Venezia 73 – The War Show inaugura le Giornate degli Autori 2016
Al via da domani 31 agosto la 73. Mostra del Festival del Cinema di Venezia e con essa le Giornate degli Autori 2016. Dice il Direttore Giorgio Gosetti: “La programmazione di un festival è come uno spartito musicale. Scegliere la prima nota significa dare un colore a tutta la melodia”.
Così le Giornate 2016 si aprono nel segno della realtà, della Siria di ieri e oggi, di quella “dittatura della verità” che solo il cinema del reale, il documentario d’autore, possono garantire.
Grazie a scelte coraggiose della Mostra come il Leone d’oro a Francesco Rosi, il documentario a Venezia è di casa e da sempre le Giornate ne hanno presentato grandi esempi (basti pensare a L’incubo di Darwin nel programma della prima edizione del 2004) come un valore aggiunto della narrazione d’autore.
Ma con The War Show di Andreas Dalsgaard e Obaidah Zytoon si fa un passo più avanti: non è il regista a scegliere la sua visione della realtà, bensì è quest’ultima a dettare le regole.
Un film nato sui cellulari, un video-diario dal grande crogiolo siriano di ieri che ci fa comprendere l’oggi, una storia di uomini e donne, ragazzi e ragazze che brucia sulla pelle di ciascuno di noi: tutto questo è The War Show che “siamo profondamente onorati di avere avuto in regalo – continua Giorgio Gosetti – come nostro film inaugurale. Non a caso chiuderemo il nostro percorso veneziano il 10 settembre con un altro emozionante ritratto, quello di Domenico Quirico, raccontato da Paola Piacenza in Ombre sul fondo”.
Con un fitto calendario di eventi, personaggi sia nelle sale cinematografiche che alla Villa degli Autori, i Venice Days 2016 firmano forse l’edizione più ambiziosa e variegata nei temi e nei linguaggi d’autore: dalla “prima volta” dell’Islanda a Venezia (Heartstone) alla rivelazione della cinematografia colombiana (Pariente), dalla magia della danza del prestigioso debuttante Angelin Preljocaj (“Polina”) fino alle provocazioni eccellenti di Pippo Delbono con Vangelo e di Giorgio Pressburger con Il profumo del tempo delle favole.
Non va dimenticato il progetto delle Giornate di essere un luogo di confronto, riflessione e ricerca oltre la vetrina dei film.
Così sarà ad esempio con l’esperienza di cinema virtuale, una finestra sulla realtà dei migranti, proposta da Haider Rashid con No Borders; con il dibattito sull’interesse culturale nell’attesa legge sul cinema e quello sui Telent Labs europei, il China Film Forum del 2 settembre (con Bridging the Dragon e Doc/it) o l’incontro sulla diversità e quello sulle pari opportunità delle donne nel cinema italiano di oggi. “La nostra navicella prende il largo ancora una volta – osserva il Presidente delle Giornate, Roberto Barzanti – con il soffio del tempo a gonfiare le vele.
Il timoniere tiene la barra sul rinnovamento del cinema europeo e le vedette raccontano di un mondo in drammatico cambiamento. Ma io mi compiaccio in primo luogo per un cinema italiano che alle Giornate porta voci nuove e potenti, segno di un felice passaggio generazionale. Apriamo il sipario consapevoli del doloroso lutto che coinvolge tutta la nostra comunità nazionale; ma affidiamo proprio al cinema una voce di speranza e una volontà di cambiamento che sappiamo guidare anche coloro che oggi vivono il dolore dell’oggi”.
The War Show, nato dalla collaborazione tra la regista siriana Zytoon e il danese Dalsgaard, è tra i film più attesi della Mostra.
Racconta, attraverso mezzi cinematografici di fortuna, la terribile trasformazione avvenuta in Siria della primavera araba nella guerra che tutti conosciamo dal di fuori. “Come sono veramente accaduti questi eventi? – dichiarano i registi – Qual è il ruolo della videocamera? Quale ricostruzione dell’individuo e della società viene messa in scena davanti ai nostri occhi? Studiando a fondo i dettagli siamo convinti che sia venuto fuori un quadro più veritiero. Il gruppo di amici protagonisti del documentario, diffondono delle storie umane attraverso le quali emerge un ritratto politico e sociale della guerra civile siriana che è il conflitto dei nostri tempi”.