House of the Dragon: i pro e i contro dell’episodio 9, da Criston Cole al finale esplosivo
Scopriamo insieme i momenti salienti del penultimo episodio di House of the Dragon disponibile su Sky [SPOILER]
House of the Dragon non ci dà tregua. Dopo esserci commossi con l’interpretazione di Paddy Considine in “Il lord delle maree”, la serie prosegue la sua corsa con un episodio denso, politico e dalla forte suspense. La nona puntata è il punto di non ritorno, il reale inizio della Danza dei draghi, quella guerra fratricida di cui tanto abbiamo sentito parlare in Game of Thrones. La storia prosegue esattamente laddove si era interrotta la settimana scorsa, mostrandoci le conseguenze di quel fraintendimento tra Viserys e Alicent; anche se nell’ombra qualcun altro dava forma ai propri piani.
“Il concilio verde” è una puntata carica di tensione, in cui fino all’ultimo la narrazione ci tiene con il fiato sospeso. Da lettori dei romanzi di George R. R. Martin siamo ben consci di come si evolverà il racconto, ma la storia ci insegna che le trasposizioni televisive non sempre seguono alla lettera i romanzi da cui sono tratte. Ed è per questo che non bisogna mai dare per scontati gli accadimenti di House of the Dragon. Al di là di questo, il nono episodio è diretto ancora una volta con sapiente maestria e recitato altrettanto. Eppure ci sono stati alcuni passaggi che possiamo definire controversi, meritevoli quindi di un’analisi più approfondita.
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Vediamo quindi i pro e i contro del penultimo appuntamento con House of the Dragon. Come sempre, l’articolo contiene spoiler sulla trama e ne consigliamo quindi la lettura post visione.
Pro: il giusto climax ripreso con intelligente asciuttezza
Ciò che ci ha convinto maggiormente di House of the Dragon non sono né i draghi né gli intrighi politici, ma le piccole cose. Fin dai primi episodi abbiamo notato una certa attenzione ai dettagli, dai segna posto al tavolo del concilio ristretto fino alle brevi scena di corte. Sono proprio quest’ultime ha dare corpo al racconto, mostrandoci stanze inedite della Fortezza rossa e i personaggi che la abitano. Ed è proprio da tali rappresentazioni che parte il nono episodio, dalla routine di palazzo per poi arrivare ai protagonisti in una scalata dal basso verso l’alto. La fotografia è scura, grigia, getta ombre nere su ciò che in segreto si sta ordendo. Viserys è morto, e ora si gioca la vera partita, tra successioni e tradimenti.
I verdi gettano la maschera e rivelano il loro piano. Alicent si muove innocentemente da quelle che ritiene le ultime volontà del marito, mentre il primo cavaliere può finalmente dar sfogo al proprio piano. Otto Hightower è ancora una volta interpretato magistralmente da Rhys Ifans, che riesce a dare al proprio personaggio un’aria pacata e minacciosa allo stesso tempo. La messinscena della puntata crea tensione, angoscia e poi rabbia ed esaltazione. Tuttavia, non tutto è perfetto, a partire da una CGI cagionevole e un montaggio a tratti scattoso e repentino. Alcune sequenze mal si collegano una con l’altra, ma sulla totalità dell’episodio questo non sembra influire troppo in maniera negativa.
Contro: il Sir “Crispin” Cole di Fabien Frankel
Inizialmente quello di Criston Cole era un ruolo con una certa coerenza e profondità. Il personaggio si uniformava alla storyline di Rhaenyra, ne esaltava le sfaccettature e il futuro percorso d’emancipazione. In seguito, nel salto temporale tra il quinto e il sesto episodio qualcosa sembra essere cambiato. Notiamo il risentimento e la frustrazione del cavaliere, ferito secondo lui nell’orgoglio. Egli diventa la spada fidata di Alicent Hightower, la sua ombra. Ma se da una parte il suo percorso si attiene alla storia scritta da Martin, dall’altra pecca nella rappresentazione. Cole è diventato una macchietta, una pallida imitazione di un Darth Vader medioevale: silenzioso e pronto a scattare al minimo insulto. Non riusciamo a comprendere molte delle sue azioni, non ultima quella del nono episodio di House of the Dragon.
Parliamo del momento in cui il cavaliere uccide in uno scatto d’ira un membro del concilio ristretto, una scena che abbiamo reputato fuori contesto. Sullo stesso piano viaggia l’interpretazione di Fabien Frankel, sempre meno convinta e mono facciale. L’attore sembra non riuscire ad andare oltre una posa e un’espressione granitica, non ci restituisce la profondità richiesta per rendere credibile il proprio personaggio. Manca ancora un episodio e speriamo di poterci ricredere prima con il gran finale.
