David di Donatello 2020 – i favoriti secondo Cinematographe.it
Una carrellata sui favoriti alla vittoria delle diverse categorie di un’inedita versione 2.0 della 65ᵃ edizione degli Oscar del cinema italiano.
Manca una manciata di giorni all’8 maggio, data definitiva e certa scelta dall’Accademia del Cinema Italiano e dal suo direttivo per l’assegnazione degli ambiti David di Donatello 2020, le cui nomination erano state rese note lo scorso 18 febbraio. Cerimonia, questa, inizialmente prevista per il 3 aprile e posticipata di un mese circa a causa dell’emergenza Coronavirus che ne ha impedito, come tantissime altre manifestazioni analoghe, lo svolgimento. Di fatto si tratta di una sorta di anticipo del D-Day per la Settima Arte made in Italy, anche se restano ancora in vigore le norme del distanziamento sociale e non ci sono segnali precisi all’orizzonte riguardo la ripresa a pieno regime per l’intera filiera nonostante l’ingresso nella Fase 2 il 4 maggio, con conseguente sblocco parziale del lockdown che per 57 giorni ha spento tutti i motori dell’intero Paese.
Certi sono l’orario della messa in onda e il relativo canale, con la 65ᵃ edizione che verrà trasmessa alle 21:30 su Rai 1, condotta da Carlo Conti. Per quanto concerne le modalità di consegna dei singoli riconoscimenti ai vincitori, per quelle invece si attendono comunicazioni a stretto giro da parte dal Presidente e Direttore Artistico Piera Detassis. Ma sicuramente il tutto avverrà in remoto, con il presentatore che guiderà la cerimonia da una location ancora da svelare, attraverso dei collegamenti con i vari candidati, nelle loro case.
Tutte le nomination della 65ᵃ edizione dei David di Donatello
Nel frattempo inganniamo l’attesa con una carrellata sui favoriti secondo la nostra testata, che non vuole essere in nessun modo una raccolta di pronostici che lasciano il tempo che trovano, smentiti il più delle volte da scelte non condivise all’unanimità o non corrispondenti ai reali valori espressi sullo schermo. Lontano da noi farli, lasciando a coloro che sono incaricati l’ingrato compito. Bookmakers e statistiche a parte, deponiamo la palla di vetro nel cassetto per concentraci sulle critiche che emergono dalla lettura delle recensioni delle pellicole candidate pubblicate nei mesi precedenti sulle pagine del sito, spostando di volta in volta la lente d’ingrandimento sulle singole maestranze in gara nelle 26 categorie complessive.
Il tutto tenendo presente che nelle scorse settimane sono stati già resi noti 3 riconoscimenti: quello per miglior film straniero che non poteva non andare al pluridecorato (tra cui la Palma d’Oro a Cannes 2019 e quattro premi Oscar) Parasite del sudcoreano Bong Joon-Ho (per chi non l’avesse visto segnaliamo la prima messa in onda Giovedì 07 Maggio su Sky Cinema 2), quello al miglior cortometraggio a Inverno di Giulio Mastromauro e il David dello Spettatore conquistato da Il Primo Natale di e con Salvo Ficarra e Valentino Picone, che premia il film più visto dal pubblico nei cinema italiani, sottolinea il primato della visione in sala e celebra opere e autori che hanno fortemente contribuito al successo industriale e popolare dell’intera filiera cinema.
David di Donatello 2020: Bellocchio grande favorito con 18 candidature, ma il nostro cuore batte per Martin Eden
Ovviamente il super favorito per la nostra redazione e non solo resta Il Traditore di Marco Bellocchio, forte delle 18 candidature collezionate, alcune delle quali destinate con moltissima probabilità a tramutarsi in scintillanti statuette, tra cui quelle per il miglior film, regia, sceneggiatura originale (quella non originale invece vede favoriti gli autori de La paranza dei bambini e quelli di Martin Eden) e interpretazione maschile, con la gigantesca performance di Pierfrancesco Favino nei panni scomodissimi di Tommaso Buscetta alla quale solo un gruppo di “folli” non attribuirebbe un più che meritato riconoscimento. Solo l’intensa e potente prova di Luca Marinelli in Martin Eden di Pietro Marcello, già premiata alla Mostra di Venezia 2019 con la Coppa Volpi, ha le carte in regola per potere scalzare dal gradino più alto del podio il principale contendente. Ma attenzione a Francesco Di Leva, che nell’adattamento in chiave moderna di Mario Martone de Il Sindaco del Rione Sanità, potrebbe piazzare uno scatto decisivo al fotofinish.
