Hai una sigaretta? 8 personaggi di film e serie TV col vizio del fumo
Rustin Cohle, Winston Churchill, Mia Wallace, personaggi dalla sigaretta (o sigaro) facile, che devono parte della loro iconicità alla propria dipendenza
Quando il vizio del fumo nasce in pellicola, filtrato dallo schermo è in grado di penetrare la nostra pelle, depositarsi alla base del nostro immaginario e viziarci della sua stessa esistenza. Nicotina, tabacco e catrame assumono la forma di un pensiero, di uno stato d’animo; ne avvertiamo all’udito il lento consumarsi, ne percepiamo il gusto, ne assorbiamo l’intensità olfattiva, godendo visivamente di una gestualità incapace di lasciarsi inermi. Il ripetitivo modellarsi delle guance e la morbosità dell’inspirazione alternata a quel soffio vitale, che sa di libertà, creano dipendenza; non possiamo evitare di rimane assuefatti dal quel movimento continuo, da quel gesto che diviene emblema per chi lo compie. Come il Rustin Cohle di True Detective, interpretato da Matthew McConaughey, gli 8 personaggi che seguono, icone del grande e del piccolo schermo, devono parte del proprio successo alla presenza accessoria, ma indispensabile, della loro abitudine più viziosa, di quell’elemento che da tangibile si frammenta nell’etere, divenendo invisibilmente ancor più percettibile.
1. Rustin Cohle (True Detective)
La prima stagione delle serie crime True Detective deve gran parte del suo successo alla presenza costante ed ipnotica di Rustin Cohle, personaggio straordinariamente interpretato da Matthew McConaughey. Cinico, pessimista, solitario, un detective contrario ai costumi sociali e convinto che l’esistenza sia priva di significato, che non cura il proprio corpo ma che, anzi, fa del fumo e dell’alcol una corazza per proteggersi dalle sue stesse inquietudini.
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2. Winston Churchill (L’ora più buia)
La meticolosità interpretativa e la ricerca di autenticità, portano spesso con sé dei rischi e lo ha dimostrato Gary Oldman durante le riprese de L’ora più buia. Per una fedele e credibile interpretazione di Winston Churchill, l’attore ha dichiarato di aver sviluppato un’intossicazione da nicotina, dovuta ai 12 sigari che, in media, era costretto a fumare ogni giorno per poter restituire un ritratto del primo ministro britannico che rispettasse l’immaginario collettivo. Tale immedesimazione gli valse numerosi riconoscimenti, tra cui l’Oscar come miglior attore protagonista.
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3. Mia Wallace (Pulp Fiction)
Alcuni elementi attraversano il cinema di Quentin Tarantino creando un dialogo, un percorso continuo che collega ogni pellicola da lui diretta a quelle precedenti. Il fittizio marchio di sigarette, Red Apple, conquista spazio in ogni suo film, da Django a Kill Bill, da C’era una volta a… Hollywood a Pulp Fiction, ove il personaggio interpretato da Uma Thurman, Mia Wallace, non sembra conoscere altro modo che il vizio per affrontare la sua condizione, e la dipendenza da nicotina è per lei, di certo, una delle meno allarmanti.
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4. Tra i personaggi con il vizio del fumo c’è anche Tony Soprano (I Soprano)
Si torna alla televisione con Tony Soprano, altro personaggio la cui immagine non può prescindere dall’invadente e costante presenza del sigaro che, oltre all’attrattiva, gli attribuisce un’autorità indiscutibile. Ne I Soprano, il padrino della serialità, interpretato da James Gandolfini, sfrutta la consistenza iconografica di un elemento che ne specifica ulteriormente lo status, stereotipando la rappresentazione di un uomo scisso tra gli affetti familiari e i doveri malavitosi.
5. Ed Crane (L’uomo che non c’era)
La scala di grigi de L’uomo che non c’era dei fratelli Coen viene sfumata dalla nube che costantemente intossica i polmoni e colora la definizione di Ed Crane, protagonista del film interpretato da Billy Bob Thornton. La ripetitività delle sue giornate monotone è cadenzata da una gestualità che porta ad affrontare ogni situazione accendendosi una sigaretta, come un rito a cui il personaggio non può rinunciare, da cui il personaggio dipende per riconoscere sé stesso.
6. Gilda (Gilda) è una delle icone più longeve con il vizio del fumo
Per essere riconosciuta come tale, un’icona deve riuscire ad attraversare le diverse epoche mantenendosi integra e riconoscibile. Con Gilda, a metà degli anni ’40, Rita Hayworth sfuma il ritratto di una donna irrequieta, interiormente combattuta e che rifugge i propri dubbi e le proprie insicurezza nel fumo. “Fumi troppo” le dice lo zio Pio (Steven Geray), “Ho notato che solo le persone frustrate fumano troppo e solamente le persone sole sono frustrate”.
7. Michel Poiccard (Fino all’ultimo respiro)
Dal canto suo, in Fino all’ultimo respiro, Jean-Paul Belmondo rende iconica la riproposizione stessa di un’icona, traendone le movenze e le abitudini. La venerazione di Michel Poiccard, il personaggio da lui interpretato, nei confronti di Humphrey Bogart, simbolo di un tabagismo fascinoso, è tanto ossessiva da replicarne la postura ed i movimenti; la sigaretta è parte di lui, pende dalle sue labbra costantemente, dalle battute iniziali del film sino alla sua conclusione.
8. Tommy Shelby (Peaky Blinders) è l’ultimo, ma non per importanza o quantità, tra i personaggi con il vizio del fumo
Tabacco compresso corre lentamente lungo la congiunzione tra il labbro superiore e quello inferiore, un respiro otturato e rarefatto inquina i polmoni, l’espressione si distende, e con lei ogni turbamento; l’ultima immagine è quella del magnetico, quanto imperscrutabile, Thomas Shelby, protagonista di Peaky Blinders, che soffoca nel vizio i fantasmi del suo passato e i demoni del suo presente. Violento, eticamente scorretto, il personaggio interpretato da Cillian Murphy ci conquista con prepotenza, tanto da assorbire ogni suo gesto, tanto da inalare ogni suo respiro; pesante, otturato, liberatorio.
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