10 film che solo chi è cresciuto negli anni ’80 può davvero amare
Ci sono film che tutti apprezzeranno sempre, in qualsiasi epoca, ma chi è cresciuto negli anni '80 con questi film ha avuto il suo primo approccio al cinema, per questo li ama davvero; li ha amati fin dal primo istante!
Gli anni ’80 sono un decennio tra i più fecondi, dal punto di vista iconografico e cinefilo, dell’intera storia della Settima Arte. Diversi sono i fattori che hanno influito: da una parte dell’oceano, l’edonismo reaganiano e il risveglio dell’incubo della guerra in Afghanistan diedero un impulso non indifferente agli autori più sensibili per ideare e raccontare le loro storie; da noi, invece, una nuova generazione di autori provenienti dalla (allora) dura gavetta televisiva e teatrale approdava al cinema innovando nel linguaggio.
Nightmare, I Goonies, Blade Runner, E.T., Ritorno Al Futuro, Hellraiser, Tootsie, Bianco Rosso E Verdone, Non Ci Resta Che Piangere, Harry Ti Presento Sally: sono solo alcuni dei titoli migliori. Ma questa volta non vogliamo celebrare i “soliti noti”, bensì puntare i riflettori su quei film sì famosi ma che forse non possono essere compresi, nella loro forza travolgente, da chi non è stato iniziato al cinema negli anni ’80.
10. Una donna in carriera (1988) di Mike Nichols
Tess, una segretaria frustrata, dà un ottimo suggerimento alla propria principale, che le ruba l’idea senza riconoscerle il giusto merito.
Il top di gamma di Mike NIchols. Un regista già di per sé non particolarmente noto, anzi ingiustamente trascurato dal pubblico e da buona parte della critica: che invece con questo suo Una Donna In Carriera ha dato i riflettori ad una travolgente Melanie Griffith che anticipava la Julia Roberts di Pretty Woman. Ecco: se non ci fosse stato quel film, oggi Working Girl avrebbe la giusta notorietà che gli sarebbe spettata. Colonna sonora incredibile guidata dalla spaccatesta Let The River Run di Carly Simon.
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9. Mystic Pizza (1988) di Donald Petrie tra i film che solo chi è cresciuto negli anni ’80 può davvero amare
In una cittadina del Connecticut si intrecciano le vicende sentimentali di tre ragazze, fra speranze, delusioni e litigi.
Questo film è qua perché è stato ricordato (e celebrato) solo più tardi, retroattivamente e solo perché c’è Julia Roberts. Invece, Mystic Pizza ha insegnato a chi lo ha visto per la prima volta che i sentimenti, anche quelli più leggeri, sono una cosa veramente seria. Esordio su grande schermo di Matt Dillon.
8. Rain Man (1988) di Barry Levinson
Un uomo egoista scopre che la ricca eredità del padre è andata tutta in favore a un fratello autistico di cui non conosceva l’esistenza.
Rain Man è un viaggio on the road carico di nostalgia, e ha mostrato che Tom Cruise non era solo un bel faccino, ma poteva tenere testa a un gigantesco Dustin Hoffman in uno dei suoi ultimi ruoli realmente indimenticabili. Top Gun è ancora là che guarda (anche più in alto in classifica), eppure Rain Man ci è rimasto nel cuore perché è quasi sicuramente l’ultimo baluardo di un cinema classico -nella messa in scena, nella musica, nella storia- prima di una rivoluzione silenziosa che ha cambiato il cinema per sempre. Occhio a Valeria Golino tra le interpreti.
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7. Venerdì 13 (1980) di Sean Cunningham
Un assassino con la maschera da hockey semina terrore e vittime in un gruppo di ragazzi in gita sul lago.
Lo slasher, questo genere oggi così diffuso e quindi abusato e quindi normalizzato, negli anni Ottanta era una novità pressoché assoluta, era nato con Halloween nel decennio precedente. Ma è stato solo Venerdì 13 (con la regia di uno Sean Cunningham che dopo non è riuscito a fare altro di rilevante) che noi spettatori abbiamo capito che per essere trucidati malamente da un folle armato di machete non è necessario un film d’autore: basta tanto sangue finto e una buona dose di follia. Il cinema non sarebbe (davvero) mai stato più lo stesso.
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6. Terminator (1984) di James Cameron
Un cyborg proveniente dal 2029 fa il proprio arrivo a Los Angeles per uccidere Sarah Connor, destinata a diventare madre del futuro capo della resistenza umana in un mondo governato da robot.
