I 5 film migliori di Steven Soderbergh
Una carriera che prosegue dal 1989 e che, negli anni, ha saputo regalare alcune perle, come la saga sulla banda di rapinatori più famosa del cinema
Talento qualitativo per una carriera fatta di quantità; Steven Soderbergh esordisce con una Palma d’oro, per il suo Sesso, bugie e videotape, ed entra a gamba tesa all’interno dell’industria cinematografica facendosi, in seguito, autore di più di 30 film, in poco più di 30 anni. Tra i primi e principali esponenti del cosiddetto cinema indie, l’autore fa della prolificità uno dei caratteri più distintivi del suo lavoro e, pellicola dopo pellicola, sperimenta, spazia, si differenzia da sé affrontando sfide eterogenee, a volte agli antipodi, ma sempre tramite la medesima impronta autoriale; tocca diversi generi, superandone spesso i limiti e sconfinando all’interno di altri. L’immagine filtra con appariscenza l’umano e ne indaga l’aspetto etico ed interpersonale.
A partire dal primo capitolo della saga che ne ha consacrato i meriti, riesploriamo le principali tappe di un percorso ricchissimo ma che, siamo certi, ha ancora molto da dire. La trilogia Ocean e la già citata opera prima, Sesso, bugie e videotape, si accostano ad altre 3 pellicole che evidenziano sia la padronanza registica di Soderbergh, sia la sua capacità di diversificare il suo operato.
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1. Ocean’s Eleven – Fate il vostro gioco
Nel 2001 il regista attualizza un genere tipico degli anni ’60 riproponendo, in chiave moderna, la pellicola firmata da Lewis Milestone, Colpo Grosso (1960), con Frank Sinatra e Dean Martin. L’aspetto corale del film d’origine viene mantenuto e la produzione forma una squadra impossibile da battere, capitanata da 3 mostri sacri del grande schermo: George Clooney, Brad Pitt e Matt Damon. In un cinema saturo di rapine e grandi copi, il film si erge più alto dei suoi simili, conquista tutti e conquista fin dal principio; un incredibile successo che ha dato il là ad una saga che non sembra voler cessare e di cui presto potremmo vedere un nuovo capitolo.
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2. Erin Brockovich – Forte come la verità, Steven Soderbergh che racconta il vero
Una Julia Roberts da Oscar incarna la forza della verità in Erin Brockovich, film che narra la vera storia della segretaria di uno studio legale di Los Angeles, battutasi in prima persona contro le attività inquinanti di una grossa compagnia elettrica. Il film arriva nel 2000 e viene accolto caldamente, soprattutto per il fantastico impegno collaborativo tra il regista e la sua interprete, che porta al cinema l’immagine di colei che, con la sola forza di volontà, ha saputo scuotere il suo mondo e quello di molte persone in difficoltà, una donna, una lavoratrice, una madre ma, soprattutto, un’eroina.
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3. Traffic
L’inizio del nuovo millennio è, senza alcun dubbio, il periodo più florido e appagante della carriera di Soderbergh; nel 2000, oltre al film con Julia Roberts, esce nelle sale Traffic, altro grande successo florido di talento (Benicio del Toro, Michael Douglas, Don Cheadle e molti altri). Una panoramica sul traffico di droga che, sul confine tra Messico e Stati Uniti, analizza ogni livello di un sistema degradante quanto radicato. Poliziotti, trafficanti, avvocati, storie a sé stanti che scappano, si inseguono e si incontrano, rimanendo aderenti ad una drammatica realtà.
4. Sesso, bugie e videotape, l’esordio da sogno di Steven Soderbergh
Riportando indietro il cronometro autoriale di Steven Soderbergh arriviamo al punto 0, le origini di tutto. È il 1989 quando il regista, si presenta a Cannes con il suo primo lungometraggio di finzione, Sesso, bugie e videotape (aveva infatti già realizzato un documentario e due cortometraggi), che lo porta istantaneamente al trionfo e sulla bocca di tutti gli appassionati. Femminilità e sessualità visionati tramite cassette, in una prima analisi dei rapporti umani che accompagnano, ancora oggi, le opere del regista.
5. Unsane
L’ultima tappa di questo breve percorso è una delle ultime pellicole realizzate da Soderbergh che, ancora una volta, dimostra la volontà di abbracciare il cinema tutto, di non voler seguire un sentiero retto e sicuro ma di voler calpestare ogni strada percorribile. In Unsane, film del 2018, Claire Foy è protagonista di un’opera che indaga la psicopatologia di una donna ormai stanca della propria vita, che deve fare i conti con i fantasmi del passato.
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