneggiatore il merito di avere contribuito con alcune idee importanti, che hanno contribuito non poco alla riuscita dell’opera.
8. Uomini alti e soffitti bassi
Quarto potere è noto per essere uno dei primi film in cui il soffitto che sovrasta i personaggi è spesso visibile in scena. Questa eversione alle regole deriva dalla volontà di Welles di inquadrare i protagonisti dal basso, per farli apparire imponenti. Questa scelta registica è portata alle estreme conseguenze nella scena del litigio tra Kane (interpretato dallo stesso Welles) e Leland (Joseph Cotten). Per ottenere l’angolazione desiderata per l’inquadratura del duello verbale, gli operatori furono costretti a scavare una buca nella quale calare la macchina da presa.
9. Una partenza immediata
Come è noto, Quarto potere è privo di titoli di testa: il film si apre con la sequenza del cinegiornale, in cui viene data notizia della morte di Charles Foster Kane. Anche in questo caso, la scelta di non inserire il suo nome e quello dei collaboratori all’inizio della pellicola è attribuibile a Orson Welles, che puntava a coinvolgere fin da subito il pubblico nella vicenda che, per gli standard degli anni ’40, rischiava di essere percepita come poco comprensibile.
10. Un remake glam
L’influenza di Quarto potere nel cinema dei decenni successivi è stata enorme. A riprova di questo, la struttura narrativa ideata da Welles per questo film è stata più volte ripresa dagli autori che lo hanno succeduto. Uno degli esempi più noti è Velvet Goldmine di Todd Haynes, che è praticamente un remake in chiave Glam Rock del film.