8 battute dai film di Aldo, Giovanni e Giacomo che sappiamo a memoria
Dal "Teorema" di Chiedimi se sono felice, all'Inganno della cadrega di Tre uomini e una gamba, scopriamo 8 scene dai film di Aldo, Giovanni e Giacomo che sappiamo a memoria.
Venticinque anni fa usciva al cinema Tre uomini e una gamba, il primo film di Aldo, Giovanni e Giacomo, la prima collaborazione col regista Massimo Venier, nonché il primo salto mortale in alto verso l’ambito gradino cinematografico dopo anni di tv e tanto teatro. L’esperimento del 1997, scritto anche da Giorgio Gherarducci della Gialappa’s Band, è un inno all’amicizia e alla crisi dei trentenni, un viaggio on the road da Milano a Gallipoli che riesce ad incassare 40 miliardi di lire, un Nastro d’argento speciale e una candidatura ai David ai migliori registi esordienti. Il film segna inoltre una delle pagine più belle del cinema italiano degli anni Novanta, diventando nel corso dei decenni un vero e proprio cult che varrà ai tre l’immenso e immutato affetto del pubblico, altri tredici lungometraggi (l’ultimo, Il grande giorno è nelle sale dal 22 dicembre 2022) e un impensabile impatto sulla memoria collettiva dei fan più fedeli. I quali ancora oggi, soprattutto i poco più che trentenni, conoscono alla perfezione alcune delle loro scene divenute ormai celebri e che sembrano, ai loro occhi, non invecchiare (e stancare) mai.
In un sentito omaggio celebrativo alla loro carriera, abbiamo voluto perciò nominarne otto, ognuna estrapolata da Tre uomini e una gamba, Così è la vita, Chiedimi se sono felice, La Leggenda di Al, John e Jack e perfino Il cosmo sul comò; tutte sequenze ormai parte integrante del nostro immaginario comico nazional popolare e grazie ai social rivalutate anche in forma di meme. Consapevoli di doverne scartare altrettante meritevoli, queste ci sono sembrate quelle in grado di racchiudere in una manciata di minuti tutta la loro malinconica, tenera e pungente ironia. Eccole di seguito in ordine casuale.
1. Lezioni d’amore (al banco frigo) (Chiedimi se sono felice)
Alla fine, la cena da doppia coppia Giacomo-Daniela (Daniela Cristofori) e Aldo-Silvana (Silvana Fallisi) diventa tripla e Giovanni diventa il terzo amico per la nuova vicina di casa delle due, ovvero Marina (Massironi), la hostess del piano sbagliato già conosciuta giorni prima. Al supermercato, trascinando il carrello accanto al banco frigo, Aldo istruisce Giacomino agli imprescindibili testi di Marco Ferradini, “il guru dell’amore”, nel famoso brano Teorema del 1984. Nonostante l’impegno però, quest’ultimo non ne azzecca una: da “cerca di essere”…”quello che sei” a “fuori dal letto”…”nessuno è perfetto”, preso dallo sconforto, Giacomo rilancia l’ultima strofa all’anziana signora accanto, ricevendo la secca risposta (esatta) “Nessuna pietà”. Certe cose le sanno anche i fermenti lattici.
2. Neorealismo?! No, le cozze (Tre uomini e una gamba) è una scena dai film di Aldo, Giovanni e Giacomo che sappiamo a memoria
Nessuno resiste al richiamo di una sala cinematografica mezza vuota, anche se si è in pieno agosto, in ritardo, si è appena fatto un incidente e ci si ritrova in un paesino sperduto del sud Italia in cui l’unico meccanico disponibile non è al momento in officina. Presi i pop-corn e i posti migliori, inizia la proiezione che ci riporta in un salto narrativo pressoché perfetto dentro lo sketch teatrale di Ajeje Brazorf e il controllore visto live in Tel chi el telùn, qui sotto forma di un film neorealista con attori presi dalla strada dal titolo “Biglietto amaro”. Una scena memorabile che culmina con l’attacco di colite di Giacomo post pranzo, che lo poterà a breve in ospedale per una diagnosi esilarante col prezioso contributo medico di Aldo.
3. La confessione (Chiedimi se sono felice)
In uno dei momenti clou di tutto il film, la tensione è affilata come coltelli. O meglio spade (di carta), come quelle che impugnano Giovanni e Giacomo nel corso di una prova del loro agognato Cyrano de Bergerac pronto al debutto. In un teatro vuoto nelle vesti rispettive di Cyrano e Cristiano, i due stanno per mandare all’aria non solo la prima ma la loro stessa amicizia ventennale, in una confessione che segna uno delle sequenze più amare della loro intera filmografia. Giacomo sta finalmente per dire che mentre l’altro era a Francoforte per chiarirsi con Marina, lui l’ha baciata facendolo svenire per qualche minuto. Una volta ripresi i sensi, Giovanni sputerà sull’altro una collera mai vista, portandolo inoltre a distruggere la scenografia che abbiamo visto realizzare con cura certosina da Aldo per tutto il resto del film. Eppure, si sa: il tradimento dal proprio migliore amico fa male. Troppo male.
