Il Gattopardo è davvero esistito? La storia vera del Principe Fabrizio Salina
Qual è la storia vera de Il Gattopardo, il protagonista del romanzo di Tomasi di Lampedusa? Il Principe Fabrizio Salina è davvero esistito?
Il Gattopardo, romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, è ispirato a una storia vera? La trasposizione più celebre dell’opera dello scrittore siciliano, una delle più importanti della letteratura italiana del Novecento, rimane quella del film diretto da Luchino Visconti nel 1963 con Burt Lancaster, Alain Delon e Claudia Cardinale. La miniserie Netflix, disponibile dal 5 marzo 2025, vede Kim Rossi Stuart interpretare l’iconico personaggio del Principe Fabrizio Salina, un nobile legato ai valori borbonici che guarda malvolentieri all’unificazione d’Italia. Minacciato dai cambiamenti sociali poiché teme di perdere tutto il suo patrimonio, il Gattopardo arriva a organizzare un matrimonio tra il nipote Tancredi (che stima) e la bella Angelina, proveniente da una ricca famiglia. Questa unione, però, rischia di spezzare il cuore di sua figlia Concetta, innamorata di Tancredi da sempre. Il protagonista interpretato prima da Burt Lancaster e poi da Kim Rossi Stuart è davvero esistito? Andiamo a scoprire la storia vera dietro Il Gattopardo.
Il Gattopardo e la storia vera: il Principe Fabrizio Salina è esistito realmente?

Il Gattopardo racconta la storia di Fabrizio Corbera, Principe di Salina, duca di Querceta e marchese di Donnafugata. Il protagonista dell’omonimo romanzo, interpretato nella miniserie Netflix da Kim Rossi Stuart, è un uomo nobile, colto e dotato di una forte intelligenza che lo contraddistingue dai ricchi aristocratici della sua epoca. Nonostante la sua personalità carismatica, Don Fabrizio fatica ad accettare l’imminente cambiamento che aleggia nell’aria, e guarda con scetticismo verso il futuro davanti a sé con l’unificazione d’Italia. Il timore di abbandonare gli antichi valori per abbracciare la modernità è espresso fortemente nella scena in cui rifiuta il titolo di senatore del neo regno sabaudo, non perché vuole rimanere leale ai principi borbonici, ma perché non vuole assumersi la responsabilità di diventare partecipe di un cambiamento che non gli appartiene. Tomasi di Lampedusa descrive questo suo atteggiamento come “rigidità morale.”
Il Principe di Salina è ben caratterizzato nel romanzo dell’autore siciliano, e anche sullo schermo trova ampio spazio grazie a Burt Lancaster e Kim Rossi Stuart: ma il personaggio è davvero esistito? Non proprio. Il protagonista de Il Gattopardo ha dei tratti in comune con il bisnonno dello scrittore, Giulio Fabrizio Tomasi. Fisicamente sono due persone molto simili e condividono la passione per l’astronomia. Inoltre entrambi hanno espresso il loro rifiuto verso la vita politica. Da tempo, Giuseppe Tomasi di Lampedusa aveva intenzione di scrivere un romanzo storico ispirato alle vicende della sua famiglia aristocratica. Il suo bisnonno sembrava il protagonista ideale da cui prendere spunto: nobile italiano, in vita aveva realizzato un osservatorio astronomico, dove vi effettuò diverse ricerche. Su Giulio Tomasi sappiamo poco, se non che fosse un grande colto e incuriosito di tutto ciò che lo circondava – ne è un esempio la sua immensa biblioteca piena di testi di astronomia, matematica, geometria, meccanica e fisica.
La vera storia de Il Gattopardo è in parte ispirata anche alla vita dello scrittore?

Per raccontare la storia della sua famiglia, più precisamente del suo avo, lo scrittore, dopo aver sposato la baronessa baltica Alexandra Wolff Stomersee, si spostò in Curlandia, nel castello di Stomersee, vicino al Mar Baltico. Qui la nobiltà, dopo il crollo dell’Impero Russo e l’indipendenza della Lettonia, era in forte crisi e Tomasi di Lampedusa si preoccupava che una simile situazione potesse colpire anche la sua Sicilia. Il crollo avvenne definitivamente con i bombardamenti aerei delle forze alleate nell’aprile 1943. Questo evento lo colpì profondamente, e passarono altri dieci anni prima che potesse iniziare a scrivere il romanzo che aveva in mente, che venne completato nel 1957, alla morte dello scrittore. La Curlandia, quindi, divenne lo specchio della Sicilia, mentre il bisnonno dello scrittore ispirò la figura de Il Gattopardo.
In realtà, anche l’autore stesso del romanzo sembra avere tratti in comune con i due personaggi sopra citati. Tomasi ha vissuto in un’epoca in cui ha visto lentamente sgretolarsi i valori nobiliari in cui credeva. Inoltre, come il Principe di Salina, rifiutò la carica di presidente regionale della C.R.I. durante il periodo della guerra. Sia lo scrittore che il suo bisnonno vivono quindi in un’epoca di forte transizione sociale: se uno si rifugia nella letteratura, l’altro trova sfogo negli studi astronomici della sua biblioteca, che diventa una sorta di rifugio.
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