Malleus: recensione del film con Rosanna Fedele
Opera seconda di Andrés Rafael Zabala, Malleus è stato presentato al Festival Internazionale del Cinema di Salerno 2022.
L’emarginazione del cinema indipendente si apre al genere in un film che, servendosi dell’impalpabilità del lutto, affronta la concretezza del debito finanziario e della povertà. Malleus è il secondo lungometraggio di Andrés Rafael Zabala (A Dark Rome), presentato a cavallo tra novembre e dicembre 2022, alla 76ª edizione del Festival Internazionale del Cinema di Salerno. Scritta dallo stesso regista, in collaborazione con la protagonista del film, Rosanna Fedele, l’opera è stata prodotta dalla Rosso18 srls Rosso18, con la partecipazione di diversi ex studenti e l’amichevole partecipazione di alcuni docenti. La pellicola, celando il suo intento alle spalle di una trama a tinte gialle ben congeniata, affronta la tematica del disagio sociale dovuto all’inasprimento delle tasse e alla presenza di enti creditori.
Malleus: il superamento di un lutto in una casa infestata da fantasmi e creditori
Il tutto parte da uno spioncino sui titoli di testa, quello spioncino della porta di casa attraverso cui tutti gli indesiderati ospiti di Bea (Rosanna Fedele) sono tenuti a passare, prima di poter varcare la soglia di quelle mura domestiche, divenute ormai per lei unico rifugio sicuro. Il trauma causato dall’omicidio del marito Lorenzo, interpretato dal regista del film Andrés Rafael Zabala, è sì psichico ma anche fisico ed evidenziato dalla vistosa cicatrice che le segna la testa, ricordandole costantemente quel brutale assassinio. La memoria contrariamente vacilla, i ricordi si fanno offuscati e la protagonista fatica a scorgere all’interno di essi il volto del killer che le ha stravolto la vita. È infatti un’esistenza segnata dalla paura quella di Bea, un paura tale da non darle la forza di uscire da una casa che, seppur vuota, non la lascia quasi mai sola.
Vi sono innanzitutto le presenze, quei fantasmi che sorti dalla sua immaginazione la tormentano continuamente: dalla giovane ed inquietante figura silenziosa (Romeo Zabala), al defunto marito e a quelle che presto scoprirà essere le altre vittime del cosiddetto “pazzo del martello” (da cui il titolo Malleus). Oltre ad esse, i veri mostri del racconto, i veri nemici, quei creditori tanto insensibili per la sua situazione che, con l’avanzare della pellicola, le tolgono tutto quello che ha e i cui principali rappresentanti sono i due funzionari della Tributa Pax (Francesco Di Biase e Fabio Capozzi), l’ente fittizio incaricato di prelevare i suoi beni per poter coprire i molti debiti.
Malleus: da film indipendente a cinema di genere
Malleus è un’opera sviluppatasi dalla mente di Zabala e Fedele, sostenuta dalla ROSSO18 srls con la partecipazione di diversi ex studenti e amichevole partecipazione di alcuni docenti; un film che, con un investimento di circa 100mila euro, a dir poco irrisori rispetto ai budget faraonici di cui troppo spesso si parla, cerca di riportare lo spettatore a quel cinema di genere che aveva reso grande l’Italia, in tempi ben più floridi per l’arte cinematografica. Un’enigmatica introspezione psicologica sporcata dal giallo di un thriller che lentamente si svela, senza attendere il finale, appannata dalle presenze fantasmatiche che infestano la casa e l’accompagnano nell’horror, senza però sprofondare nelle sue più comuni accezioni.
Limiti attoriali smorzati da un’idea
L’imperfezione di un film che manca nel suo corpo di interpretazioni efficaci, ancora troppo acerbe per poter magnetizzare uno sguardo e animate da una recitazione che si mantiene impostata e non riesce mai totalmente ad abbandonarsi al racconto, viene smorzata da un’idea: quella di un’opera intenta a raccontare una storia di finzione per descrivere un disagio reale, il tutto avendo il coraggio di definirsi all’interno di uno o più generi. La parte tecnica evidenzia anch’essa una certa inesperienza, ma mostra comunque spunti d’interesse non indifferenti, quali il suono e le riprese che, tra particolari e primi piani, raramente si scollano da una Rosanna Fedele capace di conquistare molto più per l’estetica che per la poetica.