Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere – 10 cose che non sai sulla serie TV fantasy
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è in uscita su Prime Video il 2 settembre 2022. Sscopriamo qualche notizia curiosa sulla serie evento!
Dopo mesi e mesi di set blindati e pochissime notizie rilasciate, sta prendendo sempre più forma Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, il nuovissimo prodotto fantasy di Prime Video. La serie, al debutto il 2 settembre, attinge all’universo creato da J.R.R. Tolkien per raccontare alcune delle storie della Seconda Era, un’epoca che si colloca migliaia di anni prima rispetto a Il Signore degli Anelli. Non chiamatelo, quindi, prequel: i creatori Patrick McKay e J.D. Payne, sono stati molto chiari sullo specificare che la loro è una storia indipendente. Mentre l’attesa si fa sempre più intensa tra nuovi trailer e nuove foto esclusive, ecco 10 curiosità che (forse) ancora non sapete su Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere.
1. Gli autori non hanno i diritti sul Silmarillion
Se siete appassionati di Tolkien saprete già che gli eventi della Seconda Era vengono ufficialmente narrati all’interno del libro noto come Silmarillion. Ci si aspettava, quindi, che dopo molti anni di rifiuti la Tolkien Estate – l’organo giuridico che detiene e amministra la proprietà intellettuale dello scrittore britannico J.R.R. Tolkien – avesse alla fine ceduto nel vendere i diritti di una delle opere più preziose dello scrittore britannico. E invece no: gli showrunner hanno spiegato che Prime Video, in realtà, non ha avuto accesso alla possibilità di riprodurre il libro. E allora Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere su cosa si basa? Sul Signore degli Anelli, o meglio sulle Appendici del libro dove vengono riassunti gli eventi della Seconda Era: la compagnia si è portata a casa i diritti dell’opera di Tolkien per 250 milioni di dollari.
2. Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è la serie più costose di sempre
Come lascia intuire la sola cifra impiegata per acquistare i diritti de Il Signore degli Anelli, Gli Anelli del Potere ha un budget impressionante, che in totale ammonta a circa 465 milioni di dollari per le otto puntate che comporranno la prima stagione. Una cifra esorbitante, che copre i costi di produzione e di post produzione e che promette una produzione in grande stile. Con questo budget, la serie batte il record diventando lo show tv più costoso di sempre, superando i record detenuti da The Crown (130 milioni per stagione) e Il Trono di Spade (circa 10 milioni a episodio, per un totale di 73 milioni).
3. Conterrà anche storie originali
La notizia è ufficiale, ed è una di quelle che ha fatto maggiormente tremare gli appassionati di lunga data delle storie di Tolkien: la serie de Gli Anelli del Potere conterrà diverse storyline originali, inventate dagli autori e non presenti nell’immaginario tolkieniano. L’elfo elfo silvano di nome Arondir (Ismael Cruz Córdova), per esempio, e la storia d’amore con l’umana Bronwyn (Nazanin Boniadi). Una scelta quasi ovvia, dato la mancanza di detenzione dei diritti del libro in cui vengono delineati le centinaia di personaggi che caratterizzano la storia della Seconda Era, ma anche pericolosa. Perché creare storie nuove, quando l’universo di Tolkien ne ha già così tante? Stando a quando dicono gli autori, hanno voluto provare a “creare il romanzo che Tolkien non ha mai scritto e concepirlo come una serie monumentale che potrebbe essere trasmessa solo oggi.”
4. Ci saranno anche gli hobbit (più o meno)
Un altro punto abbastanza controverso portato alla luce dalle prime notizie trapelate da Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è la presenza degli hobbit, o almeno dei loro antenati: i cosiddetti pelopiedi (o harfoot, nella versione inglese). In realtà l’invenzione viene direttamente da Tolkien, che li descrisse come una tribù indigena dalla carnagione più scura, collocata perlopiù in zone montuose e storicamente amica della popolazione dei nani, ma in teoria non dovrebbero comparire prima dell’avvento della Terza Era. Gli autori, invece, hanno voluto coinvolgerli nella serie, affermando che non può esserci Terra di Mezzo senza hobbit. E quindi vedremo Lenny Henry interpretare un pelopiede anziano, e Megan Richards e Markella Kavenagh dare volto a due curiose pelopiede che incontrano un uomo misterioso, la cui origine promette di essere uno degli enigmi più intriganti dello spettacolo.
5. Sono già previste cinque stagioni
Con una storia così complessa e intricata, che muoverà le fila di circa 22 personaggi principali, Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere doveva essere pianificata dall’inizio alla fine, a differenza di come succede normalmente per la stesura delle serie tv. Proprio per questo gli showrunner J.D. Payne e Patrick McKay sanno già che la serie durerà 5 stagioni, già pianificate nel dettaglio: un lavoro necessario per poter presentare gradualmente indizi, incastri e tasselli della storia, che si svelerà nel tempo. Addirittura, Payne ha raccontato di sapere già quale sarà l’ultima inquadratura del finale: “Sappiamo anche quale sarà l’inquadratura finale dell’ultimo episodio. I diritti acquistati da Amazon erano per uno show di 50 ore. Sapevano fin dall’inizio che quella era la dimensione della trama: si trattava di una grande storia con un inizio, una parte centrale e una fine ben definiti. Ci sono cose nella prima stagione che si rivelano importanti solo nella quinta.”
