Il Conte di Montecristo è esistito davvero? La storia vera dietro il capolavoro di Dumas
Il Conte di Montecristo è ispirato a una storia vera? Il capolavoro letterario di Alexandre Dumas attinge a un fatto realmente accaduto.
Il Conte di Montecristo è il capolavoro letterario di Alexandre Dumas, di cui sono state realizzate due recenti versioni televisive: la produzione francese con Pierre Niney in onda su Canale 5, e quella con Sam Claflin, trasmessa su Rai 1. La storia è nota a tutti: Edmond Dantès, primo ufficiale in procinto di sposare la bella Mercedes, si ritrova vittima di un’ingiustizia e viene rinchiuso nell’ostile prigione del Castello d’If, dove vi resterà per quattordici anni. Riuscito ad evadere grazie all’Abate Faria, Edmond entra in possesso di un maestoso tesoro sull’isola di Montecristo che gli permettono di cambiare identità e tornare in Francia come un ricco signore. Qui si fa conoscere come il Conte di Montecristo ed inizierà a consumare la sua vendetta verso coloro che gli rovinarono la vita. Ma il personaggio di cui parla Dumas nel suo romanzo è davvero esistito?
Il Conte di Montecristo: la storia vera che ha ispirato Alexandre Dumas
Il Conte di Montecristo è in parte finzione e in parte si ispira a una storia vera. Bisogna però precisare: il protagonista di Alexandre Dumas non è mai esistito ed è un personaggio di finzione. Le sue vicende (in particolare ciò che gli accadde), però, sembrerebbero in parte basate sulle gesta di un ex criminale dell’epoca dello scrittore francese, un calzolaio di nome Pierre François Picaud che come Edmond Dantès fu accusato ingiustamente di un crimine che non aveva commesso. La sua storia, risalente agli anni Trenta del 1800, arrivò tra le mani di Alexandre Dumas tramite delle sue memorie conservate nei registri della polizia dell’epoca.
Ma chi era realmente Pierre François Picaud e perché la sua storia gettò le basi per la creazione del personaggio de Il Conte di Montecristo?
Il Conte di Montecristo: chi era Pierre François Picaud e cosa aveva in comune con Edmond Dantès?
Pierre François Picaud ha molto in comune con il protagonista de Il Conte di Montecristo. Come Edmond Dantès, anch’egli stava per sposarsi con una giovane di cui era innamorato, prima che la sua vita venisse rovinata per sempre. Nel 1807, Mathieu Loupian, Solari e Chaubart, tre amici gelosi della fortuna di Pierre, lo accusarono di essere una spia al servizio dell’Inghilterra. Vi era anche un quarto amico, Allut, che era a conoscenza della cospirazione, ma non fece nulla per impedirlo. Informato, il duca di Rovigo non esitò a far arrestare Picaud il giorno delle sue nozze. Senza saperne il motivo, il povero calzolaio rimase per sette lunghi anni prigioniero nel forte di Fenestrelle. Durante la sua permanenza, Picaud riuscì a scavare un passaggio segreto dove sbucò nella cella di un altro carcerato, un prete italiano di nome Torri.
Similmente ad Edmond Dantès, l’uomo rivelò a Pierre l’esistenza di un tesoro a Milano, del quale il calzolaio s’impossessò una volta che venne scarcerato (a differenza di Dantès, che nel romanzo invece scappa) in seguito alla caduta di Napoleone Bonaparte nel 1814. Desideroso di vendicarsi di coloro che lo avevano tradito, Picaurd tornò in Francia sotto la falsa identità di Joseph Lucher – il Conte di Montecristo nel romanzo di Dumas – e passò dieci anni a tramare contro gli amici di un tempo, che erano diventati suoi nemici.
Dopo averla fatta pagare a Loupian, Solari e Chaubart, Picaurd si trovò faccia a faccia con Allur. La resa dei conti tra i due si concluse con la morte del vendicativo calzolaio. L’ex amico raccontò tutto a un prete, l’abate Madeleine poco prima di morire. Le sue confessioni vennero poi inviate alla polizia, e ritrovate negli archivi da Jacques Peuchet. Da una delle sue opere, che raccoglieva proprio le dichiarazioni degli ex carcerati, Dumas trasse ispirazione per il suo celebre Conte.