Contro: la Larva bianca di House of the Dragon
Un altro personaggio sfugge da qualsiasi catalogazione e comprensione, ed è la Mysaria interpretata da Sonoya Mizuno. Presentata inizialmente come amante di Daemon Targaryen si è presto emancipata da tale ruolo per creare una carriera tutta sua, divenendo la Larva Bianca. L’abbiamo vista in vari episodi collaborare con Otto Hightower, vendendogli segreto scomodi, come la fuga tra Rhaenyra e Daemon e questa settimana l’ubicazione del principe Aegon. House of the Dragon ha centellinato i momenti con questo personaggio che, in alcuni casi, abbiamo trovato forzati e ridondanti.
Ma se c’è una cosa a cui Martin ci ha abituato è il fatto che ogni personaggio, dal più piccolo al più grande, ha una sua valenza all’interno della macrotrama. Mysaria sembra essere perita nell’incendio ordito del subdolo Larys in accordo con Alicent, ma dobbiamo presuppore che la Larva bianca fosse un passo avanti e sia fuggita in tempo dalla propria abitazione. Anche nel suo caso, speriamo che l’ultimo episodio di House of the Dragon possa redimere un personaggio fino ad ora poco valorizzato.
Pro: l’assenza dei neri nel nono episodio di House of the Dragon
A quanto pare l’unica a rimanere ad Approdo del re è Rhaenys, mentre Rhaenyra, Daemon e famiglia sembrano essere tornati a Roccia del drago; della “regina che non fu” ne parleremo più avanti. La fazione dei neri è la grande assente della puntata, la prima senza Rhaenyra protagonista. È una scelta che abbiamo apprezzato per diversi motivi. Il primo è che, con tale scelta, la narrazione si è potuta concentrare sulla famiglia Hightower e i figli di Viserys, dando così spessore ai personaggi e alla narrazione in divenire. Ciò ci consente di avere un’idea più chiara dei piani dei verdi, delle loro motivazioni e tormenti. Possiamo osservare le tribolazioni di Alicent, combattuta su più fronti, a partire dalla scelta di non uccidere la sua vecchia amica, Rhaenyra, e onorare così la memoria di un marito che ha sempre amato.
La seconda motivazione è la creazione delle aspettative e il mistero per il season finale. Rhaenyra e Daemon non sono a conoscenza della morte del re e non sappiamo come si stiano organizzando per il futuro. Soltanto il teaser del decimo episodio ci darà un’idea di come affronteranno il tradimento dei verdi, ma fino alla fine ci aspettiamo una loro comparsa. House of the Dragon nega ogni aspettativa, creandone a sua volta molte altre.
Pro e contro: il finale esplosivo con Rhaenys
Infine assistiamo alla forzata incoronazione di Aegon Targaryen. Il giovane principe era riluttante al ruolo, ma le parole della madre e l’acclamazione del popolo gli fanno cambiare idea ben presto. È una scena solenne e crudele allo stesso tempo, in quanto coscienti della personalità meschina di Aegon e della sua violenza. Il momento è spezzato dall’irruzione nel tempio di Rhaenys sul dorso del suo drago. La principessa era fuggita precedentemente grazie all’aiuto di una delle guardie reali, contraria alle malefatte di Aegon.
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Ed è qui che arriviamo al momento più controverso dell’intero episodio. Rhaenys apre uno squarcio nel tempio, uccidendo parte della popolazione presente in seguito alla devastazione del suo drago. Qui abbiamo un confronto tra la donna e i verdi, immobili e inermi difronte alla forza e al fuoco di Meleys. Il giovane re, come tutti i presenti, sarebbero state delle facili vittime, ma Rhaenys decide di non uccidere nessuno e fuggire in armatura verso Roccia del drago. È ovvio che, se Rhaenys avesse ucciso i presenti sarebbe finita la serie, ma non capiamo allora il movente di tale scena.
Il personaggio poteva tranquillamente fuggire da Approdo del re tramite altre vie e la trama sarebbe filata liscia lo stesso, perché che Rhaenys compaia nel tempio o meno non cambia la storia. Da un punto di vista della mera spettacolarizzazione è un momento ben riuscito, ma da una prospettiva narrativa superfluo. È anche vero che parliamo di un personaggio con una propria etica morale e una propria regalità, e l’uccisione di parte della propria famiglia sarebbe stata un out of character. La sequenza si collega anche allo scambio tra Rhaenys e Alicent, in cui le due donne si confrontano e si comprendono. La regina che non fu potrebbe rivedersi nella figura materna di Alicent, alle costrizioni a cui il suo ruolo l’ha condotta. Da questo punto di vista la scena ha i suoi pro e i suoi contro.
Dobbiamo aspettare ancora una settimana per il decimo episodio di House of the Dragons, in un finale che secondo le immagini del trailer saprà rendersi incandescente.