Hollywood: la storia vera e i personaggi dietro la miniserie Netflix
Alla scoperta della storia vera e i personaggi reali che hanno ispirato Hollywood, la miniserie originale Netflix creata da Ryan Murphy e Ian Brennan.
L’idea alla base di Hollywood, la miniserie Netflix ideata da Ryan Murphy, l’uomo dal contratto da 300 milioni di dollari, e Ian Brennan, è quella di tornare indietro nel tempo ad uno dei più grandi momenti di snodo della storia dell’industria cinematografica di Tinseltown e provare ad ipotizzare come si sarebbe potuto prendere una strada alternativa a quella imboccata nella realtà.
Per farlo i due creatori sono partiti da una una tragica storia vera, suo malgrado forte simbolo di quel sentimento di malessere dovuto alla crudele esclusività del sistema hollywoodiano, e hanno assegnato il compito di redimere l’intera industria cinematografica a dei personaggi inventati, degli outsiders, portatori di quei contenuti sociali e culturali nel nome dei quali avviene il famoso cambio di rotta.
Alcuni dei protagonisti di Hollywood sono ispirati a personaggi realmente esistiti, altri ne sono una copia uno a uno, anche se il loro destino è stato cambiato dai fatti raccontati, mentre altri ancora vengono solamente accennati, ma rimangono sullo sfondo. Conosciamoli meglio.
Hollywood: storie e personaggi reali alla base della serie TV Netflix
La tragedia di Peg Entwistle dietro la serie Hollywood
Iniziamo con la sfortunata protagonista della vicenda da cui è tratta Meg (prima Peg, appunto), la pellicola immaginaria che fa strage di statuette nel finale di Hollywood e che costituisce il primo passo della sua utopica rivoluzione morale.
Peg Entwistle, nata Millicent Lilian Entwistle, di origini inglesi, si trasferì in America quando il padre venne assunto come assistente di palcoscenico a Broadway. La ragazza sognava da sempre di diventare un’attrice e riuscì ad ottenere il suo primo ruolo teatrale ad appena sedici anni. La sua sembrava una carriera in ascesa dato che continuò per diverso tempo a lavorare nel circuito, anche con attori di un certo spessore.
La svolta arrivò nel 1932, quando ottenne il suo primo ruolo cinematografico nella pellicola Thirteen Women, diretta da George Archainbaud e prodotta da David O. Selznick. Una piccola parte. Il film si rivelò però un autentico flop ed il contratto della Entwistle non venne opzionato. Da lì in poi, complice anche la grande depressione, la giovane attrice non riuscì più a trovare alcun lavoro, situazione che le causò una crisi violenta.
Il 16 settembre 1932, all’età di 24 anni, Peg Entwistle si tolse la vita, gettandosi dalla lettera H della celebre scritta gigante che sormonta Hollywood (all’epoca “Hollywoodland”). Fu la prima a scegliere tale morte, divenendo tristemente il simbolo della vittime della crudeltà dell’industria cinematografia americana.
Rock Hudson, la star degli anni ’50
Vero nome: Roy Harold Scherer Jr, in seguito Roy Harold Fitzgerald. Rock Hudson è stata una delle stelle di Hollywood più amate degli anni ’50. Nella miniserie si è molto fedeli riguardo le sue origini e la sua infanzia, così come è reale l’incontro con Henry Willson, fu infatti l’agente ad insistere affinché cambiasse il suo nome e si rifacesse i denti. Anche la grande difficoltà legata ai suoi primi passi nel mondo del cinema è fedelmente riportata, come nella serie, infatti, anche nella realtà, durante il suo primo provino, ci vollero 38 ciak per riuscire a fargli pronunciare correttamente una battuta, certo il film era Falchi in picchiata e non Meg.
Hollywood: recensione della serie Netflix di Ryan Murphy e Ian Brennan
È inventato invece il coming out dell’ultimo episodio. Hudson infatti passò alla storia come il simbolo d’eccellenza del “sex symbol americano” per il suo fisico scultoreo, anche se all’interno dei vari circuiti degli addetti ai lavori era da sempre ben nota la sua omosessualità. Ebbe molte relazioni, fra cui quella molto chiacchierata con il regista e ballerino Jerome Robbins, uno dei motivi, pare, per cui Willson lo spinse a sposare la sua segretaria, Phyllis Gates, in modo da mettere a tacere ogni tipo di illazioni. Il matrimonio durò però appena tre anni.
Rock Hudson scomparve nel 1985, fu la prima celebrità a perdere la vita per colpa dell’Aids. Non dichiarò mai di essere omosessuale.
Henry Willson, uno dei più grandi agenti di Hollywood
Henry Willson fu uno degli agenti e talent scout più potenti di Hollywood. Oltre ad avere il merito di aver scoperto Rhonda Fleming e Lana Turner, nel corso della sua carriera rappresentò attori come lo stesso Rock Hudson, Chad Everett, Guy Madison, Mike Connors e Joe Derek. Come raccontato nella serie, Willson era omosessuale e spesso abusava dei suoi clienti, ai quali procurava loro ruoli in cambio di favori sessuali.
Nonostante ciò egli non ebbe mai (almeno pubblicamente) quel moto interiore di cambiamento e redenzione descritto in Hollywood, tant’è che l’uomo trascorse gli ultimi anni di vita a combattere con la dipendenza dalla droga e dall’alcool e con i problemi di peso. Dopo che la sua omosessualità venne alla luce molti clienti lo abbandonarono.