4. Dottoressa Frinzi (Il cosmo sul comò)
Non è forse uno dei loro titoli migliori, né dal punto di vista del botteghino, né da quello della critica, ma una scena in particolare ancora ci stupisce per la sua concentrazione di imbarazzo e rabbia, che coglie all’improvviso un insofferente Giacomo seduto in uno studio medico. Ispirato probabilmente alla vita dello stesso Storti, il quarto e ultimo episodio de Il cosmo sul comò lo vede difronte ad una rinomata ginecologa, la dottoressa Alexandra Gastani Frinzi (Donatella Finocchiaro), la quale promette miracoli in campo di fecondazione assistita, data la sterilità di lui che impedisce alla moglie di avere dei figli. Ma l’antipatia della luminare che li rimprovera acidamente di non essersi sufficientemente applicati sotto le lenzuola, fa sbottare Giacomino in una sequenza comica ma arguta che cattura in maniera dolce-amara la frustrazione di molte coppie nel loro lungo e difficile percorso per riuscire a diventare genitori. La scena è giustamente divenuta un meme da usare in svariate occasioni.
5. Body with fruit (La leggenda di Al, John e Jack) è una scena dai film di Aldo, Giovanni e Giacomo che sappiamo a memoria
È il compleanno di Jack e dopo l’immancabile torta di Melissa è il momento di scartare i regali. Se con Al si va sul sicuro con una pistola seppur priva colpi, con John invece la sorpresa non è delle più gradite. L’amico, infatti, ha avuto la brillante idea di comprargli un bel libro illustrato di Caravaggio, con tanto di tavole giovanili in cui l’artista sperimenta un nuovo uso della luce, dimostrando con una semplice ma efficace mossa tutta la sua raffinatezza culturale così peculiare rispetto al tipico atteggiamento da gangster basico degli altri due. D’altronde il film è un’intera parodia alla seriosità e allo stereotipo cinematografico dei mafiosi italo-americani visti a lungo sul grande schermo.
6. Troppi ricordi (Tre uomini e una gamba)
Chi guida sceglie la musica, e questo lo abbiamo imparato proprio grazie a Tre uomini e una gamba. L’amata sequenza gioca con il fastidissimo e perpetuo cambio di stazione radiofonica (o in questo caso musicassetta) che maledice puntualmente ogni viaggiatore che non condivide gli stessi gusti musicali con il resto dei passeggeri. Giovanni, al voltante, e Giacomo, sul sedile accanto, passano dal cantautorato italiano al metal, dai Cugini di Campagna alla commovente Luci a San Siro, fino a farsi pericolosamente prendere dal pathos dalla lirica rischiando grosso, in un ping-pong di brani proposti e puntualmente rifiutati che sigla inesorabilmente una delle scene più memorabili della loro carriera, racchiudendo, con incredibile semplicità, la situazione tipo di un lungo viaggio in autostrada attraverso il Belpaese.
7. Ogni mattina, in Africa (Così è la vita)
Inserendo in un contesto diverso uno degli sketch più menzionati dello spettacolo teatrale Tel chi el telùn, l’autocitazione del trio dentro Così è la vita assume stavolta una funzione prettamente romantica. In una cena a due dall’aldilà, Aldo chiede aiuto a Giovanni e Giacomo per conquistare Clara (una biondissima e diafana Marina Massironi in versione fantasmatica), e dopo diversi tentativi per smorzare l’imbarazzo fra i due è Storti a giocare l’ultima carta: il detto africano sul leone e la gazzella. Un conto però è ascoltarlo, un altro è memorizzarlo nei pochi secondi a disposizione e ripeterla di getto difronte a una ragazza. Tant’ è che Aldo, una volta tornato al tavolo, s’incarta su sé stesso stravolgendo l’intero proverbio, dando vita a un momento esilarante che lo vede assoluto protagonista in una delle cose che sa far meglio: farci ridere sprigionando tenerezza.
8. L’inganno della cadrega (Tre uomini e una gamba) è una scena dai film di Aldo, Giovanni e Giacomo che sappiamo a memoria
La coda del loro primo show teatrale I Corti arriva esattamente a metà del loro primo film Tre uomini e una gamba. In una sorta di parodia al genere gotico-letterario, quello che si rivelerà essere l’incubo di Aldo è uno spassosissimo frammento di un insolito Conte Dracula palermitano assetato di sangue, capitato per caso nella casa di Michele e Gino, due transilvani fedelissimi padani, pronti con tanto di fucili e teste appese alla caccia al terrone. Il sospetto che l’ospite non sia proprio padano 100% porta i due all’infallibile inganno della cadrega, uno scherzo fatto apposta per certificare la conoscenza del dialetto lombardo, l’unico in grado di conoscere se con il termine ‘cadrega’ si indichi la sedia o, nel caso del trio, di una mela. L’intuito di Dracula cade, ovviamente, sull’oggetto sbagliato e l’esito è dei più disparati.