Globo d’oro 2017 a La Stoffa dei Sogni, il film di Gianfranco Cabiddu
"“Tutto il mondo è un palcoscenico… uomini e donne sono soltanto attori”.
È La Stoffa dei Sogni di Gianfranco Cabiddu – qui trovate la nostra recensione – il vincitore del Globo d’oro come miglior film 2017.
Dopo aver sorpreso la critica italiana e straniera ed essere stato premiato ai David di Donatello per la migliore sceneggiatura, La Stoffa dei Sogni si fregia anche del prestigioso premio conferito dall’Associazione stampa estera in Italia in omaggio al cinema italiano, giunto alla 57ª edizione.
Liberamente ispirato a L’Arte della Commedia di Eduardo De Filippo, La Stoffa dei Sogni è prodotto da Isabella Cocuzza e Arturo Paglia ed è una produzione di Paco Cinematografica in collaborazione con Rai Cinema.
Il Globo d’oro 2017 è stato conferito a La Stoffa dei Sogni con al seguente motivazione:
“Abbiamo amato questo progetto da subito e condividiamo questo prestigioso riconoscimento con tutti coloro che hanno creduto come noi nella poesia e nella bellezza di questa opera e con la stampa estera che ha apprezzato e riconosciuto la dimensione internazionale del film”. – hanno detto i produttori Isabella Cocuzza e Arturo Paglia.
La Stoffa dei Sogni, con un cast composto da Sergio Rubini, Ennio Fantastichini, Teresa Saponangelo, Alba GaÏa Bellugi, Francesco Di Leva, Ciro Petrone e con la straordinaria partecipazione di Luca De Filippo, è un film sull’influenza che il teatro ha nella vita reale, un film che cerca di rimettere al loro posto colpa, vendetta, riscatto e perdono.
Di seguito la trama de La Stoffa dei Sogni, vincitore del David di Donatello 2017 per la Miglior Sceneggiatura adattata conferito a Gianfranco Cabiddu, Ugo Chiti e Salvatore De Mola e candidato ai Nastri D’argento 2017 per la Miglior Sceneggiatura, Miglior attore non protagonista a Ennio Fantastichini e per i Migliori Costumi a Elisabetta Antico e Beatrice Giannini.
Come in una stoffa, s’intrecciano le trame e i fili dei destini.Camorristi in fuga e attori in cerca di riconoscimento si ritrovano dopo un naufragio su un’isola-carcere e si mescolano. Sotto lo sguardo indagatore del Direttore del carcere che ha imposto ai naufraghi la messa in scena de “La tempesta” convinto di smascherare i camorristi/naufraghi; all’amore tra l’inquieta figlia del Direttore e il figlio del boss, alla figura dolorosa di Calibano unico abitante superstite di un’isola “occupata” dal carcere, per assonanze e similitudini con il testo shakespeariano, procede la vicenda umana dei personaggi, nella sottile linea che divide il vero dal verosimile nel palcoscenico della vita.
Il teatro diventerà la zona franca in cui ciascuno potrà ritrovare se non il proprio ruolo sociale, la propria umanità. Qualcuno anche l’amore.
Shakespeare e Eduardo De Filippo si fondono in una commedia picaresca piena di colpi di scena.