Gli anelli del potere: analisi e spiegazione dell’episodio 8
Tutte le rivelazioni, gli easter eggs e i misteri irrisolti del finale di stagione de Gli anelli del potere
Attesa, desiderata e poi criticata e osannata, Gli anelli del potere di Amazon ha vissuto tutto questo. Intorno alla serie si è venuto a creare un ampio dibattito che ha tempestato il web, tra chi la riteneva un’aberrazione dell’opera Tolkieniana e chi un capolavoro fantasy. Abbiamo assistito anche a momenti piuttosto bassi, in cui il fandom – quello malsano – si è scagliato contro il cast con insulti razzisti e misogini; niente di più raccapricciante. Tuttavia, con i suoi pro e i suoi contro, la serie ha comunque avuto il suo impatto nell’immaginario collettivo. Non siamo ai livelli di Game of Thrones, ai tempi in cui le persone davano ai loro figli i nomi dei protagonisti, ma ci arriveremo ben presto.
Detto ciò, sono otto gli episodi che hanno dato forma a questa prima stagione, a nostro avviso troppo pochi per dare un corpus solido alla storia. Il 14 ottobre è uscita su Prime Video l’ultima puntata, intitolata L’amalgama. Qui la storia si affretta a chiudere il cerchio, svelando alcuni misteri e lasciandone irrisolti molti altri. Al di là del fatto che l’episodio possa esser piaciuto o meno, in esso si susseguono molti avvenimenti le cui ripercussioni impatteranno sulla seconda stagione, attualmente in produzione. Gli anelli del potere nella sua fase finale si poggia su molti colpi di scena e varie citazioni ai film di Peter Jackson.
Scopriamo insieme i momenti migliori dell’ottavo episodio. Come sempre ricordiamo che l’articolo contiene spoiler, e se ne consiglia quindi la lettura post visione.
Cosa è successo nel finale di stagione de Gli anelli del potere?
L’ottavo episodio de Gli anelli del potere è quasi interamente incentrato su due storyline, quelle di Galadriel, Halbrand, Elrond e quella dei pelopiedi in compagnia dello straniero; no, non è una canzone di Giuni Russo. Abbiamo anche un piccolo scorcio del ritorno della regina Miriel e di Elendil a Númenor, ma è soltanto una piccola scena in cui si assistiamo alla morte del re spodestato e di un malinteso non dissimile da quello avvenuto in House of the Dragon. Per questo motivo ci occuperemo maggiormente delle prime due storyline.
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Dopo aver lasciato il campo provvisorio nelle vecchie terre del sud, Galadriel e un Halbrand apparentemente malconcio si dirigono nell’Eregion, patria di Celebrimbor e dove attualmente troviamo anche Elrond e in seguito il re, Gil-galad. Qui si discute del destino degli elfi e dell’utilizzo del Mithril per salvare la razza degli immortali. Re Durin di Khazad-dûm non ha concesso loro la fornitura richiesta per tutti gli elfi della Terra di mezzo, e a loro disposizione hanno un solo piccolo frammento. Celebrimbor non sa ancora come poterlo utilizzare, ma il provvidenziale arrivo di Halbrand sarà fondamentale. Qui si susseguiranno una serie di rivelazioni e di momenti cardine per la trama a lungo termine della serie che vedremo in seguito.
Lo straniero, invece, è braccato dalle streghe bianche, che lo ritengono il loro signore Saruron finalmente ritornato nelle terre di Arda. In suo soccorso arrivano le piccole pelopiedi, Nori e Poppy in compagnia di Sadoc e Begonia. Qui assistiamo ad un’accesa battaglia tra le misteriose streghe, lo straniero e i proto-hobbit e in cui molto verrà svelato. Ma andiamo con ordine, e portiamo proprio da quest’ultimo punto.
Ebbene sì, lo straniero è uno degli Istari
Durante lo scontro con le streghe bianche, lo straniero sembra ridestarsi e riprendere così una parvenza di coscienza. Lo fa grazie all’aiuto dei piccoli pelopiedi e al sacrificio di Sadoc. Dopo aver afferrato il bastone di una delle nemiche, egli sembra essere in grado di controllare i propri poteri e sconfiggerle. Qui assistiamo ad un momento interessante, perché le streghe si rivelano essere degli spettri, delle creature forgiate dai poteri maligni di Sauron e del mondo oltre il velo, esattamente come i Nazgul – i re degli uomini caduti sotto l’influsso degli anelli del potere – in futuro. Quale sia stato il loro ruolo non ci è dato saperlo, come d’altronde il fatto che dovessero portare lo straniero a Rhun per un rito di disvelamento della sua forma incarnata. Non ci viene dato né un contesto né un background di queste tre misteriose figure, il loro unico scopo è quello di dare nuova coscienza al personaggio interpretato da Daniel Weyman.
