Il Racconto dei Racconti: incetta di premi ai David 2016
Visionario, magico, fotograficamente folgorante, Il Racconto dei Racconti (Tale of Tales) unisce all’elemento fiabesco intarsiature horror, regalando un’emozione in pellicola, firmata dal talentuoso Matteo Garrone la cui bellezza è stata ampiamente riconosciuta in occasione dei David di Donatello 2016. Di seguito tutti i premi ricevuti dal film con Salma Hayek, Vincent Cassel, Toby Jones, Shirley Henderson, Hayley Carmichael, Bebe Cave, Stacy Martin, Christian Lees, Jonah Lees, Guillaume Delaunay con la partecipazione di Alba Rohrwacher e Massimo Ceccherini e con John C. Reilly.
Un premio anche a #IlRaccontoDeiRacconti di #MatteoGarrone. A Peter Suschitzky come Migliore Autore della Fotografia. #David2016
— Cinematographe (@3cinematographe) 18 aprile 2016
Un film esteticamente curato come #IlRaccontoDeiRacconti vince ai #David2016 con Dimitri Capuani e Alessia Anfuso come Migliori Scenografi.
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#IlRaccontoDeiRacconti vince anche con MassimoCantiniParrini come Miglior Costumista che dedica il premio ad #EttoreScola. #David2016
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Matteo Garrone è il Miglior Regista ai #David2016.
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Il Racconto dei Racconti: incetta di premi ai David 2016
“Una scelta masochistica e incosciente”: così Matteo Garrone sintetizza l’impresa più insidiosa e ricca di incognite della sua carriera: dopo averci abituati e rassicurati con trasfigurazioni fantastiche a partire dal reale, ne Il racconto dei racconti (Tale of Tales) osserviamo il percorso inverso, con il risultato di un fantasy dai tratti horror che unisce all’elemento fiabesco la riconoscibile ma sapientemente internazionalizzata cifra stilistica dell’italianissimo regista di Gomorra e Reality. A ben guardare, infatti, le fiabe di Giambattista Basile (tratte dal libro napoletano del ‘600 che dà il titolo alla pellicola, Lo Cunto de li Cunti) hanno offerto lo spunto ideale per mettere in scena i temi cari alla poetica del cineasta: dalla trasfigurazione del corpo – ampiamente argomentata e sviscerata in Primo amore e L’imbalsamatore– all’incertezza esistenziale, riconoscibile in ogni suo precedente lavoro, passando per il gusto per un cinema che sia anche astrazione pittorica e tragicommedia. CONTINUA A LEGGERE