Lost: 10 cose che non sai sulla serie cult
Dieci curiosità che forse ancora non conoscete su Lost, una delle serie più iconiche, discusse e indimenticabili della storia della tv.
C’è chi l’ha amata, chi l’ha odiata, chi non l’ha capita, eppure ancora oggi se ne parla e se ne discute. Che siate fan o meno, è innegabile come Lost abbia letteralmente cambiato la storia della televisione, aprendo la strada per le serie tv come le conosciamo oggi. Lo show è stato trasmesso dal 2004 al 2010, prodotto dalla ABC e scritto da J. J. Abrams assieme a Damon Lindelof, e racconta la storia di 48 persone che, sopravvissute a un tremendo disastro aereo, si ritrovano dispersi su un’isola dell’Oceano Pacifico apparentemente disabitata. Il gruppo dovrà superare le diversità e i segreti di ciascuno per collaborare nella speranza di salvarsi, ma sarà messo a dura prova da un isola che non è quello che sembra. Lost riuscì ad attirare l’attenzione collettiva come pochi altri prodotti della storia, trasformandosi in un prodotto cult su cui ancora oggi si discute. Ecco per voi 10 curiosità che (forse) ancora non conoscete sulla serie che ha rivoluzionato la televisione.
1. Le origini della famosa sequenza numerica
Tra i molti elementi di culto di Lost, una delle più iconiche è la mitica sequenza numerica 4, 8, 15, 16, 23, 42 usata più volte nel corso della serie: è la combinazione vincente per Hurley, a cui somma di denaro porta più sfortuna che gioia, ed è il codice eseguito da Desmond ogni 108 minuti per prevenire disastri incerti. Ma da dove deriva? I numeri non sono scelti a caso, anzi ognuno è associato a un elemento della storia: 8 e 15 si riferiscono al volo Oceanic 815 precipitato sull’isola , 4 sono gli anni trascorsi da Locke sulla sedia a rotelle, 23 è la fila dell’aereo su cui era seduto Jack e 42, invece, è un omaggio al celebre libro Guida galattica per autostoppisti di Douglas Adams.
2. L’idea della storia di Lost è nata da… un film
Sapevate che l’idea per il soggetto di Lost arriva da un film, e anche piuttosto famoso? Tutto inizia quando Lloyd Braun, che nel 2003 era presidente della ABC Entertainment, è in vacanza alle Hawaii con la famiglia e vede per la prima volta Cast Away. Durante il film pensa che sarebbe una storia interessante da sviluppare come serie tv, ma all’inizio i vertici di ABC non sono convinti che possa funzionare. Braun affida lo stesso a Jeffrey Lieber la stesura del pilot, ma non rimane soddisfatto, e così ingaggia J.J. Abrams, che accetta a due condizioni: che la serie contenga del paranormale e che non la scriva tutta da sola. Così viene ingaggiato anche Damon Lindelof e Lost prende vita, anche se Braun viene licenziato poco prima del debutto dello show.
3. L’episodio pilota ha avuto costi da record
Inizialmente l’ABC non credette al potenziale di Lost, e soprattutto fu molto preoccupata da costi di produzione: oggi siamo abituati a show televisivi dal budget colossale, ma ai tempi della serie non era così normale. Solo il primo episodio venne a costare qualcosa come 13 milioni di dollari, una cifra assurda dovuta soprattutto alla location – la serie è interamente girata alle Hawaii, in particolare sull’isola di Oahu – e al trasporto del relitto dell’aereo. Sì, l’aereo è vero: si tratta di un Lockheed Tristar L-1011 caduto in disuso nel 1998 che la produzione ha trasportato alle Hawaii appositamente per girare la serie.
4. Gli attori non conoscevano molti dei colpi di scena
Vista la natura complessa e misteriosa della storia di Lost, la segretezza per J.J. Abrams e per la ABC era fondamentale, tanto da tenere all’oscuro gli stessi attori degli sviluppi di trama per impedire spoiler e fughe di notizie. Ogni membro del cast riceveva solo le pagine di copione relativi ai suoi personaggi, e quindi nessuno sapeva nulla dell’incastro generale delle vicende, e addirittura a volte del destino di chi interpretava: Terry O’ Quinn, che ha dato il volto a John Locke, ha raccontato di aver scoperto di aver interpretato il villain principale dello show solo alla messa in onda dell’episodio rivelatore. Solo Matthew Fox, ovvero Jack Shephard, conosceva il finale della serie e come si sarebbe conclusa la storia del suo personaggio.
