Diario dal RomaFF9. Julienne Moore, Tomas Milian e Steven Soderbergh
Giornata lunga e impegnativa al RomaFF9.
La cattiva sorte legata al “venerdì 17” non si è abbattuta contro il Festival, che ha visto lo svolgersi di una delle programmazioni più significative di tutto il cartellone. Film d’apertura di questo secondo giorno è stato Still Alice diretto da Glatzer e Westmoreland con la raffinata ed incisiva Julienne Moore. Un inizio triste e malinconico con la storia di Alice, docente universitaria di Linguistica alla Colombia University di New York, che inizia a perdere improvvisamente e repentinamente la memoria. L’Alzheimer la colpisce a soli 50 anni, ma Alice è combattiva e cerca, fin quando le è possibile, di lottare per non dimenticare la sua vita, i suoi cari e per non perdere l’autonomia. Una pellicola delicate e per nulla patetica, che manca di una regia più incisiva.
La mattinata è continuata con The Lies of the Victors di Hochhausler e Quando eu era vivo di Marco Dutra. Due film presentati benissimo e risultati deludenti. Il primo narra di un giornalista e di un’inchiesta politica. Dopo un inizio sin troppo lento continua con un andamento più ritmato e analogo ai film americani tipici degli anni ’60. Niente a che vedere, però, con capolavori quali Tutti gli uomini del Presidente!
Il secondo film, invece, descritto come un horror-thriller sensuale è stato a dir poco soporifero e inconsistente.
Per fortuna a risollevare le sorti della giornata è arrivato il grande Tomas Milian. L’attore cubano ha incontrato il pubblico in una masterclass appassionante. Tutti sono stati coinvolti dai suoi racconti e dalla sua sensibilità oltre che personalità. Tantissimi e fortissimi gli applausi a lui rivolti, che hanno suscitato, in più momenti, veri attimi di commozione per lo stesso Milian.
Marco Muller ha regalato al Festival Internazionale del Film di Roma un incontro-omaggio con un divo del cinema. Un uomo che con i suoi personaggi e la sua professionalità ha contribuito a fare grande il cinema!
Spostiamoci al Maxxi. Il Museo è uno degli spazi in cui si svolgono attività legate al Festival. E restando nel clima dell’arte contemporanea, ha accolto qui un evento molto importante, L’invasione degli ultracorti. La rivista Wired ha organizzato un concorso destinato a short movie di appena 15 secondi e nell’incontro di oggi sono stati presentati i 30 finalisti. Come ospiti sono intervenuti Ghezzi e Sabina Guzzanti,apparsa un po’ contraria a questo tipo di prodotti. Il suo intervento, forse l’unico veramente costruttivo, ha aperto ad una discussione ancor più grande: quanto la nuova tecnologia è veramente positiva per le sorti del cinema?
E si dice che “l’attesa viene sempre premiata”. Infatti, a concludere la seconda giornata di Festival è arrivato il bello e bravo Clive Owen che ha presentato la serie The Knick scritta, diretta e montata dal genio indiscusso, Steven Soderbergh. Un regista riesce ogni volta a sorprendere e a raggiungere un livello talmente altro da non avere eguali in quello che fa. Nessuna anticipazione!
Per i fan e gli interessati: la serie sarà disponibile dall’11 Novembre su Sky Atlantic. Per le ammiratrici, oltre che per gli addetti ai lavori: l’appuntamento è per domani alle 18, masterclass con Owen che, in questo caso, è sia protagonista sia produttore della serie tv.