Babylon Berlin: la storia vera dietro alla serie TV Sky
Babylon Berlin, il noir storico giunto alla sua terza stagione attualmente in programmazione su Sky e disponibile nella piattaforma Now TV, mescola finzione e realtà. Vediamo in che modo.
La Berlino-Babilonia della serie tv tedesca distribuita in Italia da Sky e giunta alla sua terza stagione (dodici episodi in onda il mercoledì su Sky Atlantic) è un mosaico di microcosmi spesso sommersi nonché sintesi sfolgorante della dialettica complessa tra libertà e repressioni, virtù creative e vizi capitali, ideali politici e sottoboschi criminali che caratterizzò l’epoca irripetibile della Repubblica di Weimar. Ambientata nel 1929, anno cruciale e turning point che spianò la strada all’ascesa del nazismo, la serie, ispirata ai romanzi di Volker Kutscher, ex giornalista esperto di storia tedesca, e riadattata per il piccolo schermo da Tom Tykwer, mescola personaggi totalmente fittizi a personaggi scritti a partire da figure realmente esistite e di rilievo storico.
Nonostante lo storytelling corale e frammentato, è indubbio che la serie si sostenga sul carisma di due protagonisti tra loro complementari, il commissario di polizia Gereon Rath (Volker Bruch), un uomo torturato da fantasmi privati ed eppure animato da un profondo senso di giustizia, e dall’assistente di polizia Charlotte Ritter (Liv Lisa Fries), una giovane donna proveniente dai quartieri poveri della città, figura femminile volitiva e vibrante, sempre autentica anche nella spregiudicatezza di frequentazioni controverse e scelte moralmente difficili. Entrambi i personaggi, magnificamente interpretati, sono innanzitutto frutto della fantasia del romanziere, ma lo showrunner, insieme ad altri due autori, li ha riscritti per la tv dando vita a una coppia di investigatori di raro fascino, a cui è impossibile resistere.
Quanto c’è di vero in Babylon Berlin? Scopriamo tutte le differenze tra i personaggi e la storia reale e ciò che vediamo nella serie TV Sky
Babylon Berlin: Il personaggio di Alfred Nyssen è ispirato al magnate Fritz Thyssen
Accanto a loro, nell’affresco accuratissimo dell’epoca allestito dai curatori, una miriade di comprimari altrettanto ben delineati: tra questi, colpisce la figura di Alfred Nyssen, membro di una delle famiglie di industriali più potenti della Germania del tempo, figlio disprezzato dalla madre per la sua inettitudine, ma in verità scaltro speculatore. Alfred Nyssen (Lars Eidinger) è, di fatto, la maschera dietro la quale si nasconde Fritz Thyssen, rampollo di una dinastia di magnati dell’industria del ferro e dell’acciaio che, divenuto erede dell’impero di famiglia nel 1926, finanziò in un primo momento il partito nazionalsocialista permettendo a Hitler di espandere la sua base di consenso. Prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, il magnate, reduce dalla Grande Guerra e contrario a un secondo conflitto mondiale, si distanziò dal Führer e, nel 1941, tentò la fuga in Sud America. Venne, tuttavia, intercettato prima della partenza e confinato nel campo di concentramento di Dauchau. Processato nel 1948 e dichiarato colpevole di essere un nazista ‘minore’, pagò una cospicua indennità con la quale ottenne di poter concludere la sua vita a Buenos Aires insieme alla moglie.
Babylon Berlin: Ernst Gennat il criminologo
Tra gli altri personaggi realmente esistiti, troviamo anche il capo della polizia criminale di Berlino Ernst Gennat (Udo Samel), new entry di questa stagione (nella seconda fa solo una breve apparizione). Criminologo tedesco di grande talento e dirittura morale, soprannominato ‘il Buddha’ per via del suo aspetto corpulento e apparentemente pacioso (ma a momenti più distesi era solito alternare scoppi d’ira improvvisa che terrorizzavano i sottoposti), per più di trent’anni diresse la sezione omicidi della polizia criminale e sviluppò il metodo di profilazione criminale come strumento di investigazione: si tratta di una tecnica di definizione della psicologia di un criminale ancora ignoto attraverso l’analisi delle tracce da lui lasciate.
Babylon Berlin: Hans Litten, l’avvocato dei comunisti
Un altro personaggio storico che rivive nella serie è quello di Hans Litten (Trystan Pütter) un giurista e avvocato tedesco di religione ebraica che, nella seconda metà degli anni Venti, offrì assistenza legale gratuita a comunisti e operai coinvolti in conflitti con esponenti del partito nazionalsocialista. In Babylon Berlin interviene nel caso giudiziario che riguarda Greta Overbeck (Leonie Benesch), cara amica della protagonista Charlotte accusata di aver ucciso, per conto di un gruppo di presunti sobillatori comunisti, il consigliere Benda e la figlioletta Margot. Considerato un comunista dai nazisti (pur non essendo iscritto al partito), Litten fu un fiero oppositore del movimento hitleriano fin dai suoi albori, opposizione che pagò, subito dopo l’incendio del Reichstag del 1933, con una serie di ripetuti arresti e deportazioni che causarono la compromissione della sua salute (per via delle frequenti torture) e, infine, la sua morte, avvenuta di propria mano a Dachau nel 1938.
Babylon Berlin: Gustav Stresemann, il Ministro degli Esteri
Come Gennat e Litten, è, inoltre, realmente esistito anche Gustav Stresemann (Werner Wölbern): egli fu, infatti, Ministro degli Esteri della Repubblica di Weimar fra il 1923 e il 1929. Premio Nobel per la Pace nel 1926 per la politica di riconciliazione con l’Intesa, morì pochi giorni prima del crack definitivo della Borsa di Wall Street, mettendo fine con la sua dipartita a un’era politicamente felice e consegnando di fatto la Germania alla crisi economica e all’affermazione definitiva del nazismo.
Babylon Berlin: Gli eventi storici presenti nella serie
Nel rievocare gli anni finali della Repubblica di Weimar, Babylon Berlin non dimentica di rappresentare, nella prima stagione, alcuni episodi di repressione avvenuti durante il cosiddetto ‘maggio di sangue’ del 1929: in occasione della ricorrenza della giornata di lotta della classe lavoratrice (festività non ancora ufficiale ai tempi di Weimar, ma molto sentita dalla classe operaia e dal partito comunista), nei quartieri berlinesi di Wedding e Neukölln si verificarono scontri cruenti fra i membri dei movimenti socialisti e le forze di polizia, scontri in cui persero la vita trentaquattro persone e a centinaia rimasero ferite.
Nella terza stagione, inoltre, il giornalista austriaco ebreo di ascendenze polacche Samuel Katelbach (Karl Markovics), probabilmente ispirato a figure di intellettuali bohémien come Alfred Polgar, Josef Roth o Anton Kuh, indaga in merito al coinvolgimento di una società statale come la Lufthansa nel riarmo illegale della Luftwaffe, l’aviazione militare tedesca, un coinvolgimento che la proibizione esplicita contenuta nel Trattato di Versailles ratificato in seguito alla sconfitta tedesca della prima Guerra Mondiale non era evidentemente riuscita ad evitare.