5. L’isola è piena di richiami alle Sette Meraviglie del Mondo Antico
Lost è ricco di richiami, citazioni e rimandi ad altre opere, o a elementi legati alla cultura mondiale. Uno dei più evidenti è il rimando alle Sette Meraviglie del Mondo Antico, che si indentificano con diversi elementi presenti sull’isola misteriosa: per esempio, l’edificio dentro al Tempio degli Altri richiama la grande Piramide di Giza – e il tempio stesso è modulato sul Tempio di Artemide -, il giardino pensile della stazione Orchidea è un evidente rimano ai Giardini di Babilonia, mentre il faro di Jacob ricorda il mitico faro di Alessandria.
6. Il personaggio di Sawyer è tutto merito di Josh Holloway
Ribelle, scanzonato e un po’ “bad boys” (ma dal cuore d’oro), Sawyer è indubbiamente uno dei personaggi meglio riusciti e più amati di Lost. Ma il merito di tanto successo in questo caso non è da attribuire tanto agli autori, quanto all’attore che lo interpreta. Quando Josh Holloway si è presentato al provino, infatti, il personaggio era completamente diverso, doveva essere un artista più anziano, originario di Buffalo. Gli showrunner sono però rimasti molto impressionati da Josh, famoso per il suo carattere burrascoso anche fuori dal set: l’attore, quando si dimenticò alcune delle battute previste, reagì prendendo a calci una sedia e imprecando senza filtri. Agli autori piacque così tanto la sua energia che riscrissero il personaggio facendolo assomigliare di più a lui.
7. Il finale di Lost: un mistero su cui ancora si discute
Ad oggi, è difficile trovare un altro episodio conclusivo contestato, discusso e chiacchierato come quello di Lost, che ancora ad anni di distanza scatena accese discussioni. La messa in onda della puntata che conclude 5 anni di produzione, 6 stagioni e 114 episodi è stato un vero evento, che la ABC ha protetto in modo quasi ossessivo: addirittura, per non far trapelare nessuna notizia, assunse un ex agente dell’FBI in pensione che vegliasse sul finale in veste di consulente per la sicurezza. La conclusione della storia è molto onirica, simbolica e ricca di mistero, e gli stessi autori negli anni hanno rilasciato dichiarazioni contraddittorie a riguardo: da una parte hanno dichiarato come volessero effettivamente lasciare una conclusione misteriosa e aperta, dall’altro hanno raccontato di essersi pentiti di non aver inserito i flashback alla fine, una delle caratteristiche principali dell’arco narrativo di Lost.
8. I ricordi dal set presi dagli attori di Lost
Quando finisce una produzione, è abbastanza comune che ognuno dei partecipanti scelga un oggetto di scena relativo al suo personaggio o che gli ricordi l’esperienza sul set. E gli attori di Lost non sono da meno: molti di loro, infatti, hanno portato a casa un oggetto di scena. Evangeline Lilly per esempio, la bellissima e tostissima Kate Austen, si è portata a casa come ricordo la lettera di Sawyer in memoria della prima stagione, mentre Jorge Garcia ha tenuto due dipinti del suo Hugo. Daniel Dae Kim (Jin) e Henry Ian Cusick (Desmond) hanno preso alcuni vestiti di scena, mentre uno degli autori, Lindelof, si è portato a casa la botola e l’ha trasformata in un tavolino.
9. In un episodio non appare nessuno del cast originale
A volte può capitare che il cast principale di una serie non compaia proprio in ogni singolo episodi, e questo vale ancora di più per uno show corale e ricco di personaggi come Lost: può capitare per esigenze degli autori, o per impegni degli attori, ma è difficile che nessun protagonista appaia per una puntata intera. Invece è successo per Lost, caso unico nel panorama televisivo anche per questo motivo: l’episodio Al di là del mare è completamente diverso dal resto della serie, sia perché è privo di salti temporali, sia perché non appare nessun membro del cast principale. Tutta la puntata, infatti, racconta l’origine di Jacob e dell’Uomo in nero, e loro due, insieme alla “madre”, sono gli unici attori dell’intero episodio.
10. La ABC si apre alla possibilità di un reboot
Voci di un possibile ritorno di Lost in tv si susseguono da diversi anni, ma ora la questione è tornata con prepotenza quando la presidente di ABC Karey Burke ha dichiarato che sarebbe interessata a vedere un reboot di Lost sul proprio network. Durante un incontro del TCA (Television Critic Association), incalzata dalle domande dei presenti in sala, Burke si è espressa positivamente riguardo all’idea, anche se ha dichiarato di non avere ancora parlato con Abrams e Lindelof di una tale possibilità, che potrebbe avere però riscontri positivi da almeno uno dei due. Tempo fa, infatti, proprio Lindelof si era aperto all’idea, dichiarandosi contrario a una serie con i vecchi personaggi ma interessato a nuovi episodi con nuovi personaggi portati sull’isola.