Vittorio – In un tempo fuori dal tempo: recensione del film
L'elogio a Vittorio Sgarbi, eccellente critico d'arte, irruente e debole al fascino femminile.
Vittorio – In un tempo fuori dal tempo è il lavoro di Elisabetta Sgarbi, in arte Betty Wrong, presentato in anteprima al Torino Film festival.
Un titolo che sintetizza pienamente quanto stiamo per vedere. Il film è stato girato durante i festeggiamenti dei 70 anni di Vittorio Sgarbi. Le prime riprese avvengono su un battello che lentamente percorre il Po in una giornata di maggio non troppo soleggiata; una cornice quasi voluta come se si preferisse per meglio esplorare la “genialità” di un uomo irruento ma fermamente convinto del fascino decadente della cultura. A bordo tantissimi amici del critico d’arte; volti noti della televisione, della musica e dell’editoria.
Vittorio – In un tempo fuori dal tempo: l’elogio del critico d’arte
Le intenzioni della regista-sorella non sono quelle di proporre la narrazione biografica di Vittorio Sgarbi quanto piuttosto offrire un vero e proprio elogio. Tutto avviene davanti ad una camera da presa, gli ospiti si fanno inquadrare, una frase, un ricordo, un racconto e un foulard fucsia che li copre e li scopre, tra rivelazioni, simpatici sorrisi e aneddoti.
Elisabetta Sgarbi del fratello dice: “Mio fratello Vittorio è dispettoso, ma moltiplica la vita di chi gli sta intorno”; Vittorio della sorella dice: “da piccola la torturavo, alla fine ha vinto lei”. Nel tempo è diventato un volto televisivo conosciutissimo, la sua irruenza e la sua supponenza nell’apostrofare l’ignoranza altrui (secondo lui), hanno creato e definito un personaggio dal sarcasmo spietato e da una sottilissima ironia.
La sua vita vissuta con una curiosità quasi ossessiva, certosina e insaziabile verso l’Arte e la Bellezza dimostrando particolare sensibilità verso la bellezza e il fascino femminile.
Vittorio- In un tempo fuori dal tempo: 70 anni di irruenza, passione per l’arte ed incontrollabile ego
Il ritratto che emerge? È il ritratto di un uomo sorprendentemente generoso, padre quanto basta, amante fino al midollo ma felice solo in mezzo all’Arte. Vittorio Sgarbi è sicuramente un critico d’arte eccellente, gli ospiti lo tratteggiano con frasi essenziali che danno vita ad un personaggio eclettico, sicuramente dal carattere non facile. Tanti e tale le esperienze che sembra abbia vissuto non una ma tante vite; i complimenti e le lodi sono tante così come pure i riferimenti alla sua intemperanza, ma tutti manifestano la gioia di averlo incontrato e aver condiviso con lui l’amicizia.
Lasciata la Nave Stradivari tra Karaoke e l’allegria la festa di compleanno si trasferisce, due giorni dopo, a Milano a casa di Francesco Micheli; anche qui tantissimi i presenti, giornalisti, critici, scrittori, tutti pronti a spegnere le candeline dei 70 anni di Vittorio, che in realtà non sembra essere particolarmente attento alla festa intorno a lui.
Vittorio- In un tempo fuori dal tempo: la linea sottile tra persona e personaggio
Insomma, Vittorio Sgarbi è tante cose, tanti concetti assoluti e dissoluti, tutto e il contrario di tutto, è la chiara mistificazione di se stesso naturalmente fin quando ne ha voglia. È certa la sua limpidezza linguistica, sembra non esistano argomenti impossibili da trattare; Vittorio Sgarbi ha fatto della “parola libera” la sua dimensione suprema!
Il lavoro di Elisabetta Sgarbi non ricorre ad alcun artificio tecnico o cinematografico; potrebbe essere definito un “corto allungato” che indossa le vesti tipiche della Sgarbi; oppure una concentrazione concettuale che vuole mettere in evidenza la differenza tra personaggi e persone.
Un racconto a suo modo originale, sicuramente diretto, sicuramente esplicito e reale. Il regalo di una sorella nei confronti di un fratello maggiore sicuramente impegnativo e a volte scomodo ma che le ha insegnato a non esser da meno. Un amore” folle”, ma a loro modo, nei gesti, negli scambi delle loro affettuosità, convinti di una loro intelligenza, non da tutti, non per tutti.