David di Donatello 2020: tra le attrici in gara la Golino è tra le favorite, ma le sorprese sono sempre dietro l’angolo
Se sul fronte maschile l’esito è pressoché scontato anche tra i non protagonisti (il duo Ferracane/Lo Cascio de Il Traditore, salvo un cambio di rotta che potrebbe meritatamente premiare uno tra il Benigni/Geppetto di Pinocchio o il Buccirosso del film di Igort), su quello femminile la partita appare invece decisamente più aperta con nessuna interpretazione che spicca sull’altra. Per quanto ci riguarda, la corsa alla statuetta come migliore attrice protagonista si restringe a Jasmine Trinca, Lunetta Savino e Valeria Golino, rispettivamente interpreti di La dea fortuna, Rosa e Tutto il mio folle amore. Golino che potrebbe bissare la vittoria – anche se con pochissime possibilità – tra le non protagoniste grazie alla performance in 5 è il numero perfetto, con la quale ha potuto mettere nuovamente in mostra la sua grandissima versatilità calandosi nei panni di una dolente e coraggiosa donna a mano armata. Tuttavia il nostro cuore batte da una parte per la Maria Amato/Melchiorra Buscetta de Il Traditore e dall’altro per la Anna Ferzetti, combattiva amica e sorella in Domani è un altro giorno.
David di Donatello 2020: dopo Il Traditore c’è una corsa a tre per spartirsi le restanti statuette tra Garrone, Rovere e Marcello
Sulla carta, dunque la corsa ai David di Donatello 2020 non è agguerrita come negli anni precedenti, con la concorrenza che si fa decisamente meno feroce. A raccogliere le briciole di ciò non andrà a finire nel palmares de Il Traditore, portando a casa qualche premio nelle altre categorie, un terzetto composto da Il Primo Re di Matteo Rovere, che segue a ruota con 15 nomination al pari del Pinocchio di Matteo Garrone, alle quali si aggiungono le 11 di Martin Eden di Pietro Marcello. Il peplum old style di Rovere se la gioca sicuramente nel montaggio, negli effetti speciali, nel trucco, nel suono e soprattutto nella fotografia di Daniele Ciprì.
Categoria, questa, dove il Nicolaj Brüel di Pinocchio può con un colpo di coda strappare il premio dalle mani del D.O.P. e regista palermitano. Il contributo alla causa del danese è uno dei punti di forza, insieme alle scenografie di Dimitri Capuani e ai costumi di Massimo Cantini Parrini, dell’ultima fatica di Garrone, che insieme a Il Primo Re è sicuramente il film produttivamente più complesso da mettere in piedi in termini di budget. Questo dato influirà e non poco sull’assegnazione della statuetta per il miglior produttore, anche se il passato ci ha insegnato che non sempre il tanto denaro a disposizione è stato sinonimo di vittoria. E allora occhi puntati su Martin Eden che, recensione alla mano pubblicata in occasione della presentazione nel concorso della kermesse lidense, ha rappresentato il colpo di fulmine tricolore della stagione.
David di Donatello 2020: Guadagnino e Igort possono ambire a qualche premio tecnico, mentre tra i registi esordienti la battaglia è tra Bangla e L’Immortale
Nella classifica dei pluri-candidati figurano anche 5 è il numero perfetto di Igort e Suspiria di Luca Guadagnino, rispettivamente con 9 e 6 nomination. Difficilmente però riusciranno a insidiare le più quotate e votate se non in qualche categoria, perlopiù tecnica. Da una parte l’esordio dietro la macchina da presa del fumettista cagliaritano potrebbe strappare a L’Immortale di Marco D’Amore il premio per l’opera prima (da tenere d’occhio come possibile outsider Bangla di Phaim Bhuiyan che, se non dovrebbe farcela – Che vita meravigliosa di Diodato permettendo – potrebbe consolarsi con la migliore canzone originale, dove gareggia con il brano Festa interpretata dai Moonstars Studio) grazie alla sua regia iper-cinetica sulla quale però si sente un po’ troppo il peso onnipresente del linguaggio disegnato.
Mentre per il collega siculo la strada è ancora più in salita, con le chance del remake del cult di Dario Argento che si riducono al lumicino (trucco, musiche e VFX). Del suo Suspiria “ci restano solo un’apprezzabile operazione di trasformismo da parte di Tilda Swinton, la gioia di vedere nuovamente all’opera, anche se per poco tempo, l’indimenticabile Jessica Harper, e qualche sequenza dignitosa all’interno di una maldestra rievocazione di una gemma della nostra cinematografia, che non aveva alcun bisogno di essere rinverdita”.
David di Donatello 2020: nella cinquina dei documentari il super favorito è La mafia non è più quella di una volta, ma attenzione a Selfie
E chiudiamo la carrellata dei nostri favoriti con il “cinema del reale”, categoria nella quale difficilmente un documentario pungente e feroce come La mafia non è più quella di una volta può rimanere a mani vuote. L’unico che secondo noi potrebbe fare uno scherzetto a Franco Maresco è un altro film che ha fatto breccia nei nostri cuori, ossia Selfie di Agostino Ferrente, che porta lo spettatore tra le strade, i vicoli e le piazza di Napoli, attraverso “l’auto racconto di un mondo remoto e in difficoltà che spesso viene raccontato per quello che appare”.
A questo punto non ci resta che attendere l’8 maggio e questa inedita versione 2.0 della 65ᵃ edizione dei David di Donatello per aprire le buste e scoprire una volta per tutti i nomi dei vincitori.