Venezia 73 – Liberami: recensione del film di Federica Di Giacomo
Presentato alla 73ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, nella sezione Orizzonti, il film-documentario di Federica Di Giacomo, Liberami, è una testimonianza in video di questo assurdo viaggio in Sicilia sospeso fra morbose superstizioni e veri e propri riti di “liberazione dal Maligno”, praticati da questi preti locali.
Un fenomeno in continua espansione, un combattimento spirituale visto in una chiave trasparente e laica.
Liberami è un lavoro che si addentra nelle coscienze di chi vive in prima persona quest’esperienza, mostrandone quei macabri risvolti che influenzano enormemente l’ideologia dei soggetti coinvolti.
Federica Di Giacomo con questo film-documentario è alla costante ricerca di un “disagio mentale”, rappresentato da questa sequela di esorcismi maniacali che coinvolgono sensibilmente chi li pratica ma soprattutto chi li subisce. Lo spettatore non è esente da questa “influenza”; la rappresentazione in video di queste pratiche riesce ad incidere nella mente dello spettatore, generando stati di vera inquietudine.
Liberami, nonostante abbia un’entità fondamentalmente anacronista, risulta essere contemporaneo, riuscendo a “mistificare” la comunità di oggi con queste complesse superstizioni, “figlie” di un’evidente crisi sociale.
Esorcizzare noi stessi ….
La riflessione posta dalla Di Giacomo è chiara; queste pratiche esorcistiche sono utili per affrontare – e sconfiggere – un disagio spirituale o un disagio psichico? Tale interrogativo può nascere dalla rappresentazione di questi “guaritori ” lanciati in un complesso di puro malessere sociale che va oltre la religione. Liberami, senza alcun giudizio critico, si limita a mostrare tutto questo con minuziosa trasparenza, senza creare polemiche o moralismi inutili.
Grazie a questa scelta metrica, Federica Di Giacomo ha potuto “usufruire” di tali testimonianze, riuscendo a mostrarle al “resto del mondo” senza opposizioni. Con lungimiranza il film ha forse intercettato la voglia di una parte della Chiesa di uscire dall’ombra, di un’immagine dell’esorcista come una specie di mostro cattivo e contagioso.
Liberami è un monito vero e proprio verso quella sequela di luoghi comuni che per anni hanno generato confusione; Federica Di Giacomo infatti pone la questione con sobrietà, cercando di “purificare” – in linea con il contesto – questa tematica da ogni tipo di scetticismo, ricercando con profondità tutti quegli aspetti irrisoluti.
Il Male come condizione mentale
Una peculiarità che si manifesta da questo particolare lavoro documentaristico è l’aspetto del “Male”, affrontarlo ed analizzarlo concettualmente; questa “entità” viene rappresentata come quella condizione mentale che ha molto a che fare con quelle dipendenze ossessive imprescindibili. Nel film la possessione è metafora di dipendenza come possono essere le droghe o il gioco d’azzardo.
Chi gioca è posseduto da qualcosa, la società produce continuamente dipendenze ed è sempre più complesso mantenere libertà e lucidità. Il “Diavolo” , poi, è un ricettacolo dove accumula qualsiasi tipo di fattore negativo. È elemento della storia universale che da sempre alleggerisce di responsabilità l’uomo senza delegittimarlo.
Un grande lavoro di produzione
Liberami è un lavoro che ha una fase produttiva lunga. Ci son voluti ben 3 anni per far si che Federica Di Giacomo attuasse, in senso pragmatico , questo suo documentario ambientato in una Palermo morbosa, quasi irreale, con questa minuta chiesa che funge da perfetto centro narrativo del film. Una preparazione lunga e tortuosa, ricercando tutti quegli aspetti idonei per trasmettere con incisività queste superstizioni.
Liberami rappresenta il mezzo utile – come accennato precedentemente – per accomunare il disagio sociale da quello spirituale; l’uno è causa dell’altro e Federica Di Giacomo con questo suo documentario lo esorta ampiamente con questo “ritorno” dell’esorcismo nel mondo contemporaneo.
Liberami è un film-documentario diretto da Federica Di Giacomo. Prodotto da Mir Cinematografica con Rai Cinema.