Naomi Watts: “la mia carriera finita a 40 anni perché inscopabile”
A Naomi Watts è stato detto che la sua carriera sarebbe finita una volta raggiunti i 40 anni perché "non scopabile".
“Non sei sexy, quindi non verrai assunta”, Naomi Watts ricorda i terribili commenti sessisti che le hanno rivolto quando ha iniziato a lavorare nel mondo del cinema. L’attrice, che ha recitato nell’iconico Mulholland Drive di David Lynch all’età di 33 anni, rivela che gli addetti ai lavori del cult le avevano detto che la sua carriera sarebbe finita una volta compiuti i 40 anni, o almeno fino all’approcciarsi della menopausa, perché non sarebbe stata più sexy.
“Mi è stato detto ‘Farai meglio a fare molto ora perché sarà tutto finito quando avrai 40 anni, quando diventerai inscopabile‘. E io ho risposto ‘Cosa? Cosa significa esattamente?’ Poi ci ho pensato e ho capito, ‘Oh, giusto. Quando non sei più riproduttivo, quando quegli organi non funzionano più, non sei sexy, quindi non sei arruolabile’. Questo mi ha fatto arrabbiare così tanto”.
Naomi Watts: “alle donne viene chiesto di non invecchiare”
Da Mulholland Drive del 2001, un ruolo di svolta per la sua carriera, Watts ha guadagnato due nomination agli Oscar e, attualmente, guida il cast della serie Netflix True Crime di Ryan Murphy The Watcher, eppure sente ancora che per le donne di Hollywood c’è un terribile orologio biologico che ticchetta fastidiosamente nelle orecchie, indipendentemente dal loro livello di fama o riconoscimenti.
“Dal nostro primo giorno di vita iniziamo il nostro processo di invecchiamento”, ha detto Naomi Watts a EW. “È qualcosa con cui tutti dobbiamo sentirci a nostro agio e alle donne viene chiesto di farlo più degli uomini. Non parliamo di un uomo che invecchia quasi mai. Non parliamo dei suoi capelli grigi. In effetti, se lo facciamo, è come, ‘Oh, diventa più bello, più desiderabile, più potente.’ E perché è potente? Perché ha accumulato esperienze. Beh, dovrebbe essere lo stesso per le donne. Abbiamo anche esperienze importanti e potenti a questa età di cui dovremmo sentirci orgogliosi”.