I delitti del BarLume: recensione della quarta stagione
Dopo il successo della terza stagione, I delitti del BarLume 4 torna con il suo riuscito mix di giallo e comicità popolare toscana con un nuovo mini ciclo di due episodi (Aria di mare e La loggia del cinghiale), già disponibili su Sky Cinema e Sky Go. Confermatissimo il cast principale, con Roan Johnson alla regia e Filippo Timi, Enrica Guidi e Lucia Mascino nei rispettivi ruoli di Massimo, Tiziana e Vittoria. Immancabili anche i 4 “bimbi” (Massimo Paganelli, Marcello Marziali, Atos Davini e Alessandro Benvenuti), fondamentali come supporto al BarLume e al gestore Massimo e nel risolvere gli intricati casi di cronaca nera della cittadina di Pineta. Gradite new entry del cast le bolognesi Mara Maionchi e Piera Degli Esposti: la prima in un piccolo cameo, la seconda in un ruolo secondario ma decisamente interessante.
I delitti del BarLume 4 – una quarta stagione fra certezze e cambiamenti
Dopo il burrascoso finale della terza stagione, con il mitico BarLume devastato dalla furia di Tiziana, la vita dei protagonisti creati dalla penna di Marco Malvaldi (autore della serie su cui la serie è basata) è profondamente cambiata. A causa della perdita di clienti e della fine del rapporto con Tiziana, Massimo si ritrova in una profonda crisi interiore ed economica, fra psicofarmaci, attacchi di rabbia e il fiato sul collo da parte dei creditori. Non se la passa meglio Vittoria Fusco, sollevata dal proprio incarico e declassata all’ufficio oggetti smarriti. A non cambiare sono invece i 4 arzilli vecchietti fidati amici del BarLume Aldo, Gino, Emo e Pilade, dei quali esploreremo (soprattutto nell’episodio La loggia del cinghiale) anche il lato più goliardico.
La quarta stagione de I delitti del BarLume ci presenta la crisi interiore ed economica di Massimo
La quarta stagione de I delitti del BarLume si presenta fin dai primi minuti come una stagione di rottura rispetto al passato, con un’attenzione maggiore allo sviluppo dei personaggi e dei loro demoni interiori. L’emblema di tale cambiamento è sicuramente il protagonista Massimo: Filippo Timi si supera rendendo il suo personaggio aggressivo, litigioso e paranoico come mai in passato, afflitto da grandi difficoltà economiche e costretto a rivolgersi all’aiuto della spassosa psicologa interpretata da Piera Degli Esposti. Del rapporto con Tiziana sono rimaste solo macerie e tanta reciproca rabbia, che dà luogo ad alcune divertenti e sboccate gag in cui i due si rinfacciano a vicenda errori e responsabilità della fine della loro storia.
Con Tiziana alle prese con una nuova vita e una nuova carriera, lo scontroso Massimo si avvicina inevitabilmente al rigore e alla seriosità dell’altra fondamentale donna della sua vita, ovvero l’ex commissario Fusco, in cerca di rivincita e riscatto dopo il declassamento. I due si ritrovano inevitabilmente alle prese con nuovi casi di cronaca nera, non imprevedibili nella soluzione, ma ben sviluppati e amalgamati con la comicità tipica della serie e la veracità toscana, affidata in questi due episodi quasi esclusivamente ai quattro irresistibili bimbi.
La cupa Aria di mare e la spassosa Loggia del cinghiale
Il primo episodio della quarta stagione de I delitti del Barlume (Aria di mare, ispirato ad Aria di montagna di Marco Malvaldi) è certamente il più cupo dell’intera serie, non solo per le già citate problematiche umane dei protagonisti, ma anche per il caso particolarmente torbido su cui è imperniato, capace di creare atmosfere più vicine a quelle del puro thriller che a quelle della commedia. L’ottimo lavoro degli sceneggiatori (oltre all’autore del romanzo, anche Davide Lantieri, Ottavia Madeddu, Carlotta Massimi e lo stesso regista Roan Johnson) sui personaggi evita di scadere nella ripetitività e dona nuova linfa all’intera serie, gettando anche le basi per interessanti dinamiche future.
Perfetto contraltare della prima puntata è il secondo episodio La loggia del cinghiale (ispirato a Il Capodanno del cinghiale di Marco Malvaldi), uno dei migliori di tutta la serie. Nonostante gli iniziali echi polanskiani e un omicidio particolarmente brutale e intricato, durante questa puntata è davvero difficile trattenere le risate. Un addio al celibato col morto, con un conseguente matrimonio sospeso e il commissariato invaso dall’orda degli indagati festeggianti, diventa lo spunto per un’irresistibile e scollacciata serie di sketch, in cui è sempre forte l’influenza di Mario Monicelli e in particolare del suo Amici miei. Fra crocifissioni, secchiate di urina e fenomenali citazioni, fra cui una memorabile a Titanic, c’è davvero molto con cui divertirsi o con cui arrabbiarsi per i più puritani.
I delitti del Barlume si conferma uno dei prodotti più riusciti della serialità italiana
Grazie a un cast sempre all’altezza, dai protagonisti principali alle comparse, a musiche intriganti e azzeccate, alla splendida location di Marciana Marina all’Isola d’Elba e alla solida regia di Roan Johnson, I delitti del Barlume si conferma uno dei migliori prodotti della serialità italiana, capace a ormai 4 anni dalla sua nascita di portare avanti con originalità e naturalezza una non scontata fusione fra commedia e giallo in salsa toscana. Il solito finale aperto e una notevole rivelazione sui titoli di coda aprono le porte per un’accattivante e stimolante quinta stagione della serie, che visto il successo di pubblico e critica non abbiamo dubbi diverrà presto realtà.