Prima della loro dipartita, le tre affermano però che: “Egli non è Sauron. Egli è l’altro. L’Istar. Egli è…”. Non finiscono la frase perché disintegrate dallo Straniero, ma presumiamo stessero per pronunciare il vero nome del personaggio. Quindi egli non è altro che un Istari, uno degli stregoni. Nel corpus tolkieniano queste figure non sono altro che degli “angeli” minori, i Maiar, incarnati in forma umana e spediti nella Terra di mezzo per aiutarne le razze nella battaglia contro il ritorno di Sauron. Nei film di Peter Jackson abbiamo fatto la conoscenza di Gandalf, Saruman e Radagast, quest’ultimo nella trilogia dello Hobbit. Tuttavia, i primi ad arrivare su Arda sono stati gli stregoni blu, Alatar e Pallando.
Molte sono state le speculazioni tra quale degli Istari potesse essere lo straniero. Una scena verso il finale sembra confermare, almeno apparentemente, l’identità di questo personaggio. Riavuta parte della propria coscienza, lo stregone è intenzionato ad incamminarsi verso Rhun, così da scoprire il piano delle streghe bianche. Alla ricerca di avventure, si aggrega a lui la giovane Nori, dopo una lunga scena di saluti ai familiari e amici pelopiede. Nori però afferma di non conoscere la strada – proprio come Frodo fuori dai cancelli di Gran Burrone – e dopo aver fiutato l’aria lo straniero le dice “nel dubbio, Eleanor Brandipiede, segui sempre il tuo naso”. Vi ricorda qualcosa? Ebbene sì, è la stessa risposta che Gandalf diede a Merry quando riconobbe la giusta strada all’interno delle miniere di Moria. Una frase che non sembra lasciare dubbi, lo straniero è proprio Gandalf. Non possiamo esserne sicuri, in quanto potrebbe essere una prerogativa degli Istari, quella di affidarsi all’olfatto quando ogni altro senso non sembra indicarci la via. Soltanto la seconda stagione de Gli anelli del potere potrà darci le risposte che cerchiamo.
Il re delle terre del sud? No, Sauron sotto mentite spoglie
Il grande plot twist dell’ottavo episodio de Gli anelli del potere tale non è, in quanto molto prevedibile. La sceneggiatura non ha lasciato piccole briciole lungo il percorso, ma pagnotte intere: Halbrand è il signore oscuro, Sauron in persona. Una rivelazione che, confutata o meno in precedenza, ha fatto rizzare i capelli ai fan di Tolkien. Questo non solo per lo sfasamento temporale rispetto ai romanzi, ma anche e soprattutto per la contrazione degli eventi e i buchi di trama lasciati scoperti. Ma andiamo con ordine.
Galadriel e Halbrand arrivano nell’Eregion giusto in tempo per dar man forte a Celebrimbor, e qui il presunto re del sud inizia mostrare un nuovo ed ambiguo atteggiamento. Si interessa alle invenzioni del mastro elfo, lo incita a proseguire i suoi piani dandogli saggi consigli sull’utilizzo dei materiali da fondere al Mithril. Galadriel si insospettisce e inizia una ricerca segreta sulla genealogia dei vecchi re delle terre del sud. Infine, scopre che tale stirpe si è estinta più di mille anni fa e che quelle di Halbrand sono state solo menzogne. L’uomo, messo alle strette, svela la propria natura, quella della Maiar corrotto da Morgoth. Nelle visioni che il signore oscuro mostra alla dama elfica sono un rimando, ancora una volta, alla trilogia Jacksoniana e per l’esattezza al momento in cui Galadriel si confronta con Frodo.
Sauron vorrebbe Galadriel al suo fianco, come sua regina, una “regina bella come il mare e il sole. Più solida delle fondamenta della terra”. Sono le stesse parole che l’elfa utilizzerà in futuro quando supererà la prova del confronto con l’unico anello. Un aspetto che apre vari interrogativi, in quanto fino ad ora la Galadriel della serie non aveva mai mostrato mire di potere, a differenza della sua controparte cartacea che ha sempre voluta essere regina del proprio regno. Gli ideatori sembrano aver creato questo nuovo desiderio della protagonista giusto per creare il parallelismo con i film. Comunque, dopo il rifiuto di Galadriel, Sauron sparisce nel nulla per poi rivederlo nel finale incappucciato alle porte della neonata Mordor. Un momento, quest’ultimo, che ci ha ricordato produzioni come Streghe o Supernatural, per messinscena e computer grafica.
