Che cos’è un Manrico: a Roma l’anteprima nazionale del film di Antonio Morabito
Dopo il sorprendente successo di critica e le discussioni suscitate da Il venditore di medicine, il film interpretato da Claudio Santamaria e Isabella Ferrari, Antonio Morabito torna sugli schermi dal 7 aprilecon un documentario che Istituto Luce ha ‘riscoperto’ e voluto riproporre alle sale, in una versione nuova e rimontata rispetto a un lavoro di tre anni fa.
Che cos’è un Manrico racconta una settimana d’estate a Roma, calda, assolata, turistica, di Manrico, un trentenne distrofico che può muovere solo la testa e i pollici, e Stefano, l’operatore che assiste Manrico.
Che cos’è un Manrico non è un film sulla distrofia o la disabilità. È una commedia, un dramma, una piccola perla, un road-movie surreale e realissimo, con protagonista un distrofico.
Il viaggio dei due amici nella città si snoda tra strade piene di buche, gelaterie, ascensori complicati, partite di hockey, canzoni, fantasie e ricordi sessuali, traffico, sole, nonne irrefrenabili, social networks, battute a raffica, confessioni fondamentali o eventuali.
Come due metropolitani Don Chisciotte e Sancho Panza, Manrico e il suo scudiero ci mostrano le cose di tutti i giorni come delle inaspettate avventure. Con una crudezza armata di candore e sorriso, ci mostrano il quotidiano come non lo vediamo.
Manrico purtroppo se n’è andato lo scorso autunno, non riuscendo a vedere il film in sala come desiderava. La produzione e la distribuzione hanno allora deciso di devolvere parte dell’incasso del tour di proiezioni alla Cooperativa sociale ‘Oltre’ onlus, che seguiva Manrico, per l’acquisto di un pulmino per le attività extraterapeutiche (trasferte, tempo libero) degli assistiti.
Che cos’è un Manrico: a Roma l’anteprima nazionale del film doc di Antonio Morabito
Dopo Roma il film arriverà a Milano (cinema Centrale) l’11 aprile, poi a Torino, Napoli, Firenze, Bologna, Genova, con un calendario di proiezioni e teniture fino a maggio. E altri appuntamenti si vanno aggiungendo.
Dichiara Antonio Morabito nelle note di regia del film: Nell’arco di questi mesi ho visto quanto Manrico sia fatto della stessa materia di cui sono fatto io. Per ogni elemento di diversità dovuto alla malattia, ce ne sono mille di affini dovuti all’esistenza. Da tempo Manrico mi propone di fare un film basato sulla sua vita; ho pensato che un buon modo fosse quello di mostrare direttamente lui, senza facili pietismi o generiche accuse al sistema, ma limitandosi a far vedere semplicemente quella che per lui è la normalità.
È quindi la quotidianità che voglio mostrare in questo documentario; la normalità di una persona diversa ma uguale.