Gigi Proietti: Ecco perché il Mattatore non volle mai andare a Brodway
L'attore nostrano sarebbe stato perfetto per Brodway, considerate anche le sue incredibili doti vocali, ma non volle mai andare negli USA. Ecco perché.
Il produttore discografico, teatrale, e televisivo Adriano Aragozzini ricorda l’amico Gigi Proietti e il rifiuto del Mattatore di andare in USA
Aragozzini avrebbe voluto tanto portare Gigi Proietti a Brodway, perché era un artista “internazionale”. Non ci riuscì mai perché Gigi non ha mai accettato di lavorare negli USA. Ecco cosa ha detto il produttore ad AdnKronos:
Sono stato il più grande corteggiatore di Proietti, lo volevo portare a Broadway, l’ho corteggiato fino a qualche anno fa ma non c’è stato verso. ‘Gli portai tutti gli sponsor che avevamo; avevo preparato persino una prevendita ipotetica ma lui tremava e diceva: “Io ho un humor particolare, che ne sai se agli italiani in America piace?”, e io gli rispondevo: ”Ma tu sei un artista mondiale’, ma lui non accettò mai!. Con lui ogni spettacolo diventava un trionfo clamoroso. Nel 1988 ho realizzato un programma per Rai1 che si chiamava ‘Di che vizio sei?’ dove si parlava dei Peccati Capitali e siccome si trattava di una trasmissione un po’ culturale, un po’ comica e un po’ alternativa mi sembrava perfetta per Proietti. Quando gli proposi il progetto lui mi chiese subito chi era la partner e quando gli dissi che era Milva accettò subito e fu un grande successo di ascolti.
Poi prosegue:
Anni dopo, nel 1998, feci quel grande evento che ebbe un successo clamoroso con Claudio Baglioni allo Stadio Olimpico, che per la prima volta si riempì completamente per due giorni. Dal ’98 al 2000 ho ricominciato a corteggiare di nuovo Proietti, lo volevo presentare alla Curva Sud dello Stadio Olimpico di Roma visto che lui era un grande tifoso della Roma e lui sistematicamente mi diceva di no. Io feci di tutto per convincerlo. Lo invitavo a pranzo da solo, la sera lui mi invitava in un ristorante che amava molto e che faceva cucina calabrese assieme alla moglie e ai figli, mi invitava anche a teatro, veniva a casa mia e alla fine dopo un anno e mezzo finalmente accettò. Lo spettacolo allo Stadio Olimpico che si chiamava ‘A me gli occhi 2000’ fu un trionfo straordinario. Avevamo programmato un solo spettacolo ma siccome fece subito il ‘tutto esaurito’ ne programmammo immediatamente un secondo’.
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Tra gli ospiti c’erano anche Renzo Arbore e Renato Zero che era il cantante di Roma e la cosa più clamorosa fu che dopo aver fatto il ‘tutto esaurito’ la prima sera e il ‘tutto esaurito’ la seconda sera incassammo più di un miliardo. Proietti non ci credeva: “ma come è possibile? Io faccio teatro!” Era un uomo straordinario. Poteva parlare di qualsiasi argomento, era colto e riusciva a raggiungere il cuore della gente. Dopo questo trionfo siamo rimasti sempre amici, feci grandi spettacoli in America con Renzo Arbore, ripresi dalla Rai, e quindi non potevo non portarci Gigi ma purtroppo lui non accettò mai. Era il ’94 e c’erano i Mondiali di Calcio in America e giocava anche l’Italia. Io e Gigi Proietti nei momenti liberi andavamo a vedere la partita e una volta venne con noi anche Mara Venier. Quel giorno l’Italia perse 1 a 0 con l’Irlanda e lui disse: “Adrià, l’Italia è il nostro paese ed è chiaro che tifo l’Italia ma l’emozione che me dà la Magica (Roma, ndr) nun me la dà nessuno!