Ticket to Paradise: recensione del film con Julia Roberts e George Clooney
George Clooney e Julia Roberts si riuniscono per Ticket to Paradise, una commedia romantica vecchio stile con una sceneggiatura spiritosa ed una splendida location per rifarsi gli occhi.
George Clooney e Julia Roberts sono i protagonisti di Ticket to Paradise, commedia diretta e scritta da Ol Parker, distribuita a partire dal 6 ottobre 2022, pronta a regalare al pubblico una performance tanto semplice quanto coinvolgente dei due veterani di Hollywood. Per chi è nato prima degli anni ’90 (o giù di lì), l’attore e l’attrice statunitense rappresentano un sinonimo di qualità e, senza dubbio, un motivo valido per recarsi in sala e godersi questo nuovo film che li riunisce sul grande schermo dopo le precedenti collaborazioni in Ocean’s Eleven e Money Monster – L’altra faccia del denaro.
Ticket to Paradise punta su un titolo cataforico: acquistando il biglietto per il cinema, infatti, si ottiene automaticamente l’ingresso per un vero e proprio paradiso, che prende forma attraverso gli scenari in cui si sviluppa la quasi totalità della storia. Deve averci preso gusto Ol Parker, dopo l’esperienza come regista e sceneggiatore di Mamma mia! Ci risiamo, risalente a quattro anni fa, in cui la location riempiva di splendore lo sguardo del pubblico. In questo caso, la “musica” è decisamente diversa, ma le atmosfere sono simili, così come il desiderio che, inevitabilmente, si fa largo nel cuore degli spettatori, di lasciare tutto e partire per luogo esotico, mentre intorno a sé prende il via la stagione più fredda e malinconica dell’anno.
Ticket to Paradise, la commedia di Ol Parker accende i cuori dei fan del genere
Al centro di Ticket to Paradise, una famiglia moderna: Lily (Kaitlyn Dever), sua madre Georgia (Julia Roberts) e suo padre David (George Clooney). I due non stanno più insieme da tempo e la loro separazione non è stata certo delle più pacifiche, anzi. Non hanno più punti in comune e sembra proprio che, se solo ne avessero la possibilità, sceglierebbero volentieri di non saper più nulla l’uno dell’altra. Se non fosse per Lily, unica gioia che entrambi associano al proprio passato in comune. La ragazza si laurea e, per festeggiare tale traguardo, viaggia verso Bali per godersi una vacanza con la sua migliore amica, Wren (Billie Lourd). Quella che doveva essere una semplice parentesi di relax, però, si rivelerà una vera e propria svolta per la vita non solo sua ma anche dei suoi genitori che, a quel punto, dovranno tentare di seppellire l’ascia di guerra per il bene della loro unica figlia.
Sin dall’inizio, risulta evidente quanto l’intero peso (seppur si tratti di un’opera satura di leggerezza) poggi sulle spalle di Julia Roberts e George Clooney. Il pubblico va al cinema per loro e, in questo senso, non rimarrà deluso: solo per un momento, ovvero durante la sequenza che racconta il colpo di fulmine di Lily, necessaria per lo sviluppo della trama, il ritmo rallenta e gli spettatori fanno il conto alla rovescia finché non ritrovano sullo schermo le due vere star del film. A partire da quel momento, Roberts e Clooney non vengono mai persi di vista ma, anzi, prendono per mano il pubblico e lo portano ad affrontare, insieme a loro, una situazione improvvisa con cui molti genitori preferirebbero non avere mai niente a che fare. E se al centro di tutto c’è apparentemente la storia di Lily, in realtà Ticket to Paradise gira intorno alla relazione di Georgia e David, dal loro punzecchiarsi costantemente come due ragazzini al loro riuscire finalmente a confrontarsi da adulti su ciò che è stato il loro passato insieme, su cosa sia andato storto e, di conseguenza, sul comprendere quanto in fondo ci sia ancora tanto da vivere, senza più dar peso al sempre futile e deleterio orgoglio.
Julia Roberts e George Clooney non hanno nulla da dimostrare e la loro complicità è il punto di forza del film
Ticket to Paradise mette così a confronto l’amore più “fresco” di Lily con quello più maturo dei suoi genitori. E se il film richiamerà un pubblico composto soprattutto da chi, nel corso dei decenni, ha avuto modo di seguire “in diretta” l’ascesa ed i maggiori successi di Julia Roberts e George Clooney, va da sé che sarà proprio la storia tra i loro due personaggi quella nella quale gli spettatori si riconosceranno maggiormente. Questo è probabilmente l’aspetto più vincente del film che, per il resto, rappresenta la classica commedia americana old style, che intrattiene e permette di evadere un po’ durante la visione, senza pretendere di rimanere impressa a lungo nella memoria di chi la guarda. Di certo, a valere il prezzo del biglietto è la performance del duo Clooney-Roberts, i quali si mettono in gioco, sapendo di non avere più nulla da dimostrare, anche in scene che per alcuni potrebbero risultare sconvenienti ma che, invece, risultano assolutamente irresistibili (qualcuno ha detto “beer pong”?) grazie alla loro enorme complicità che esiste, eccome, anche al di fuori del set. I due attori sono maestri in questo genere e, dopo tanto tempo, né Roberts né Clooney sbagliano un passo. Entrambi sono assolutamente credibili nei loro dialoghi accesi ed i loro continui scherzi reciproci, che portano sullo schermo con assoluta facilità e stile. In effetti, il regista Ol Parker e la sceneggiatura firmata da lui e Daniel Pipski, offrono loro tutto il tempo e lo spazio di cui hanno bisogno.
Ticket To Paradise, insomma, non sta sovvertendo il genere commedia che tanto andava di moda vent’anni fa. Non sta mettendo a dura prova il cervello o cercando di essere qualcosa di diverso da quello che è. Le persone che amano le commedie romantiche della vecchia scuola lo adoreranno. I più cinici, invece, non saranno in grado di apprezzarlo. In definitiva, i difetti di Ticket To Paradise sono ugualmente i suoi punti di forza: è incredibilmente prevedibile, segue una struttura rigida con poche o nessuna deviazione da essa, però non lo nasconde e, proprio per questo motivo, si lascia guardare e godere fino in fondo.