Dark: 10 cose che non sai sull’intricata serie TV Netflix
Il fenomeno televisivo è andato in onda tra 2017 e 2020.
Con le sue tre stagioni Dark ha rappresentato una vetta tra le serie TV presenti nel catalogo di Netflix. Intricata come pochi altri prodotti sanno essere, Dark è un incessante oscillare tra diversi piani temporali e diversi piani spaziali. I personaggi si intrecciano di continuo in un caleidoscopio (anche) genealogico che è quasi impossibile da districare. Eppure moltissime persone hanno amato Dark, che è infatti diventata una delle serie più viste su Netflix. Abbiamo individuato dieci aspetti della serie – tra i moltissimi che ci sono sicuramente sfuggiti – che vi permetteranno di fare un po’ più di luce sulle intricatissime vicende di Dark.
Leggi anche Dark – Stagione 3: spiegazione del finale della serie TV Netflix
1. È la prima serie tedesca prodotta da Netflix
Dark rappresenta una prima volta molto importante per Netflix e per la Germania. Si tratta infatti della prima serie in lingua tedesca a essere prodotta dal gigante dello streaming. Siamo nel 2016, quando i creatori della serie ottengono il via libera. Senza nemmeno troppi vincoli, stando a quanto riferisce lo showrunner Baran Bo Odar, che nel corso di più interviste ha lodato la libertà creativa lasciata da Netflix.
2. Winden, la città protagonista
Gli eventi raccontati in Dark sono ambientati nella città tedesca di Winden. Una città che esiste davvero (Winden im Elztal nella regione di Baden-Württemberg, nel cuore della Foresta Nera), ma che non è quella raffigurata nella serie. La Winden di Dark è infatti una città immaginaria. Risulta piuttosto significativa la scelta del nome. Winden in tedesco significa ‘attorcigliare’, verbo che rimanda immediatamente alle varie dimensioni spazio-temporali intrecciate raccontate nella serie.
3. No future
È una frase ricorrente per il personaggio di Ulrich del 1986: la si trova scritta sulla giacca di pelle e sulla parete della sua camera da letto. Legata al movimento punk di quegli anni, questa frase sembra soprattutto rivelatrice del futuro del personaggio, condannato a vivere in carcere o in un istituto psichiatrico per quasi tutta la vita.
4. Nomen omen
In Dark quasi ogni nome ha un significato più profondo. È per esempio il caso del dottor H. G. Tannhaus, le cui iniziali rimandano ovviamente all’H. G. Wells autore di The Time Machine, romanzo che parla proprio di viaggi del tempo. Anche il cognome Tannhaus non sembra banale. Potrebbe riferirsi alle porte di Tannhauser del celebre monologo finale dell’androide Roy Batty in Blade Runner.
5. Una colonna sonora da primato
Alcuni analisti del sito OnBuy.com hanno incrociato i dati relativi agli streaming su Spotify delle canzoni presenti nelle colonne sonore delle serie di maggior successo di Netflix. Al primo posto, ovviamente, Stranger Things con quasi 87 milioni di streaming medi per ogni canzone della colonna sonora (che può vantare artisti del calibro di Madonna, The Clash o i Who). Dark si è piazzata al nono posto, con la ragguardevole media di 13.2 milioni di streaming per canzone.
6. Dark ha aperto la strada ad altre serie tedesche
Quando il tuo vicino ha successo, a cascata ne benefici un po’ anche tu. Se poi il tuo vicino si chiama Dark, quel po’ di successo che arriva anche a te è notevole. Sono infatti diverse le serie televisive tedesche che dopo Dark sono approdate su Netflix, e tutte hanno raggiunto il successo. Basti pensare alla miniserie Unorthodox (2020) o a Come vendere droga online (in fretta), giunta alla terza stagione.
7. L’importanza e la ricorrenza del tempo
L’hanno notato i più attenti tra gli spettatori di Dark. A ben guardare in ogni scena ambientata in interni è presente un orologio, che sia a muro, al polso di una persona o una semplice sveglia accanto al letto. Non sorprende, considerando la centralità che ha il tempo in una serie televisiva come Dark.
8. Riferimenti cristologici
Al punto 4 si parlava dell’importanza dei nomi e di come non fossero mai casuali. Questo è vero soprattutto se si studiano i nomi dei personaggi da un’ottica cristiana. C’è davvero l’imbarazzo della scelta: Jonas fa riferimento al profeta Giona, Noah a Noè, Mikkel-Michael all’arcangelo Michele, Adam ad Adamo, Martha potrebbe riferirsi a Marta, la sorella di Lazzaro e di Maria Maddalena e così via.
9. Teseo e il Minotauro
Continuamente ricorrenti sono anche i riferimenti al mito di Teseo e del Minotauro. Vediamone tre. 1) ‘Mino Tauros’ è il nome dell’editore del libro scritto da H. G. Tannhaus nella serie; 2) nel corso della prima stagione Martha recita un monologo a teatro basato proprio su questo mito; 3) Jonas usa una corda per trovare la porta nella caverna proprio come aveva fatto Teseo per ritrovare l’uscita dal labirinto.
10. La canzone della sigla
Scommettiamo che la canzone della sigla di Dark (fantastiche, sia la sigla sia la canzone) l’avete già sentita da qualche parte, ma non sapete dove. Vi aiutiamo noi. Si tratta di Goodbye degli Apparat, canzone che ha accompagnato Gus Fring, nell’episodio finale della quarta stagione di Breaking Bad, verso la camera di Hector Salamanca. E sappiamo tutti com’è andata a finire.