Nezouh – Il buco nel cielo: recensione del film di Soudade Kaadan
Un racconto di formazione delicato a metà tra il neorealismo e il surrealismo che narra il conflitto in Siria da una nuova prospettiva.
Nezouh – Il buco nel cielo è stato proiettato per la prima volta al Festival di Venezia a Orizzonti Extra. Ha vinto il premio Lanterna Magica e Premio degli Spettatori – Armani Beauty. Ideato e diretto dalla regista Soudade Kaadan alla sua seconda opera, il film si focalizza sulla vita, i sogni e le speranze di Zeina, una bambina costretta a vivere nella guerra che impervia in Siria, e la sua famiglia. Lo stile della pellicola rimanda al minimalismo che caratterizza il neorealismo in cui vengono utilizzati poche scene per raccontare la disperazione, il disagio sociale ma anche la speranza di una famiglia in tempo di crisi come il capolavoro Ladri di biciclette diretto dal regista Vittorio De Sica. La maggior parte del film è girato all’interno della casa della famiglia, luogo nel quale i protagonisti vivono e si nascondono. Mutaz, il padre di Zeina, è deciso a non abbandonare la casa scontrandosi contro Hala, sua moglie, la quale invece vorrebbe fuggire “al di là del mare”.
Nezouh – Il buco nel cielo: tra neorealismo e surrealismo
Dopo un bombardamento, la casa della famiglia Mutaz viene parzialmente distrutta. In particolare, la camera della bambina Zeina viene privata di parte del soffitto creando una finestra naturale da cui è possibile osservare il cielo. Quel buco assumerà il ruolo metaforico di un portale verso un’altra dimensione in cui Zeina può finalmente trovare rilievo nella dura condizione in cui vive. Mischiando elementi surreali con dialoghi di estrema delicatezza, la regista Soudade Kaadan riesce perfettamente a far immedesimare lo spettatore in Zeina e il suo disperato bisogno di fuggire dalla sua realtà. Tuttavia il portale nel cielo non è solo una finestra alla scoperta dei suoi sogni, bensì anche l’unico modo che ha di comunicare con Amer, il figlio dei suoi vicini di casa, con il quale non aveva possibilità di parlare prima.
Un racconto di formazione
Amer sarà il suo contatto diretto con la realtà al di fuori delle mura di casa, mostrandole video che ritraggono Damasco tramite il suo proiettore. E sarà proprio Amer a far instillare in Zeina e sua madre la volontà di abbandonare la loro casa e cercare una vita migliore nonostante la paura di un cambiamento così radicale. Il tono del film spazia senza difficoltà tra il dramma, la commedia, il romanticismo e il classico racconto di formazione facendo assistere allo spettatore a uno spaccato di vita che ricorda la quotidianità della protagonista del romanzo di Flaubert, Mademe Bovary.
La colonna sonora del film è in sintonia con l’atmosfera realistica, e al tempo stesso onirica, che caratterizza il racconto di formazione di Zeina. Soudade Kaadan è riuscita perfettamente a narrare una fiaba in cui non è la guerra a essere la protagonista bensì i personaggi, i quali dovranno scegliere se restare nella casa in cui hanno vissuto ma che non offre la certezza di un futuro certo oppure affrontare l’ignoto, varcare il buco nel cielo e affrontare così un nuovo domani.
L’ottima caratterizzazione dei personaggi accompagna un film dall’estetica visiva sorprendente e colmo di metafore che riflette con uno nuovo punto di vista la situazione della guerra in Siria. Nezouh – Il buco nel cielo è disponibile nelle sale italiane dal 12 gennaio.