Il Re Leone: 9 incredibili curiosità sul classico Disney
Il 15 giugno del 1994 usciva per la prima volta nei cinema statunitensi Il Re Leone. Con l’occasione, vi sveliamo 9 interessanti curiosità su una delle opere Disney più amate di sempre. Dalla scelta del titolo, all’accusa di plagio.
Il 15 giugno del 1994 veniva proiettato per la prima volta nei cinema statunitensi uno dei maggiori successi degli studi d’animazione Disney: Il Re Leone, diretto da Roger Allers e Rob Minkoff.
Il film con protagonista il giovane leone Simba ha portato il cinema d’animazione ad un livello più alto: tecnica, indimenticabili brani originali, iconici personaggi, tutti elementi che hanno toccato i nostri cuori e ci hanno fatto innamorare di questo racconto di formazione.
In occasione del suo anniversario, vi sveliamo 9 interessanti curiosità sul classico d’animazione Disney Il Re Leone.
1. Il titolo originale de Il Re Leone
Iniziata la produzione del film, c’era molta confusione su quella che sarebbe stata la trama portante della storia, e quindi anche sulla scelta del titolo. Nelle parole di Rob Minkoff: “L’idea originale era di fare un film in Africa sui leoni. Nessuno all’epoca sapeva quale sarebbe stata la storia”. Il produttore de Il Re Leone Don Hahn, ha poi aggiunto: “La storia è stata completamente inventata. Anche se è stata ispirata un po’ ad Amleto”.
I titoli presi in considerazione prima di giungere a quello definitivo sono stati: King of Beasts, King Of The Jungle (in origine la prima scelta, ma accantonata dai creatori poiché sarebbe stata una inesattezza, in quanto i leoni non vivono nella giungla) e The King of the Kalahari.
2. Il Cerchio della vita: la prima volta che Disney ha utilizzato una intera scena di un suo film come trailer
La scena d’apertura de Il Re Leone, accompagnata dall’evocativo brano Il Cerchio della vita, risultò così potente che i registi scelsero di utilizzarla come trailer del film. Questa fu la prima volta in assoluto che la Disney decise di realizzare un trailer utilizzando una intera scena di un film.
D’altra parte, si tratta di una sequenza così splendidamente girata e potente, in pieno ritmo con la canzone, che sfruttarla per promuovere l’opera fu praticamente un dovere!
3. Hakuna Matata: fuori dallo script originale de Il Re Leone!
È praticamente impossibile pensare a Il Re Leone senza che ci venga in mente il suo brano più celebre: Hakuna Matata. Ebbene, dovete sapere che uno dei fatti più interessanti dietro la realizzazione del film è che questa canzone – che significa letteralmente “senza pensieri” – non era presente nello script originale dell’opera. Al suo posto c’era infatti un altro brano, dal titolo Warthog Rhapsody, che avrebbe dovuto essere interamente dedicato all’arte del mangiare insetti.
Il regista Rob Minkoff rivelò, dopo l’uscita del film, che lui e Allers non erano del tutto convinti che il tema della canzone – decisamente riduttivo – avrebbe funzionato. Dopo una lunga fase di ricerche, il team creativo arrivò alla celebre frase Hakuna Matata, e noi siamo molto grati per questo!
4. L’impegnativa scena della corsa degli gnu: 2 anni di lavorazione!
La celebre scena della corsa degli gnu, che segna anche uno dei momenti più ad alta tensione e drammatici de Il Re Leone – e che termina con la tragica morte dell’amato Re Mufasa – fu tra le sequenze più impegnative da realizzare. Gli animatori impiegarono, infatti, più di due anni per terminare una scena che dura meno di tre minuti! Tempo decisamente ben speso, vista la perfezione dell’effetto finale.
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5. Un senzatetto ha ispirato il personaggio di Rafiki
Il produttore de Il Re Leone, Don Hahn, ha raccontato in un’intervista che il personaggio di Rafiki, originariamente, non aveva un grande spessore, in quanto incarnava semplicemente il saggio e anziano consigliere di Mufasa. Hahn ha poi raccontato come i registi del film siano arrivati alla costruzione di uno dei personaggi più amati dell’opera: “Penso sia stato quando eravamo a Londra a registrare e camminavamo per strada e Rob e Roger hanno visto questo pazzo senzatetto per strada che ballava con una specie di tazza davanti a sé e Roger ha detto: – Ecco come dovrebbe essere Rafiki! Una cosa folle e piena di energia”.
