Nessuno deve sapere: recensione del film di e con Bouli Lanners
Una storia d'amore atipica, in cui Bouli Lanners spicca in tutto e per tutto!
Phil e Millie sono i protagonisti di Nessuno deve sapere, film firmato da Bouli Lanners e interpretato, tra gli altri, proprio dal regista, in uscita in sala il 1° dicembre distribuito da Kitchen Film.
Phil è un corpulento agricoltore, impiegato nei terreni di una famiglia in una sperduta isola delle Ebridi scozzesi, spesso compiaciuto dal tramandare la sua esperienza a chi lo avvicina. Quando viene colpito da un ictus, Millie, la figlia del proprietario delle terre in cui lavora, lo va a prendere in ospedale, scoprendo presto che Phil soffre di un’amnesia. Le giornate dei due diventano sempre più vicine e la donna, mentre lo aiuta a ricostruire il mosaico della sua vita sociale, gli mente sostenendo che i due fossero amanti prima del malore. Phil accetta il racconto del suo passato, fino a rivivere una nuova passione con Millie. Piano piano i ricordi riaffiorano e alcuni dettagli lasciano intuire all’uomo che forse le cose non sono esattamente come gli sono state raccontate.
Nessuno deve sapere: una storia d’amore atipica
Farley, Lanners e Mielants scelgono di ambientare questa storia d’amore atipica in un’atmosfera poetica, in cui i silenzi e la pacatezza del linguaggio accompagnano immagini dal marcato senso estetico. In questa sorta di architettura fotografica, i corpi dei protagonisti riempiono le inquadrature, spesso con primi piani a scrutare l’evoluzione della storia tra Millie e Phil. Soprattutto nella fase iniziale Nessuno deve sapere procede per quadri, giustapponendo immagini diverse per avvicinarsi a conoscere i personaggi, proprio a partire dall’uomo intento a lavorare nei campi.
La sceneggiatura gioca su un codice di comportamento e di linguaggio che rimandano al mondo letterario britannico, scegliendo non a caso di girare nei campi scozzesi mossi dal vento, perfetto sfondo per una storia d’amore che sembra provenire da un’altra epoca o, meglio, che sembra sospesa in una dimensione temporale avulsa da quella reale. A fare da padrone assoluto di Nessuno deve sapere è senza dubbio Bouli Lanners, che veste i panni di Phil, il protagonista, che con la sua forte fisicità ammalia lo spettatore mantenendo sempre alta la tensione del racconto, sia che si tratti della storia d’amore con Millie sia che si parli del suo misterioso passato (completamente avvolto nel mistero). Nel film spesso si intrecciano vari linguaggi cinematografici, che spaziano dal meló romantico al noir psicologico, per comunque definire un andamento che alterna momenti di crescendo tensivo ai relativi ineluttabili disinneschi.
Un film che gioca sulla scelta
L’ombra del passato di Phil e quella del peccato veniale di Millie contribuiscono a rendere grazia a una storia d’amore particolare, ma fedele alla rappresentazione di un amore adulto, disincantato eppure poetico, in cui i due amanti non possono fare a meno di trascinare con sé il pesante fardello della vita vissuta, che non sempre è stata clemente. Nessuno deve sapere gioca sulla possibilità di conoscere, ma anche sulla scelta più o meno deliberata di ignorare qualcosa: il passato dell’amato che resta ignoto fa da contraltare alla consapevolezza dell’inganno, eppure tutto si riconduce a una lucida scelta che permette di affermare un nuovo equilibrio capace di accontentare e soddisfare i protagonisti della storia. Bouli Lanners fa in modo di rappresentare personaggi reali, consapevoli ognuno della maschera dell’altro e che scelgono di accettare la realtà dei fatti proprio nel momento in cui essa sfugge alla loro comprensione, potendo anche contare su due interpreti che rendono alla perfezione tutte le sfaccettature che questa costruzione richiede.