6. È stata girato in Nuova Zelanda
Da subito è stato messo in chiaro come Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere sia un prodotto a sé stante, non collegato all’iconica trilogia di Peter Jackson. C’è però una continuità nella scelta delle location: la meravigliosa Nuova Zelanda, che torna a essere la Terra di Mezzo con tutta la sua bellezza. Come già si vede dall’esclusiva clip rilasciata per gli abbonati di Prime Video, i paesaggi saranno mozzafiato, e alle montagne che avevamo imparato ad amare ne Il Signore degli Anelli si aggiunge anche il mare, che avrà un ruolo importante nel corso di questa nuova storia.
7. Il trucco degli orchi è prostetico
Altro anello di congiunzione con la trilogia è il comparto effetti speciali: è stata scelta di nuovo la Weta Digital, la società neozelandese di Peter Jackson che ha portato in vita Il Signore degli Anelli e ha contribuito alla creazione di alcuni dei film più visti nella storia del cinema. Una scelta vincente, come dimostrano già le prime immagini rilasciate dei tremendi orchi, interamente realizzati con trucchi prostetici come ha raccontato Jamie Wilson, capo del dipartimento del trucco prostetico della serie, che già aveva lavorato nella trilogia di Jackson: “Vent’anni fa usavamo un lattice fondamentalmente espanso, che è come un materiale gommoso e spugnoso con una superficie liscia. Oggi tutto è realizzato in silicone incapsulato, che quando viene applicato sul viso lascia mobilità all’attore e permette di truccare come se fosse pelle vera.” Non mancano interventi digitali, soprattutto nelle scene di massa, ma da vicino i trucchi degli orchi sono tutti opere prostetiche.
8. È stata messa un’attenzione particolare nelle lingue
Chiunque abbia familiarità con il mondo di Tolkien sa che le lingue rivestono un ruolo fondamentale nel suo universo: il Professore, infatti, prima di essere essere uno scrittore fu un grande e stimato linguista e glottoteta. Proprio per questo nella creazione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è stata prestata una particolare attenzione alle lingue, un dettaglio che noterà soprattutto chi seguirà la serie in lingua originale. Oltre alle lingue inventate, infatti, si è scelto di creare una parlata particolare per ogni razza e personaggio: per esempio, i Pelopiedi parlano con una cadenza irlandese, mentre gli elfi parlano con frasi in un inglese più elevato; gli eroi, addirittura, hanno una vera e propria metrica: alcuni parlano in giambi, altri in dattili, altri in trochei.
9. Sono stati apportati cambiamenti nella time line e nell’estetica
Dalle prime notizie rilasciate è evidente che ne Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere sono state prese delle scelte che si discostano dall’opera di Tolkien, e che hanno già sollevato non poche polemiche. Prima di tutto, una delle principali discrepanze è la timeline: nei romanzi, i fatti della serie si svolgono nel corso di migliaia di anni, mentre gli showrunner hanno deciso che tutti gli eventi narrati si svolgeranno nello stesso periodo. “Anche se alcuni fan vogliono un documentario sulla Terra di Mezzo” hanno spiegato “non possiamo fare sbalzi di 200 anni e perdere i personaggi umani a ogni stagione: noi raccontiamo una storia che tiene insieme tutte queste cose.” La liberà narrativa riguarda anche la scelta di inserire un cast molto inclusivo e multiculturale, a cui Tolkien non fa riferimento nei suoi scritti. Qualche esempio? L’attore Ismael Cruz Córdova è la prima persona nera a interpretare un elfo, mentre l’attrice britannica di origini iraniane Sophia Nomvete ha ottenuto il ruolo della principessa nana Disa. Questa variazione ha suscitato alcune critiche accese, ma la produttrice esecutiva Lindsey Weber, produttrice esecutiva della serie, ha spiegato che “ci sembrava semplicemente naturale che un adattamento dell’opera di Tolkien riflettesse l’aspetto reale del mondo. Tolkien è per tutti. Le sue storie parlano di razze immaginarie che si rendono utili quando lasciano l’isolamento delle loro culture e si uniscono“.
10. Howard Shore firmerà la colonna sonora
Una delle notizie più belle per i fan della trilogia di Peter Jackson è la scelta di affidare a Howard Shore le musiche de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere. Il compositore e direttore d’orchestra ha firmato le iconiche colonne sonore del Signore degli Anelli e Lo Hobbit, e oltre alla Weta sarà l’unico del vecchio gruppo a far parte della nuova serie. La notizia non è ancora ufficiale – Prime Video sta mantenendo una riservatezza serratissima sul progetto, rivelando lo stretto necessario – ma molte testate autorevoli del settore assicurano che il compositore Premio Oscar firmerà i brani di questo ambizioso progetto.