Dopo questa sorta di epifania, Rob Minkoff ha raccontato di essersi chiesto se Robert Guillaume fosse ancora la scelta giusta per doppiare Rafiki, in quanto il suo tono di voce era molto serio. Guillaume convinse i registi a dargli un’occasione, poiché avrebbe certamente contribuito ad arricchire la personalità del personaggio. Nelle parole di Minkoff: “Siamo entrati in sessione e all’inizio non stavamo ottenendo quello che volevamo: era lento e troppo serio. Ad un certo punto della sessione ricordo di aver detto a Robert: – puoi ridere? Prima di dire questa battuta, ridi. – E lui se n’è uscito con una risata incredibile e tutti noi abbiamo sentito un brivido elettrico lungo la schiena e ci siamo detti: Oh mio Dio! Quello è Rafiki!”
6. Il brano Sarò Re doveva avere una funzione diversa
Don Hahn, nel commento audio de Il Re Leone, ha raccontato che il brano cantato da Scar Sarò Re – Be Prepared aveva in origine un titolo diverso, e che anche alcune parti del testo differivano dalla versione definitiva: Thanks to me, it’s goodbye Mufasa. Thanks to me, little Simba’s gone bad.
Nelle parole di Hahn: “Era fantastico, ma con l’evolversi della storia volevamo che si capisse che Scar stava tramando”. Minkoff ha aggiunto che la canzone, in origine, era collocata dopo l’uccisione di Mufasa, ma che scelsero di anticiparla in quanto avrebbe avuto più senso come svelamento del complotto del villain da parte del pubblico.
7. Una delle migliori scene del film è stata improvvisata!
Verso la fine del film, Simba sta cercando un modo per distrarre i tre principali scagnozzi di Scar, ovvero le iene Shenzi, Banzai e Ed. È allora che Timon (Nathan Lane nella versione originale) suggerisce scherzosamente: “Cosa vuoi farci fare? Indossare un gonnellino e ballare la hula?”. La battuta è stata completamente inventata da Lane, e ai registi l’idea piacque così tanto da voler inserire nel film la scena della hula.
8. Can You Feel the Love Tonight: Elton John odiò il modo in cui i registi inserirono il brano nel film
In origine, il celebre brano scritto da Elton John Can You Feel the Love Tonight? – L’amore è nell’aria stasera, avrebbe dovuto essere cantata interamente da Timon e Pumbaa, e non solo nell’introduzione, come invece appare nel film.
Quando Elton John partecipò alla proiezione del film, odiò il modo in cui i registi utilizzarono il suo brano. Nelle parole di Minkoff: “Siamo andati da lui e ci ha detto: – cosa avete fatto? Avete distrutto la mia canzone. Questo era il motivo per cui ho fatto il film. Ho sempre voluto scrivere una grande ballata d’amore per la Disney e voi l’avete appena distrutta. – eravamo tutti terrorizzati. Siamo tornati a casa con la coda tra le gambe e ci siamo detti che dovevamo rimediare.”
9. Il Re Leone e la grave accusa di plagio
Quando Il Re Lone uscì finalmente nelle sale cinematografiche, fu un successo sia tra il pubblico che tra la critica! Tuttavia, la popolarità dell’opera portò alla luce una delle principali controversie che aleggia sulla memoria del film.
Studiosi, fan, artisti, notarono forti somiglianze tra Il Re leone e il manga Kimba – Il leone bianco, creato da Osamu Tezuka (Astro Boy), e pubblicato a puntate sulla rivista Manga Shōnen dal 1950 al 1954. Dal manga è stata tratta nel 1965 una serie anime.
Le accuse di plagio hanno perseguitato il film fin dalla sua uscita. I problemi sono diventati ancora più gravi dal momento che la Disney pubblicizzò Il Re Leone come il suo primo vero film originale, ovvero non basato su una fiaba o su una storia popolare, a differenza delle sue precedenti opere.
Al di là degli aspetti narrativi – sia Simba che Kimba perdono tragicamente il padre e devono lottare per riconquistare il posto che gli spetta – ci sono somiglianze anche in termini di personaggi: entrambe le storie hanno come antagonista principale i leoni malvagi e delle iene, e come mentori dei saggi babbuini.
Il co-regista de Il Re Leone, Rob Minkoff, in un’intervista al Los Angeles Times, ha respinto le accuse di plagio: “Non è insolito avere personaggi come un babbuino, un uccello o delle iene in una storia ambientata in Africa”.
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