Ha girato due seguiti che hanno alzato di molto la media qualitativa dei sequel; ha portato il grande schermo ad un aspetto visuale che nessuno si sarebbe mai aspettato; e ha girato il film più visto della storia del cinema. Ma James Cameron rimane e rimarrà per sempre, per alcuni, il creatore di Terminator, il film di fantascienza che ha reso famoso il governatore della California Arnold Schwarzenegger. Un film che riscrive un immaginario, è un incessante viaggio al termine della notte che si inserisce nel discorso sulla carne che tanta parte ha nel cinema degli anni Ottanta, consapevolmente o meno.
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5. L’Attimo Fuggente (1989) di Peter Weir
Un insegnante di un liceo per classi abbienti del New England utilizza metodi non convenzionali per esortare i suoi studenti, sotto pressione dai genitori e dalla scuola, alla libertà e creatività.
Non è facile girare Picnic ad Hanging Rock e The Truman Show e restare vivi – o quantomeno, riuscire a restare all’altezza del proprio nome. Peter Weir è un regista elegante che sa insinuarsi tra le immagini e svelarne l’inquietudine: ma quando ha diretto L’Attimo Fuggente non immaginava che stava rendendo adulti una intera generazione di spettatori. Oggi quel film può sembrare sorpassato (nei contenuti, nella vena anarcoide, nella sua piccola rivoluzionarietà), ma resta il fatto che Robin Williams che chiede ai suoi alunni di salire sui banchi e loro lo fanno al grido di “Capitano, mio capitano” di Whitman… beh, qualche brivido ancora oggi lo regala.
Che fine ha fatto l’attore de L’Attimo Fuggente e Dr. House?
4. Witness – Il testimone (1985) di Peter Weir tra i film che solo chi è cresciuto negli anni ’80 può davvero amare
Samuel, un bambino della comunità Amish, è in attesa con la madre di un treno alla stazione di Filadelfia ed è l’unico testimone di un omicidio. Interrogato dal detective John Book, riconosce in uno degli assassini un poliziotto. Book si rende allora conto dei pericoli che il piccolo corre e lo nasconde assieme alla madre. Ma il poliziotto assassino e i suoi complici sono sulle loro tracce.
E due. Weir è un grandissimo regista, certo, ma Witness è forse il thriller più riuscito e insieme ingiustamente dimenticato. C’è Harrison Ford al suo meglio, c’è una narrazione atipica che compie continui detour, c’è una potenza evocativa delle immagini che difficilmente si troverà in un altro contemporaneo. Tutto per raccontare il confronto tra l’antico e il moderno: uno spartiacque, perché sono proprio gli anni Ottanta a dividere l’epoca antica da quella moderna.
3. Top Gun (1986) di Tony Scott
Un pilota di caccia si innamora della propria bionda istruttrice, Charlotte Blackwood, e si crede responsabile della morte del copilota. L’esperienza nel programma di formazione lo forza a crescere.
Take my breath away, Kelly McGills, Tom Cruise: un terzetto che ha segnato gli occhi e infranto cuori, più di quanto si possa pensare. Cruise non era certo all’apice della sua bravura, e Tony Scott non certo un grande artigiano: ma a volte l’uomo giusto al momento giusto con la storia giusta segna il tempo e il ritmo.
2. Vacanze di Natale (1983) di Carlo Vanzina tra i film che solo chi è cresciuto negli anni ’80 può davvero amare
Una galleria di esuberanti personaggi, ritratti di diverse tipologie di italiani, si ritrova a festeggiare il Natale a Cortina d’Ampezzo, dando vita ad esilaranti avventure e scomode storie d’amore, che si intrecciano con risultati imprevedibili e comici.
Cosa resterà di quegli anni ’80 in una commedia epocale, che insospettabilmente unisce in perfetto equilibrio una comicità sfrenata e irresistibile con una vena malinconica pronta a descrivere la solitudine e la tristezza del tempo che passa. È insomma uno dei veri gioielli che ci ha regalato De Laurentiis (forse non lo sapeva neanche lui), che sa parlare con lucidità e cinismo dello scarto tra classi sociali, oggi sempre più attuale.
1. I Predatori dell’Arca Perduta (1981) di Steven Spielberg
L’archeologo Indiana Jones affronta serpenti e nazisti per scovare l’arca dell’alleanza e le tavole di Mosè.
La maggiorparte preferisce (giustamente?) Il Tempio Maledetto, e Spielberg era già nel pieno della maturità. Ma quell’inizio spumeggiante, quelle sequenze diventate iconiche, quel ritmo, quei dialoghi: il cinema d’avventura, all’epoca, era solo questo. Corse indiavolate, humor, paesaggi esotici. Capolavoro.