Cannes 2016 – Café Society: recensione del film di Woody Allen
Presentato nella categoria Fuori Concorso, Café Society (trailer) apre le danze di Cannes 2016, la 69esima edizione del Festival cinematografico transalpino. Una partenza soave e ricca di verve, affidata alle mani del più grande commediante contemporaneo: Sir Woody Allen.
Ad un anno di distanza dall’irriverente Irrational Man, che aveva trovato reazioni a caldo apparentemente più entusiastiche da parte della critica, il regista americano torna a parlare e far parlare di sé attraverso le vicende di due giovani alle prese con scelte amorose apparentemente non facili ma, in realtà , complicate dall’imposizione della razionalità in quell’ ambito di vita che più di qualunque altro non dovrebbe subirla.
Café Society: al cuore si può comandare?
Café Society vede un Woody Allen malinconico e sempre pronto a punzecchiare lo spettatore sui temi a lui cari: la religione, l’amore ed il senso di questo passaggio sulla Terra. In particolare, il suo ultimo film ha il sapore dolce-amaro del bilancio di vita per un uomo che – anche se non è facile dirlo – si avvicina gradualmente al tramonto della propria, meravigliosa, carriera.
Ecco allora prendere forma le vicende di due ragazzi alla ricerca della propria dimensione ideale che- come spesso accade nella realtà – più che ad un luogo geografico corrisponde ad uno stato interiore, complessa combinazione fra istinto e sovrastrutture.
New York, anni 30: il giovane Bobby (uno straordinario Jesse Eisenberg) lascia la sua famiglia ebrea per trovare fortuna ed autorealizzazione a Los Angeles, nel mondo dello spettacolo, in cui spera di entrare grazie al contatto con uno zio ricco e potente (Steve Carell), magnate dell’ Alta Società hollywoodiana. Ma ad attenderlo, inaspettatamente, ci sarà innanzitutto il colpo di fulmine per l’affascinante Vonnie (Kristen Stewart), la segretaria dello zio che, tuttavia, al momento del loro incontro ha una relazione con un uomo maturo e sposato…
Bobby si troverà, quindi, a cercare di cambiare la situazione a proprio vantaggio, non arrendendosi alle evidenze e portando avanti il suo sogno d’amore e di gloria.
Café Society ripropone le dissacranti ed ironiche dinamiche alleniane, ispirate ad una vita che spesso sembra prendersi gioco dei punti deboli delle persone. “Vivi come se fosse l’ultimo giorno perché, uno di questi, avrai ragione” dice il regista attraverso la voce dei propri personaggi, a voler ribadire l’ineluttabilità di una vita che, per quanto si cerchi di controllarla, sfugge non solo ad ogni ordine superiore ma ai suoi stessi protagonisti.
In un susseguirsi di verità celate, equivoci ed involontarie collisioni, Bobby e Vonnie si troveranno ad essere messi alla prova da quei bivi che la vita mette sul cammino di tutti, rei – forse – di essere stati recidivi nel non essersi lasciati trasportare dal futuro per guardare indietro.
Ma si sa, la lingua inglese parla chiaro ed innamorarsi implica “cadere”, sottile riferimento allo stato d’animo di un regista che, da grande maestro nell’orchestrare le più variegate situazioni attorno ai sentimenti, non ha mai nascosto la propria visione disincantata.
In Café Society i protagonisti sono alle prese con la ricerca di un futuro che, subdolamente, continua a riportarli indietro a quei sentimenti che (positivo oppure no) non vogliono saperne di scemare condizionando la vita delle persone e portandole a malcelarne le aspettative tradite attraverso apparenze sfavillanti costruite su inganni e delitti.
Assistiamo così allo svolgersi di esistenze intrappolate in una strenua lotta per modificare un destino già segnato, mentre sullo sfondo viene ribadito un concetto fondamentale: si vive (e si è vissuto) come si può.
Illuminato dall’incantevole fotografia del 3 volte premio Oscar Vittorio Storaro e sostenuto da una sceneggiatura ricca di spunti ironici esilaranti, con Café Society Woody Allen diffonde la sua ennesima perla cinematografica che, pur non essendo la più preziosa, alimenta lo stupore per l’inesauribile creatività di questo grande maestro della settima arte.
Nel cast di Café Society anche Jeannie Berlin, Blake Lively, Parker Posey, Corey Stoll e Ken Scott.