Chi è Michele Riondino? 5 cose da sapere sul regista di Palazzina Laf

La carriera, la musica, la famiglia e l'esordio come regista

L’interprete che fa quel passo in più, che scava nel suo vissuto, rielabora le proprie esperienze e, dopo 7 anni di lavoro, regala una nuova prospettiva alla propria evoluzione artistica, esordendo come autore di un’opera prima coraggiosa; Michele Riondino è il regista di Palazzina Laf, suo primo lungometraggio che lo vede ondeggiare da una parte all’altra della macchina da presa, presentato in anteprima all’interno della sezione Grand Public della 18ª edizione della Festa del Cinema di Roma. L’opera denuncia uno dei lati più oscuri del mondo del lavoro, rielaborando il primo vero e proprio caso di mobbing su larga scala, avvenuto in Italia a metà degli anni ’90, presso le acciaierie Ilva di Taranto. Riondino si mette in gioco anche nel ruolo del protagonista avvalendosi, al proprio fianco, dell’esperienza di Elio Germano, che interpreta l’altro grande personaggio del racconto. In attesa che il film esca nelle sale, il prossimo 30 novembre, scopriamo alcune curiosità riguardo alla carriera e alla vita privata del cineasta.

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1. La biografia di Michele Riondino

Palazzina LAF; cinematographe.it

Michele Riondino nasce a Taranto il 14 marzo 1979. I genitori, ex operaio Ilva lui e casalinga lei, lo spingono a seguire la carriera paterna, sognando per lui e per il fratello Fabio un futuro in fabbrica; se, da un parte, quest’ultimo segue, per un determinato periodo, le orme del padre, Michele sviluppa invece, molto presto, la passione per il teatro e per la recitazione. Dopo gli anni di studio in Puglia si sposta a Roma, dove frequenta l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica e dove inizia a calpestare i primi palcoscenici, prima di esordire in televisione, nel 2003, con Distretto di polizia.

2. La principali tappe della carriera

Nella fiction, che lo ha visto far parte del cast per 3 stagioni, Riondino interpreta Daniele, fidanzato di Sabina (Giulia Michelini), a sua volta sorella del commissario Corsi (Claudia Pandolfi). Sempre in ambito televisivo l’attore si toglie altre grandi soddisfazioni, prima partecipando a La freccia nera, di Fabrizio Costa, poi come protagonista, dal 2012, della serie Il giovane Montalbano, diretto da Gianluca Maria Tavarelli; nello stesso anno torna a teatro, dove aveva mosso i primi passi, per esordire come regista con La vertigine del Drago, supervisionata da Andrea Camilleri. Per quanto riguarda il cinema, dopo l’esordio nel 2003, con Uomini & donne, amori & bugie, di Eleonora Giorgi, ricordiamo la partecipazioni a Il passato è una terra straniera, di Daniele Vicari, e Dieci inverni, di Valerio Mieli ma, soprattutto, ricordiamo le collaborazioni con Marco Bellocchio, con cui lavora nel 2012 per Bella addormentata, e Mario Martone, per Noi credevamo e Il giovane favoloso. Quest’ultima pellicola vede, peraltro, la collaborazione tra Riondino e Elio Germano, ritrovata in occasione delle riprese di Palazzina Laf, opera prima dell’autore pugliese.

I Leoni di Sicilia; cinematographe.it

3. Le aspirazioni musicali di Michele Riondino

La passione per il recitato e per il cinema, non sono stati i soli interessi capaci di avvicinare il regista all’arte; egli si mostra, infatti, profondamente attratto dalla musica e ha più volte dichiarato (ricordiamo, in particolare, un’intervista di Vanity Fair di qualche anno fa) che il suo più grande sogno sarebbe quello di formare un band.
Nel 2019, sotto la direzione di Marco Danieli, è stato protagonista del film Un’avventura, film che, come suggerisce il titolo, si ispira interamente ai brani scritti e composti dalla coppia Battisti-Mogol.

4. Il ruolo della famiglia

L’attaccamento alla famiglia è, per Riondino, uno dei quei valori imprescindibili, a cui egli non può assolutamente rinunciare; uscito di casa a 18 anni, torna molto spesso a Taranto a far visita alla madre (egli stesso si è definito “mammone”).
Sul set de Il giovane Montalbano conosce l’attuale compagna, Eva Nestori, nota make up artist delle celebrità, con la quale instaura una duratura relazione, da cui nascono le due figlie: Frida, nata nel 2014 e così chiamata in ricordo di Frida Kahlo, e Irma, arrivata invece ad aprile del 2020.

5. Le cariche prestigiose

Michele Riondino cinematographe.it
Palazzina Laf di Michele Rondino, Ph. Maurizio Greco

Oltre all’interesse professionistico, il cineasta ha più volte dimostrato impegno cittadino e non solo. Nella sua Taranto fa infatti parte del Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti e, dal 2012, è direttore artistico del Concerto del Primo Maggio della città, insieme a Diodato (autore della colonna sonora di Palazzina Laf) e Roy Paci.
Nel 2018 è stato selezionato come padrino dell 75ª edizione della Mostra del Cinema di Venezia.

6. La storia personale che ispira l’esordio

Il regista, che in un’intervista al Corriere della Sera riguardo alla sua prima fatica dietro la macchina da presa, ha dichiarato di essersi ispirato a film come Pane e cioccolata di Franco Brusati, I compagni di Mario Monicelli, La classe operaia va in paradiso di Elio Petri e Fantozzi, in realtà prende spunto, principalmente, dal proprio passato. Palazzina Laf è un film politico che rievoca una pagina di cronaca tristemente nota, in cui si assistette al primo episodio di mobbing, che vide i dirigenti delle acciaierie Ilva punire i propri dipendenti, confinandoli e privandoli del proprio lavoro. Il punto di vista di Michele Riondino è quello di chi, in quegli anni, ha vissuto da vicino quel fatto, sentendolo in prima persona dato l’impego del padre all’interno della stessa azienda.

7. I contatti social di Michele Riondino

Riondino non è un artista che ama utilizzare i canali social ma lo si può ugualmente trovare su Instragram, come @michele_riondino e sull’ex Twitter, X, come @riondinomichele.

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