Toro scatenato: 7 curiosità sul capolavoro di Martin Scorsese

Il film targato Martin Scorsese con protagonista Robert De Niro è di nuovo al cinema dall'8 al 10 maggio

Il ring che torna ad illuminarsi delle intermittenti luci dei flash dei fotografi, il viso di un giovane Robert De Niro segnato nuovamente dal sangue, dal sudore, da quello sguardo arcigno e intimidatorio; a più di 40 anni di distanza dalla sua distribuzione torna al cinema Toro scatenato (1980), uno dei tanti capolavori targati Martin Scorsese, riproposto quest’anno in una versione restaurata e per la prima volta in 4K. Ispirata all’autobiografia del pugile Jake LaMotta, l’opera ne ripercorre la carriera sia sul ring che lontano da esso, tracciando incisivamente i tratti di un personaggio molto controverso, pericoloso, paranoico, perfettamente dipinto dalle direttive del regista e dall’impeccabile interpretazione di De Niro, vincitore dell’Oscar e ad una delle sue prove meglio riuscite, arrivata alla quarta collaborazione tra i due talentuosi cineasti dopo Mean Streets – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno (1973), Taxi Driver (1976) e New York, New York (1977).

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1. Da dove nasce Toro scatenato

Toro scatenato cinematographe.it

I due anni che seguirono il clamoroso flop di New York, New York rappresentano un momento di grande difficoltà per Martin Scorsese, caduto in forte depressione. Il ruolo di De Niro fu per lui determinante e di grande supporto e fu proprio l’attore, una volta letta l’autobiografia di Jake LaMotta, durante le riprese de Il Padrino – Parte II, a proporre al regista di farne un film. Il punto di partenza è quindi l’autobiografia Racing Bull: My Story, scritta dallo stesso pugile assieme a Joseph Carter e Peter Savage, che fu poi anche coproduttore della pellicola.

2. Calarsi nella parte

Jake LaMotta cinematographe.it

Sul set di Toro scatenato, Robert De Niro ha conosciuto personalmente Jake LaMotta, ingaggiato dalla United Artists come consulente cinematografico. L’ex boxeur è stato determinante prestandosi a dare alcune lezioni di pugilato all’interprete, il quale per circa 6 mesi si è allenato, prima delle riprese, come un vero e proprio atleta professionista, tanto da arrivare a rompere le capsule dei denti superiori di LaMotta con un pugno.

3. Un Robert De Niro all’ingrasso

Toro scatenato cinematographe.it

Fu lo stesso De Niro chiedere a Martin Scorsese che l’aumento di peso del personaggio tra gli anni ’50 e gli anni ’60 non fosse artificiale ma autentico. Questo portò ad una lunga pausa nella lavorazione del film e costrinse l’attore ad abbuffarsi nei ristoranti del Nord Italia e della Francia, per tutta l’estate del 1979, mangiando e dormendo a spese della produzione e riuscendo a prendere ben 25 chili, qualcosa che a quei tempi non si era mai visto al cinema.

4. L’incredibile lavoro sul sonoro

Robert De Niro cinematographe.it

Frank Warner, curatore del suono per il film, fece un lavoro straordinario, utilizzando i rumori più disparati, dal colpo di fucile al rompimento delle angurie, e mantenendo grande segretezza su alcuni degli effetti ottenuti. Per quanto riguarda invece la colonna sonora, Scorsese decise di attingere dalla sua esperienza e, in particolare, dalla sua personale raccolta di 78 giri, puntando su una serie di canzoni che hanno caratterizzato gli anni della sua giovinezza, nonché il periodo storico che viene raccontato all’interno del film.

5. Toro scatenato e la sceneggiatura revisionata

Toro scatenato cinematographe.it

Scritta inizialmente da Mardik Martin (New York, New York, Re per una notte), la sceneggiatura di Toro scatenato fu successivamente revisionata da Paul Schrader (Taxi Driver, Amerigan Gigolò) che apportò alcune sue modifiche tra cui la resa di Joey La Motta, fratello di Jake interpretato da Joe Pesci, come secondo personaggio più importante del racconto e la decisione di cominciare il film non all’inizio della carriera pugilistica del protagonista, ma nel pieno del suo successo. Dopo Schrader, allontanatosi dalla produzione, furono però gli stessi Scorsese e De Niro a riscrivere tutte le scene e tutti i dialoghi.

6. La scelta del bianco e nero per Toro scatenato

Toro scatenato; cinematographe.it

La scelta del bianco e nero per il film ha delle molteplici ragioni. Scorsese, innanzitutto, voleva far sì che la sua pellicola si differenziasse dal celebre Rocky, uscito 4 anni prima; egli, inoltre, riteneva che l’assenza di colore avrebbe reso più autentica la definizione di quel periodo e credeva che la vista di tutto quel sangue a colori avrebbe potuto disturbare eccessivamente il pubblico.

7. Una carriera che sembrava dovesse concludersi

Martin Scorsese - cinematographe.it

Come anticipato in precedenza, gli anni che hanno portato alla produzione di questa pietra miliare del cinema non sono stati affatto semplici per Martin Scorsese il quale, ricoverato in ospedale nel 1978 a causa della sua depressione e di alcuni problemi di salute, inizialmente rifiutò la proposta dell’amico De Niro, che tentava di riportare in auge il suo regista di riferimento, ma poi cedette, anche se convinto che quello sarebbe stato il suo ultimo film e non avrebbe riscosso grande successo; due previsioni fortunatamente errate, dato che oggi si parla di uno dei più grandi autori di cinema di sempre, ancora attivo e ancora capace di realizzare opere sensazionali.

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