Fakes: recensione della serie TV Netflix

Con Fakes il catalogo di Netflix si arricchisce di un nuovo prodotto pensato per i giovani (come già ha fatto con Non sei niente di speciale uscito in contemporanea), anche e non solo in previsione dell’imminente rientro scolastico, e in questo caso gioca su un’alternanza di toni che vanno dalla commedia al crime. Dieci episodi di poco più di 20 minuti ciascuno raccontano la prima stagione di avventure di Zoe e Becca, due amiche molto diverse tra loro ma anche molto legate, che si trovano disposte, per non dire volenterose, a creare un vero e proprio impero di documenti falsi con cui guadagnare un po’ di soldi.

Ogni episodio è narrato direttamente dalla protagonista, imponendo alla narrazione il proprio punto di vista, volto a scagionare prima l’una e poi l’altra, in un gioco di riflessi in cui vittima e carnefice si scambiano continuamente di ruolo. Oltre alle due protagoniste, anche Tryst ha l’occasione di proporre il suo punto di vista in qualche episodio, pur mantenendo ben fermo il centro del racconto sul duo Zoe e Becca. Nato più o meno per caso, infatti, il business di falsificazione di patenti e tesserini vari diventa sempre più serio, coinvolgendo inaspettati complici fino a costruire una piramide di cui le due adolescenti costituiscono il vertice. Ad aprire il racconto è in realtà la fase finale di questa avventura teen crime, così che tutti gli episodi successivi diventano il racconto per definire cosa è successo e chi sia il principale imputato da mettere alla gogna: rivolgendosi direttamente in camera, di volta in volta le protagoniste cercano di accattivarsi la benevolenza del pubblico, per apparire il più innocente possibile.

Fakes: nella serie Tv Netflix musica e fotografia lavorano in maniera eccellente

Da un punto di vista estetico e stilistico, Fakes non si presta a particolari riflessioni autoriali, se non quelle relative al processo di avvicinamento al pubblico suo target di riferimento e a quanto effettivamente le protagoniste riescano a incontrare le aspettative di tutti. Musica e fotografia, dal canto loro, lavorano in maniera eccellente in questo senso, con espedienti e stili molto efficaci per raggiungere il risultato: techno e luci strobo si alternano ai caldi toni familiari, mostrando diverse sfaccettature della vita di due giovani canadesi con le loro luci e le loro ombre, sia nella dimensione pubblica che in quella privata. A fare da collante in tutte queste vicende c’è un tono comico e divertito, che smorza di continuo i toni più cupi della serie e che conferma ancora maggiormente la centralità di Zoe e Becca come fossero vere e proprie condottiere del loro mondo: un impero costruito con una forte ingenuità iniziale ma che ha di giorno in giorno assunto sempre più potenza e peso sia economico che sociale.

Fakes può insomma contare sulle interpretazioni di Emilija Baranac, nei panni di Zoe, e di Jennifer Tong, nei panni di Becca, le quali sanno dare un’interpretazione tonda di due protagoniste spesso manichee nel loro modo di presentare la vicenda anche se mai banali. Insieme a loro nel cast troviamo Richard Harmon a coprire il ruolo di Tryst, altro valido componente di un gruppo attoriale piuttosto centrato. Uscita in contemporanea in tutti i territori dove è disponibile Netflix, non si conoscono ancora informazioni ufficiali riguardo alla possibilità del rinnovo di Fakes per una seconda stagione e si attendono quindi comunicazioni in proposito nel prossimo futuro.

Regia - 2
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 3

3.2

Fonte: Un cast azzeccato e un comparto tecnico eccellente fanno di Fakes una serie da non perdere!
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