La parte della sposa: recensione della commedia romantica Netflix
La commedia di Cris D'Amato non riesce ad andare oltre gli stereotipi del suo genere di riferimento.
La parte della sposa è il nuovo film del regista brasiliano Cris D’Amato (Doppio papà), che è noto soprattutto per avere diretto numerose commedie e film per famiglia. La sua sceneggiatura è stata realizzata da Luanna Guimaraes, per cui questa produzione rappresenta l’esordio. La pellicola è distribuita in Italia da Netflix ed è disponibile sulla piattaforma a partire dal 13 ottobre.
Il cast del lungo è capitanato dalla coppia composta da Caio Castro e Thati Lopes (Diario segreto di un viaggio a New York), che interpretano rispettivamente il protagonista maschile e femminile. Il resto del parco attori è composta da caratteristi di esperienza.
La parte della sposa: innamorarsi per davvero, mentre si fa finta
Protagonista delle vicende narrate da La parte della sposa è Luiz (interpretato da Caio Castro), un giovane scapolo intenzionato a rimanere single il più a lungo possibile. Il suo rapporto con le donne si basa a suo dire sulla totale onestà: lui dichiara sin dal principio di essere interessato solamente a rapporti occasionali e, in ogni caso, non frequenta nessuna partner per più di tre mesi. Luiz è disoccupato e, quando non è alla ricerca di una nuova avventura, vive ancora a casa della madre.
Un improvviso malore della genitrice sconvolge lo status quo della famiglia. Alla donna viene infatti diagnosticata una malattia estremamente grave che, salvo cambiamenti improvvisi, dovrebbe portarla al decesso entro sei mesi. Per garantire alla propria madre un periodo sereno, Luiz le racconta di essersi fidanzato.
Per rendere più credibile la sua storia, il giovane decide di rivolgersi a Lina (Thati Lopes), un’attrice teatrale che per sopravvivere interpreta la parte della fidanzata o della moglie ad eventi pubblici. Questa, per rendere il più credibile possibile la menzogna, accetterà di trasferirsi a casa di Luiz. Nonostante non ci sia inizialmente alcun tipo di sentimento che gli lega, i due giovani scoprono durante il periodo di convivenza di essere più affini di quello che avrebbero creduto.
Una storia già scritta
Per quanto riguarda la scrittura, La parte della sposa segue in maniera piuttosto pedissequa la struttura tipica della commedia romantica. Si tratta di una formula abusata che, per risultare efficace, avrebbe dovuto mettere in primo piano l’aspetto comico della vicenda. Le battute che popolano lo script non sono però sufficientemente brillanti per conferire l’energia necessaria a ravvivare la sceneggiatura.
Non contribuiscono al buon esito neanche le interpretazione degli attori, tutti un po’ sotto tono. L’interpretazione di Caio Castro è quella che lascia di più a desiderare; l’impressione che si ha è che abbia provato a risultare sia empatico che affascinante, finendo per non riuscire in entrambi i tentativi. La sua parte, a sua volta decisamente stereotipata, non lo ha poi aiutato.
Infine, a rendere anonima la commedia contribuisce anche la poca attenzione alla scenografia. La San Paolo de La parte della sposa è una città qualunque, priva di elementi che la contraddistinguono. In un certo senso, nella sua insignificanza la rappresentazione della città è in linea con la sceneggiatura.
Un passato difficile da imitare
Per la realizzazione de La parte della sposa si è fatto riferimento a due diverse idee di cinema: quella derivante dal melodramma hollywoodiano classico e quella tipica della pellicola romantica degli anni Ottanta. Entrambe sono citate in espliciti rimandi visivi.
Del modello classico si vorrebbe riprendere la brillantezza della regia, ma non si è in grado di imprimere il ritmo corretto alla pellicola; non si riesce nemmeno a trasmettere al prodotto l’aria iconica tipica dei prodotti dell’epoca. Delle opere degli anni Ottanta si punta invece a recuperare la sensualità, ma la scrittura eccessivamente prudente, insieme con lo scarso carisma degli interpreti, neutralizza questo tentativo.
In ultima analisi, gli autori de La parte della sposa non sembrano particolarmente interessati a imprimere una identità specifica alla produzione, che risulta di conseguenza mediocre. Certo, nessun aspetto del prodotto è di per sé pessimo, ma allo stesso tempo sono completamente assenti tratti che lo possano rendere memorabile.