Il Giardino delle Vergini Suicide: 5 curiosità che non sai sul film di Sofia Coppola

Era il 1999 quando Sofia Coppola esordiva con uno dei suoi film più rappresentativi: Il Giardino delle Vergini Suicide. Da allora sono passati venticinque anni, e la giovane regista ha saputo farsi un nome nell’industria, distinguendosi per il suo stile unico – raffinato, curato nei minimi dettagli. Anche i suoi attori sono cresciuti con lei. Tra loro, c’è senza dubbio Kirsten Dunst, con cui la figlia d’arte ha spesso lavorato (Marie Antoinette, L’Inganno). Il Giardino delle Vergini Suicide è la storia di cinque sorelle adolescenti, segregate in casa dai genitori, dopo che una di loro si è tolta la vita. Sullo sfondo, c’è l’America ottusa e puritana degli anni ’70. In occasione del ritorno nelle sale de Il Giardino delle Vergini Suicide, che dal 6 maggio è in versione restaurata in 4K, andiamo a scoprire cinque curiosità sul film, che nel corso degli anni è diventato un vero e proprio cult.

1. Il significato del titolo

Il Giardino delle Vergini Suicide; cinematographe.it

La scelta del titolo Il Giardino delle Vergini Suicide è emblematico. Le cinque sorelle protagoniste non sono necessariamente tutte caste, ma il termine “vergine” si riferisce al loro essere giovani e innocenti. Il “suicide” invece è collegato al patto che le ragazze stringono silenziosamente quando una delle loro sorelle (Cecilia) decide di togliersi la vita, proprio all’inizio della storia. Per tutta la durata del film, inoltre, vengono lanciati sottili indizi sul triste destino di ciascuna delle giovani protagoniste.

2. Il film rischiò di non essere girato da Sofia Coppola

Il giardino delle vergini suicide cinematographe.it

Sofia Coppola aveva scritto la sceneggiatura del film nel 1998, e sembrava aver ottenuto il via libera per la produzione. Almeno fino a quando non scoprì che un’altra compagnia, la Muse Productions, aveva già affidato la scrittura a Nick Gomez. La casa di produzione, però, non era soddisfatta del lavoro, così la Coppola, grazie all’influenza di suo padre Francis Ford Coppola, riuscì a incontrare i vertici della Muse Productions, ai quali presentò la sua sceneggiatura. Era ormai fatta: la Muse Productions decise che Sofia Coppola avrebbe diretto la pellicola.

3. Scarlett Johansson e Alicia Silverstone dovevano avere dei ruoli nel film

Scarlett Johansson - Cinematographe

Dopo averla vista nel film Manny & Lo (uscito nel 1996), Sofia Coppola rimase impressionata da Scarlett Johansson e arrivò ad offrirle un ruolo ne Il Giardino delle Vergini Suicide. L’attrice, all’epoca dodicenne, rifiutò perché giudicò la sceneggiatura fin “troppo intensa.” La Coppola lavorerà poi con lei nel film Lost in Translation – L’amore tradotto, sua seconda opera uscita nel 2003. Un’altra attrice molto famosa nei primi anni ’90 avrebbe dovuto avere un ruolo ne Il Giardino delle Vergini Suicide: Alicia Silverstone, reduce dal successo di Ragazze a Beverly Hills e Batman & Robin, fu contattata dalla Coppola, che le offrì di recitare nella parte di Mary Lisbon. L’attrice, però, rifiutò.

4. Kirsten Dunst era nervosa prima di iniziare a girare

Per il ruolo di Lux, Sofia Coppola ha fatto provini con numerose attrici, ma la sua prima scelta fu Kirsten Dunst, all’epoca sedicenne. Parlando sulla sua difficile parte nel film, la star ha ricordato quanto fu nervosa prima di iniziare a girare. “Era il mio primo ruolo importante, ed era qualcosa di ‘sexy.’ Inoltre ero insicura, non sapevo quanto grande sarebbe stato il mio ruolo, perché avevo molte scene senza dialogo.” Le sue preoccupazioni svanirono quando incontrò la regista: “Immediatamente ho capito che l’avrebbe gestita in un modo delicato. Ha davvero messo in scena tutto l’aspetto luminoso delle ragazze. Le ha mostrate come angeli eterei, come se non fossero davvero lì presenti.”

5. Il Giardino delle Vergini Suicide è ispirato a una storia vera?

Il Giardino delle Vergini Suicide è un’opera di fantasia. Il film è tratto dal romanzo omonimo di Jeffrey Eugenides, pubblicato nel 1993. Lo scrittore si è però ispirato a una vicenda realmente accaduta nel suo quartiere. La giovane babysitter di suo nipote gli confessò che lei e le sue sorelle avevano pianificato di togliersi la vita. Quando Jeffrey le chiese il motivo di questo gesto estremo, la ragazza spiegò che si sentivano “sotto pressione.” Nel film, le sorelle Lisbon si sentono schiacciate dai loro genitori, che per preservare la loro purezza, hanno deciso di chiuderle in casa, convinti di proteggerle dai pericoli del mondo esterno. Sentendosi in trappola, le ragazze scelgono, di comune accordo, l’unica via possibile per sentirsi libere: la morte.