La forgiatura degli anelli del potere elfici
Al di là del tradimento di Halbrand alias Sauron, Galadriel sembra intenta nel proseguire alla creazione di un artefatto che possa salvare la sua razza. Ritorna così da Celebrimbor con un nuovo piano, quello di creare non due, ma ben tre anelli magici con il potere del Mithril. In una giornata di lavoro e un pomeriggio di masterclass insieme a Sauron, gli elfi dell’Eregion forgiano i primi anelli del potere, privi dell’influenza del signore oscuro, in quanto non li ha mai né sfiorati né toccati, ma di tale piano nessuno ne sapeva niente, compreso lo stesso Sauron. Il tutto non si “amalgama” come sperato dagli sceneggiatori, perché molto viene lasciato in sospeso. Vediamo perché.
Nei primi episodi de Gli anelli del potere, Galadriel trova Halbrand in una zattera in compagnia di altre persone sperdute in mare. La domanda che sorge spontanea è cosa ci facesse Sauron lì. Potremmo ipotizzare che attraverso la chiaroveggenza abbia guardato nel futuro e visto l’arrivo dell’elfa Noldor. Secondo questa teoria il suo piano, allora, era fin dall’inizio quello di arrivare da Celebrimbor. Eppure, non ce ne viene data testimonianza, niente ci fa pensare che Sauron fosse a conoscenza di tutto ciò, né di Galadriel, né della decadenza degli elfi e del loro intento di arrestarla. Il suo sembra esser stato un work in progress, ma non con un punto di partenza ancora ignoto. Perché proprio sulla barca? Perché Jack non poteva starci? No scusate, abbiamo sbagliato film.
Il tutto, esaurendosi in poco meno di un’ora, priva le scene dell’ultimo episodio di una certa naturalezza, di flusso e pathos. Ciò che nei romanzi avviene in quasi cento anni e con piena coscienza degli avvenimenti, qui viene condensato in un marasma narrativo di dubbia comprensione e potenza espressiva. Inoltre, una cosa ci ha lasciati non poco perplessi ed è la ricerca di Galadriel sui re del sud compiuta a Númenor. All’elfa bastano cinque minuti di ricerche su Wikipedia, dando per scontato che Halbrand sia un discendente regale, senza nemmeno prendersi la briga di confermare la propria teoria. Se fossimo dei professori di storia daremmo una bella insufficienza alla millenaria Galadriel che, soltanto in un secondo momento, si ricorderà di ricontrollare il proprio compito.
I punti lasciati in sospeso dalla prima stagione de Gli anelli del potere
Oltre ai già citati buchi di trama e ai misteri irrisolti, ci sentiamo di dover occupare questo spazio alle storyline lasciate in disparte nell’ottavo episodio de Gli anelli del potere. Ci riferiamo ad Arondir, Browyn e Theo. Lasciamo i tre in viaggio verso un’antica colonia numenoreana, ma del loro destino non sappiamo altro. La sceneggiatura non ci dà modo di immaginare il loro futuro all’interno della serie, ma di sicuro ricompariranno al fianco di Galadriel & co. nella lotta contro l’ormai svelato Sauron.
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Anche del destino del povero Isildur non sappiamo ancora molto, per quanto coscienti della sua salvezza. Il futuro principe numenoreano sarà infatti colui con un fendente di spada sconfiggerà Sauron nella battaglia dell’ultima alleanza. Ma veniamo ora al grande assente ne Gli anelli del potere, ossia Cirdan il carpentiere. Per i neofiti, Cirdan è un signore degli elfi visto solo in due brevissime scene della trilogia di Jackson. Ci riferiamo al racconto di Galadriel all’inizio de La compagnia dell’anello e al finale del Ritorno del re dove lo vediamo in compagnia degli elfi pronti a partire per Valinor insieme a Frodo, Bilbo e Gandalf.
Perché è rilevante Cirdan? Oltre ad essere un signore elfico, egli diverrà il futuro possessore di Narya, l’anello del fuoco, nonché uno dei tre anelli appena forgiati nella serie. Lo stesso anello verrà consegnato da Cirdan a Gandalf, quando lo stregone arriverà nella Terra di Mezzo nella terza era. Dobbiamo quindi presumere che tale personaggio farà la sua comparsa nella seconda stagione, consci anche del fatto che Amazon dovrebbe avere i diritti d’utilizzo della sua storia. Insomma, questa stagione de Gli anelli del potere ci ha lasciati con più domande che risposte, ma dovremmo attendere ancora un po’ prima di poter tornare nella Terra di mezzo un’altra volta.
Nel frattempo tutti e otto gli episodi de Gli anelli del potere sono disponibili su Prime Video.