Emmanuelle Seigner difende Roman Polanski: “tutte volevano andare a letto con lui, non aveva bisogno di violentare nessuno”
L'attuale moglie del noto cineasta polacco ha rilasciato delle dichiarazioni un po' controverse.
Emmanuelle Seigner è un’attrice, modella e cantante nativa di Parigi, nipote dell’attore Louis Seigner e sorella dell’attrice Mathilde Seigner. La sua carriera nel mondo della moda è cominciata a 14 anni, quando ha iniziato a sfilare, per poi divenire testimonial di grandi brand come Burberry, Céline, H&M, Marc Jacobs, Moschino e Yves Saint Laurent. Detto questo, a partire dal 1985, la diva ha fatto il suo debutto anche nel mondo cinematografico inizialmente con Detective di Jean Luc Godard, per poi apparire ne Il male oscuro (1990), Nirvana (1997), Streghe verso nord (2001). Il lungometraggio più importante, però, è stato Frantic del 1988 che gli ha permesso l’attuale marito, il film-maker Roman Polański (Il pianista, Carnage).
Emmanuelle Seigner ha debuttato come modella all’età di 14 anni
Di recente, in un’intervista televisiva (riportata da TGCOM24), proprio Emmanuelle Seigner ha difeso Polański che nel 1977 fu accusato di aver drogato e stuprato l’allora 13enne Samantha Gailey, si fece 42 anni di prigione e dovette fuggire all’estero. La vicenda si è trascinata fino al 2009, con la recente negazione dell’estradizione negli Stati Uniti. Un fatto molto controverso che la Seigner ha giustificato con delle parole altrettanto difficili che hanno fatto già polemica.
Quando ho conosciuto mio marito, tutte le donne volevano andare a letto con lui, era molto attraente e non credo avesse bisogno di violentare qualcuno. A tredici anni si è giovani, certo, ma era un’epoca molto permissiva. Per me, che ho iniziato la mia carriera di modella a 14 anni, non è una storia che mi ha sconvolto. Gailey ha perdonato Roman, hanno un ottimo rapporto e si scrivono anche e-mail. Non sopporta questo statuto di vittima e per questo ha chiesto l’archiviazione del procedimento. È terribile. Agli attori viene consigliato di non recitare nei suoi film. Io stessa sono sulla lista nera in Francia.
Ovviamente non sono tardate le risposte piccate a queste parole di Emmanuelle Seigner, tra le quali spiccano quelle della giornalista francese Hélène Devynck, scrittrice del recente libro L’impunite dove accusa direttamente di violenza il noto anchorman Patrick Poivre d’Arvor. Secondo la Devynck, “queste sono la presunzione irrefutabile del consenso. Il viale dell’impunità.”