Senza lavoro e senza soldi morì di cirrosi epatica nel 1978.
Ernie West/Scotty Bowers, il benzinaio che non ti aspetti
Il personaggio di Ernie West, l’affascinante quanto malinconico titolare della pompa di benzina che ha tra i suoi servizi una fornitura completa di bellissimi giovani a disposizione di donne mature e uomini gay, è ispirato alla figura di Scotty Bowers.
Dopo aver prestato servizio come marine, Bowers si trasferì a Hollywood nel 1946 e trovò lavoro alla Richfield Oil gas station, una pompa di benzina all’incrocio fra Hollywood Boulevard e Van Ness Avenue. Lì iniziò ad offrire servizi sessuali, attività che continuò anche quando lasciò la stazione di rifornimento e divenne barista.
Il documentario a lui dedicato Scotty and the Secret Story of Hollywood, messa in onda prevista in Italia su Sky Arte il 16 maggio, getta la luce su diverse analogie tra la sua vicenda e quella di West, oltre a particolari piccanti sul suo trascorso con lo star system, dopo tutto è celebre la sua dichiarazione di aver partecipato ad un triangolo con Cary Grant.
Scotty Bowers è morto nell’ottobre del 2019.
Vivien Leigh, direttamente da Via col Vento
Certo saprete chi è Vivien Leigh, la Rossella O’Hara di Via col vento, una delle più grandi stelle della storia di Hollywood. La serie riporta la depressione di cui l’attrice soffrì per gran parte della sua vita, che sfociava spesso in attacchi maniacali.
Il momento traumatico da cui cominciarono questi “periodi bui” è storicamente individuato nella diagnosi di tubercolosi (causa della sua morte, avvenuta nel 1967). Nello specifico viviamo uno dei suoi episodi di iperattività e ci viene comunicato come esso sia dovuto ad un momento di crisi nel rapporto con il marito, Laurence Olivier, la cui rottura definitiva fu causata proprio dal suo precario stato psicologico.
Anna May Wong, la prima attrice sino-americana a diventare una star hollywoodiana
Anna May Wong fu la prima attrice sino-americana a divenire una star di Hollywood, protagonista di una carriera ultradecennale iniziata con il cinema muto. Nella serie, come nella realtà, scopriamo che la Wong fu però costantemente relegata a ruoli fortemente stereotipati, nello specifico viene riportato il momento della sua più grande delusione, ovvero quando venne scartata per il ruolo della protagonista nel film La buona terra a favore della tedesca Luise Rainer, vincitrice dell’Oscar proprio per quella interpretazione.
A seguito dell’evento la Wong decise addirittura di “fuggire” in Europa, dove lavorò molti anni.
Hattie McDaniel, la prima afroamericana a vincere l’oscar
Passando ad un caso simile, pariamo di Hattie McDaniel, la prima attrice di origine afroamericana a vincere un Oscar come migliore attrice non protagonista.
Era il 1940 e il ruolo che la portò alla vittoria fu quello di Mami in Via col Vento. Un evento che le fece sognare di poter riuscire ad avere una carriera simile alle sue colleghe di pelle bianca. Destino, neanche a dirlo, che non le toccò. La McDaniel recitò in oltre 300 film nella sua carriera, ma sempre in ruoli fortemente stereotipati.
Nella serie viene raccontato come durante la premiazione non le fu permesso di sedere insieme agli altri attori del cast, ma che fu invece invitata a sedersi ad un tavolo separato e lontano dalle prime file.
La figura di George Cukor
George Cukor era un regista di successo, famoso anche per i party privati che era solito organizzare nella sua villa, a cui prendevano parte le più grandi personalità della Hollywood dell’epoca. Non a caso nella serie facciamo la sua conoscenza proprio in una di queste occasioni. La sua omosessualità rimase nota esclusivamente nelle cerchie più ristrette e pare corrisponda alla realtà il fatto che era solito avvalersi della compagnia di gigolò per animare il dopo serata delle sue feste.
Interessante è la conversazione che Cukor ha nella serie con Vivien Leigh, nella quale si accenna al fatto che l’uomo venne sostituito alla regia di Via col vento da Victor Fleming a causa di un aspro litigio con il produttore del film, David O. Selznick. È infatti noto come sia la Leigh che Olivia de Havilland continuarono sempre a rivolgersi a Cukor in merito al loro lavoro nel film, continuando a preferirlo a Fleming, il quale non fu mai del tutto accettato.
Gli altri personaggi di Hollywood
Tra gli altri personaggi di di Hollywood è interessante il caso di Avis Amberg, la moglie dell’uomo a capo degli Ace Studios, risultato di una “doppia ispirazione” dalle vicende reali e dalle personalità delle produttrici Irene Selznick e Sherry Lansing. Gli stessi Ace Studios sono stati creati prendendo spunto da una ipotetica fusione fra la Metro-Goldwyn-Mayer e la Universal Pictures.
Infine, oltre ad un brevissimo cameo di Alfred Hitchcok, vediamo per qualche minuto anche Noël Coward, commediografo, attore, regista, produttore e compositore britannico, nella serie uno degli invitati al party a casa di Cukor. Notoriamente omosessuale, si dice che abbia avuto una relazione addirittura con il principe Giorgio di Kent, quarto figlio di Giorgio V.