Lockdown all’italiana – la furiosa polemica sul film di Enrico Vanzina: “uso improprio della tragedia del Covid-19”

Lockdown all'italiana verrà trasmesso su Canale 5 il 20 settembre. Si riaccenderà la polemica nata dopo il rilascio al cinema?

In quella che sembra un’epoca fa il mondo intero si è ritrovato paralizzato da una pandemia senza precedenti, quella da Covid-19. All’improvviso la parola lockdown è diventata di uso comune e il vivere reclusi in casa l’unica alternativa possibile. Uno scenario apocalittico, degno di un film o un romanzo sci-fi, che il cinema ha deciso di far proprio, declinandolo in molteplici sfumature. In Italia – come spesso accade – si è deciso di ridere di una tragedia, in maniera però fin troppo godereccia e sprovveduta. A “macchiarsi” di tale onta è stato Enrico Vanzina, con il suo Lockdown all’italiana. Accolto da polemiche al suo debutto al cinema – il 15 ottobre 2020 – il film è destinato a tornare nel mirino del pubblico e della stampa in vista del suo passaggio in tv, in prima serata, il 20 ottobre alle 21:40 circa, su Canale 5.

Lockdown all’italiana – Enrico Vanzina e le critiche alla sua decisione di “ridere di una tragedia”

Enrico Vanzina, quindi, è stato fortemente attaccato e criticato per la sua decisione di incentrare il suo primo film da regista – di solito ad occuparsi della regia era il fratello Carlo – sulla pandemia da Covid-19. L’accusa è quella di aver “utilizzato in modo improprio la tragedia della pandemia per far ridere gli spettatori”. Lockdown all’italiana – come si evince infatti dalla sinossi ufficiale – aspira infatti a far ridere ma anche riflettere. Parole però giudicate ipocrite ed irrispettose dal popolo del web, scatenatosi sin dalla comparsa della locandina: Ezio Greggio in mutande e Martina Stella visibilmente poco vestita campeggiano infatti accanto a Ricky Memphis e Paola Minaccioni.

Lockdown all'italiana polemica - Cinematographe.it

Basta citare solamente due commenti fra i tantissimi apparsi in rete per capire il tenore della protesta, destinata a riaccendersi in queste ore: “Nella locandina mancano 35mila morti. Ma mi sa che tra le mutande di Greggio e il c*lo di Martina Stella non ci stavano. Pietosi” – “Un periodo tragico per milioni di italiani, lutti, famiglie in difficoltà economiche, problemi per mancati servizi sanitari o a persone con disabilità… e ci fate un film COMICO? Inorridisco”. Commenti indignati arrivarono anche dal mondo dello spettacolo. Francesco Bruni, ad esempio, ha twittato, con molta eleganza, che ha sentito la necessità di cambiare il titolo del suo film in uscita sempre nel 2020 da Andrà tutto bene – divenuto lo slogan del lockdown – in Cosa sarà: “E io che mi preoccupo di cambiare un titolo perché mi sembra irrispettoso. Ma in che mondo vivo?” Appuntamento dunque al 20 settembre, per scoprire se Lockdown all’italiana sortirà lo stesso effetto negli spettatori, a distanza di circa due anni da quel terribile periodo.

Leggi anche Intervista a Enrico Vanzina: Natale a 5 stelle, Netflix e la stima per Muccino