13 cose che (forse) non sai su Frankenstein Junior
Andiamo alla scoperta di esilaranti curiosità con le cose che (forse) non sapete su Frankenstein Junior, l'immortale capolavoro di Mel Brooks e Gene Wilder.
Immortalità misurata in risate. Un capolavoro della letteratura che diviene baluardo della comicità cinefila. Frankenstein Junior (1974), la pellicola figlia del genio di Gene Wilder e Mel Brooks che, traendo dal romanzo di Mary Shelly, destruttura l’horror gotico trasformandolo nella più celebre parodia della storia del cinema, oltre ad aver originato un successo senza precedenti nasconde alcune sorprendenti curiosità. Tra i fotogrammi di ogni pellicola che ha fatto la storia, si celano notizie e fatti ignoti ai più, da bizzarrie che ne hanno segnato il processo produttivo a singolari curiosaggini conseguenti alla fruizione dell’opera; partendo dall’origine stessa del progetto sveliamo quegli elementi che alle spalle del quinto lungometraggio di Brooks, lo caratterizzano ancor di più come un’opera senza eguali.
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1. Frankenstein Junior: come nasce il film?
Gene Wilder aveva da poco iniziato a ideare il soggetto ispirandosi ai diversi film già realizzati sul racconto del dottor Frankenstein, quando il suo agente Mike Medavoy gli chiese, innanzitutto, se aveva qualche progetto in cui poter coinvolgere i suoi due nuovi assistiti, Marty Feldman (Igor) e Peter Boyle (La Creatura) e successivamente, una volta lette le prime bozze, gli fece il nome di Mel Brooks per la direzione del film. Il regista, inizialmente poco entusiasta, accettò di collaborare con il collega di Mezzogiorno e mezzo di fuoco a patto di realizzare una sceneggiatura a quattro mani.
2. Frankenstein Junior: scenografie e problemi di budget
Per il contenimento dei costi vennero utilizzati set preesistenti e, a tal fine, fu contattato lo scenografo ed effettista Ken Strickfaden (Il mago di Oz, La maschera di Fu Manchu), il quale aveva conservato e orgogliosamente custodito le apparecchiature da lui stesso realizzate nel 1931 per il laboratorio del film Frankenstein, diretto da James Whale.
3. L’arte dell’improvvisazione di attori come Marty Feldman in Frankenstein Junior
“Quale gobba?”: le ineguagliabili citazioni e i momenti più esilaranti che arricchiscono il film sono la risultante dell’equazione che unisce la scrittura di Wilder e Brooks alla creativa inclinazione di attori del calibro di Marty Feldman. Come nella scena in cui l’indomita gobba del braccio destro del professore sembra essersi spostata, sono molte le sequenze nate dalla tendenza all’improvvisazione dei diversi protagonisti.
4. Il primo montaggio del film
Il primo montaggio realizzato in postproduzione non convinse i due cineasti per la lunga durata del film. Un lungometraggio da circa 3 ore non si sposava infatti con l’intento comico e parodistico del progetto e dovette, pertanto, essere stravolto. Il film venne poi distribuito con una durata pari a 105 minuti.
5. Così Frankenstein Junior ha ispirato gli Aerosmith
L’indimenticabile scena che nel doppiaggio italiano viene tradotta con “Segua i miei passi”, in cui Igor scende le scale accompagnandosi con un bastone per poi porgerlo al suo nuovo padrone, nell’edizione originale recita “Walk this way” e fu d’ispirazione per gli Aerosmith i quali, una volta visto film, avviarono la produzione di uno dei loro brani più rinomati.
6. I cameo di Mel Brooks
Gene Wilder chiese a Mel Brooks di rinunciare ai cameo che solitamente caratterizzavano le sue pellicole. Il regista però, spinto dall’irrefrenabile voglia di varcare la soglia del campo filmico, prestò le sue mani all’inquadratura nella scena in cui Frankenstein, La Creatura, si ubriaca in compagnia dell’eremita cieco e, non contento, improvvisa alcuni suoni divenuti iconici come l’ululato del lupo o l’urlo acuto del gatto.
7. Il cervello di Hans Delbruck
Hans Delbrück, lo “scienziato e santo” del quale Igor deve rubare il cervello, prima di sostituirlo con quello del più noto A.B. Normal, prende il nome da uno storico tedesco vissuto nel XIX secolo, professore presso l’Università di Berlino; il figlio Max Delbrück fu invece un importante biochimico che si aggiudicò il Premio Nobel per la medicina nel 1969.
8. Gli scontri con la produzione
La Columbia Pictures, che in un primo momento si sarebbe dovuta occupare della produzione del film, si tirò indietro a causa dei rapporti tutt’altro che idilliaci con il regista Mel Brooks. La grande casa americana si rifiutava infatti di scendere a patti con l’autore, intestarditosi riguardo a una realizzazione della pellicola che, con l’utilizzo del bianco e nero, potesse omaggiare il cinema degli anni ’30. In seguito ad un aspro diverbio, il direttore propose la pellicola alla 20th Century Fox, che si mostrò entusiasta e produsse il film.
9. Il ruolo interpretato da Gene Hackman
Gene Hackman (Il braccio violento della legge, Gli spietati) è l’eremita cieco che regala una delle sequenze d’impareggiabile umorismo del film. Venuto a conoscenza del progetto sul campo da tennis che spesso condivideva con l’amico Gene Wilder, si propose per entrare a farne parte poiché intento a cimentarsi con il genere comico. Rimase sul set per 4 giorni, che ne valsero 4 minuti di puro talento attoriale.
10. Il casting di Teri Garr e Madeline Kahn
Madeline Kahn (Alta tensione) e Teri Garr (La conversazione) furono ingaggiate per interpretare, la prima, l’assistente Inga e, la seconda, la fidanzata di Frederick, Elizabeth. Dopo averle viste sul set però, i due ideatori del film decisero di invertirne i ruoli, poiché convinti di una resa più efficace.
11. La scena del balletto in Frankenstein Junior
Nonostante l’infinita stima reciproca, Mel Brooks e l’amico Wilder, dovendo realizzare un’opera che fosse figlia di entrambi, si trovarono spesso a discutere. Il momento di massima tensione si raggiunse quando il regista, in prima battuta, si rifiutò di girare la famosa scena del balletto di Frederick con La Creatura, ritenendola noiosa. Data la convinzione opposta dell’attore che riteneva la sequenza essenziale, vennero interpellati il cast e l’intera troupe che gli diedero ragione.
12. L’omaggio ad Orson Welles
Tra le cose che (forse) non sapete su Frankenstein Junior vi è anche un illustre omaggio ad Orson Welles. Il movimento di macchina che avvicinandosi allo spettrale castello ne presenta tutta la spettacolarità ricalca infatti l’apertura di Quarto Potere, il formidabile esordio cinematografico di uno dei grandi padri del cinema.
13. I 13 rintocchi in Frankenstein Junior
Un interessante dettaglio a chiudere. Con la numero 13, i 13 erronei rintocchi che all’inizio del film, come indica l’inquadratura soffermatasi sull’orologio, accompagnano lo scoccare della mezzanotte.