Gigi Proietti: Roma abbraccia forte, forte il suo “Sor Maestro”
"Sor Maestro", come lo ha definito Walter Veltroni, ex sindaco di Roma che, nel corso del suo mandato, ha voluto fortemente, insieme a "Giggi", la costruzione del Globe Theatre di Villa Borghese.
Gigi Proietti è andato a far ridere “de core” gli angeli e il Padre che tanto amava e oggi la sua Roma gli ha dato l’ultimo saluto
Un saluto che a Gigi Proietti nessuno avrebbe voluto dare così presto. Di certo non le meravigliose donne della sua vita (la moglie e le figlie), e tantomeno i suoi allievi, il suo pubblico, l’Italia tutta. Perché lui è stato certamente un grande esponente della cultura romana e della romanità, ma più ancora è stato un gigantesco monumento al teatro, uno di quei personaggi che rappresentano il mondo in cui vivono, ma riescono a diventare universali nel raccontare l’arte al mondo.
E l’arte è stata tutto per Gigi. Trasmettere la sua di arte poi, la recitazione, la sua missione nella vita. La figlia Carlotta, che come il papà ha intrapreso la carriera di attrice e cantante, ha detto che spesso, nel privato, si è sentita “defraudata” della presenza del genitore perché ha sempre dovuto “condividerlo” con il pubblico del Mattatore. Crescendo, l’amore del pubblico per suo papà le ha mostrato quanto enorme fosse la potenza comunicativa del Mandrake nostro, che è e sarà sempre un simbolo di genialità, bravura, correttezza, passione per il proprio lavoro e amore per il prossimo. Un prossimo che – forse perché ha vissuto in una zona di Roma “periferica”, il Tufello – ha sempre trattato come un pari, che fosse questi una persona della sua stessa levatura artistica e culturale, oppure una persona del popolo. Quel popolo dal quale Gigi Proietti ha attinto tanto, tantissimo, creando personaggi indimenticabili intrisi di una romanità tanto profonda quanto – paradossalmente – dai tratti universali, nei quali chiunque può riconoscersi o riconoscere qualcuno. SI dovrebbero spendere tante parole, fiumi di parole per ricordare questo grandissimo attore, questa straordinaria persona.
Oggi, prima delle esequie, nel corso del ricordo che hanno voluto regalargli i suoi allievi, colleghi e amici all’interno del suo teatro elisabettiano, il Globe (che da oggi in poi si chiamerà Gigi Proietti Globe Theatre), Edoardo Leo ha detto quanto segue, citando – alla fine – le parole scritte dallo stesso Mandrake quando se ne andò un altro pezzo da novanta dell’Urbe, Alberto Sordi:
Grazie, grazie perché sei stato un costante punto di riferimento per generazioni di attori, perché hai elevato questo mestiere a una dignità raramente toccata prima. Grazie perché mentre tutti parlavano di cultura, tu la facevi. Per averci fatto ridere fino alle lacrime. Perché tu eri il ’10’ in squadra. E quando dicevi ‘A me gli occhi’ noi ti consegnavamo il cuore e tutta la nostra ammirazione. Perché oggi tutta la città sbrilluccica de lacrime e ricordi. Che tu non sei solo un grande attore. Tu sei molto di più. Sei Gigi Proietti.