Arctic – Un’avventura glaciale: recensione del film d’animazione
Recensione di Arctic – Un’avventura glaciale, il film d’animazione che unisce racconto di formazione e temi ambientali.
Arctic – Un’avventura glaciale (Arctic Dogs) è un film d’animazione realizzato in CGI che porta all’interno della sua storia la tematica ambientale. Diretto da Aaron Woodley, è distribuito in Italia da Notorius Pictures e vede tra gli sceneggiatori Cal Bunker, già regista di Nut Job e Fuga dal pianeta Terra, oltreché parte del team di animatori di Cattivissimo Me e L’era glaciale 4. A prestare le voci ai personaggi nella versione originale sono Jeremy Renner, Alec Baldwin, James Franco, Omar Sy e Heidi Klum, mentre in quella italiana troviamo Ambra Angiolini, Stefano De Martino, Stefano Fresi e Vinicio Marchioni.
Arctic – Un’avventura glaciale ha come protagonista la piccola volpe artica Swifty che sogna di diventare un cane da slitta e si ritrova a fronteggiare una pericolosa minaccia
La storia ruota attorno a Swifty, una volpe artica completamente bianca – tanto da mimetizzarsi completamente con la neve circostante – che lavora nella sala di smistamento dei pacchi per il servizio postale del remoto villaggio polare di Taigasville, coltivando però sogni molto più grandi. Desidera infatti diventare un Super Cane che traina le slitte per le consegne, come il suo idolo Duke, uno dei fortissimi corrieri husky dell’Artico, ma viene snobbato e poco considerato da tutti quanti. Per dimostrare che può farlo prende una delle slitte inutilizzate e consegna un pacchetto misterioso per conto dell’amica Jade, per cui ha una cotta, portandolo in un luogo segreto. Scopre lì una fortezza nascosta sorvegliata dal malvagio tricheco Otto Von Walrus. Il robotico genio del male comanda un esercito di pulcinelle di mare perfettamente addestrate ad eseguire i suoi ordini. Il piano di Otto Von Walrus consiste nel trivellare al di sotto della superficie innevata per liberare un antico gas nocivo che aumenta la temperatura globale sciogliendo la calotta polare e diventare conseguentemente il sovrano del mondo. Per fermare questo sinistro proposito, Swifty chiede aiuto ai suoi amici: PB, un orso polare nevrotico, Lemmy, uno stralunato albatros, Jade, la brillante ingegnere e amica di cui è innamorato, Leopold e Bertha, due lontre teoriche della cospirazione, e Magda, il suo arrogante capo.
Il film di Aaron Woodley parla attraverso l’animazione della questione ambientale odierna, ma lo fa senza incisività e con un racconto che complessivamente sa di già visto
Il cinema d’animazione ha nel tempo unito sempre con maggiore frequenza l’intrattenimento con la trattazione di importanti tematiche del presente, rendendo la riflessione e la conoscenza accessibile con facilità e originalità agli spettatori di tutte le età. Arctic – Un’avventura glaciale porta sullo schermo la questione climatica e l’importanza della tutela dell’ambiente, inserendola all’interno di una narrazione che si caratterizza come un classico racconto di formazione. Il protagonista riesce passo dopo passo a superare le difficoltà e le proprie debolezze, raggiungendo i suoi sogni e trasformandosi da figura emarginata a personaggio di riferimento della propria comunità. Il merito del film sta nella volontà di rivolgersi a un pubblico molto giovane per affrontare una delle questioni cruciali della nostra epoca, purtroppo però l’incisività del lavoro è molto limitata e le buone premesse iniziali si affievoliscono nello sviluppo della storia. I personaggi risultano essere monodimensionali, delineati in ruoli semplicistici e già visti, senza alcuna profondità, così come l’incedere del plot evolve senza particolari guizzi d’originalità, mantenendosi all’interno di una confort zone che costruisce gli elementi narrativi ricalcando forma e sostanza di altri lavori d’animazione precedenti.
Arctic – Un’avventura glaciale si rivolge esclusivamente a un pubblico di bambini, con un’intuizione iniziale buona che può forse sensibilizzare i più piccoli, ma con uno sviluppo che manca d’ispirazione e originalità
Il film si limita ad un coinvolgimento rivolto ai bambini, con sequenze molto basilari – per quanto scorrevoli e in parte godibili – e non osa nulla per cercare di elevarsi al di sopra dell’ordinario. Considerando l’evoluzione della tecnica digitale moderna anche l’animazione in sé non spicca per innovazione e il modo in cui è resa l’espressività dei personaggi non dona loro particolare emotività, seppur non si possa sicuramente dire che il film sia mal realizzato. Quel che manca è uno slancio fantasioso, che vada oltre il già visto, le pulcinelle di mare ad esempio si rifanno in maniera palese ai Minions di Cattivissimo Me, senza tuttavia averne l’originalità e la stessa forza nel conquistare lo spettatore. I passaggi con al centro le due lontre complottiste sono tra i momenti più divertenti del film, però complessivamente non c’è mai un umorismo ficcante e spesso anche le sequenze comiche scadono nel banale, con il susseguirsi di gag che fanno talvolta sorridere ma raramente ridere in maniera spontanea.
Certamente l’idea di creare un prodotto che si focalizzi sul riscaldamento globale, lo sfruttamento delle risorse naturali e gli effetti negativi che scelte umane dissennate possono avere sul nostro Pianeta, è un nobile intento. Se l’operazione si circoscrive al solo pubblico infantile è possibile che questa trovi anche una sua funzionalità, eppure la resa finale lascia l’amaro in bocca per l’evidente potenziale non sfruttato nella migliore delle maniere. L’animazione è uno strumento che può sprigionare grande bellezza, fascino ed emozione, nel caso di Arctic rimane però solo un’intuizione positiva, abbozzata nella resa e mancante della necessaria ispirazione per poter elevare un film ordinario ad un’opera degna di nota. La speranza è che almeno per i bambini il risultato possa lasciare un segno.
Arctic – Un’avventura glaciale uscirà nelle sale cinematografiche italiane il 12 marzo 2020 con Notorious Pictures.