Emanuele Crialese e il coming out a Venezia: “L’immensità parla di una bambina che vuole essere un maschio. Quella bambina sono io”
L'immensità - con protagonista Penèlope Cruz - sarà presentato in anteprima mondiale, in concorso, il 4 settembre al Festival di Venezia.
Emanuele Crialese torna al Festival di Venezia – dopo Nuovomondo e Terraferma. E lo fa con una storia fortemente personale e in parte autobiografica, che racconta del suo difficile percorso di transizione da donna a uomo, alla ricerca della propria identità: “Una bambina che vuole essere un maschio. È chiaro che si tratta di me”. Con queste parole Crialese ha infatti descritto – in un’intervista esclusiva per Vanity Fair – la trama della sua ultima fatica, L’immensità, in concorso proprio alla 79ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e che sarà presentata in anteprima il 4 settembre.
L’immensità – la storia della giovane protagonista si intreccia con quella di Emanuele Crialese
Ambientato nella Roma degli anni ’70, L’immensità racconta del complesso rapporto di una madre (Penélope Cruz) con le sue tre figlie. In particolare la trama si concentra sulla figlia maggiore, una dodicenne che vuole convincere tutti di essere un maschio. Esplorando la sua identità di genere, Adriana – che vuole essere chiamata Andrea – cercherà di comprendere la natura dei dubbi che la assalgono, arrivando a chiedersi se si tratti di un disturbo mentale o di una percezione di sé che l’accompagnerà per tutta la vita. Una storia certamente non autobiografica, ma che si basa sull’esperienza del regista, che con questa pellicola ha voluto finalmente fare coming out come persona trans e rivelare al mondo il difficile percorso di transizione che ha affrontato:
Certamente sono io. Questo è il mio punto di vista. Sono io. È chiaro che si tratta di una rappresentazione di me stesso. Non ci sono dubbi che sia io. Lo sguardo è della ragazza, ma corrisponde assolutamente al mio. Questo è un tema ricorrente per me – la riconciliazione del conflitto fra maschile e femminile – e può essere esplorato in infiniti modi. In questo film penso di aver raggiunto l’apice di questa esplorazione. Adesso credo di essere pronto per andare avanti.
La pellicola affronta inoltre un altro tema difficile per Crialese, il rapporto fra madre e figlia. Il personaggio di Penèlope Cruz è infatti una donna imbrigliata nei proprio ruoli di moglie e madre, la cui frustrazione appare evidente agli occhi della figlia maggiore. Rapporto che il regista ha raccontato attingendo ai suoi ricordi personali. Un film che ha avuto bisogno di tempo, distanza e consapevolezza per essere scritto e girato e che conclude finalmente una parte difficile del percorso di vita di Crialese.